Carovigno, 30/01/2007

Denuncia dell'opposizione: il Comune rischia il dissesto

C’è il pericolo concreto che anche per il nostro Comune si possa arrivare ad una situazione di dissesto finanziario così come è accaduto per il Comune di Taranto.

Non si tratta di fare facili allarmismi. Il fallimento di un Comune non arriva dall’oggi al domani, ma è il frutto di una serie di scelte sbagliate e irresponsabili messe in atto nel corso degli anni. Il Comune di Carovigno sembra proprio che stia imboccando questa disastrosa strada.
Quanto premesso lo afferma a chiari lettere la massima autorità comunale in materia, il Responsabile del Servizio Finanziario, motivando il proprio parere negativo sulla regolarità contabile relativa all’assestamento di bilancio. Un fatto grave, che chiama direttamente in causa Sindaco e Amministratori, là dove il Dott. Giovanni Quartulli, a chiari lettere, conclude le motivazione del proprio parere negativo affermando: “(…) l’atto non è conforme alla vigente disciplina normativa in ordine al rispetto del patto di stabilità e in ordine all’assenza di specifici indirizzi politico-amministrativi relativi alla funzione affidata per legge all’Amministrazione Comunale”.

Attenzione: queste non sono parole di qualche Consigliere dell’opposizione ma, lo ribadiamo, del Responsabile del Servizio Finanziario del Comune di Carovigno chiamato dal Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali (Decreto Legislativo 18 agosto 2000 n.267) ad esprimere i pareri sulla legittimità tecnica e contabile della Deliberazione di Consiglio Comunale n. 53 del 30 novembre 2006.

Nel parere del Dr. Giovanni Quartulli ci sono altri elementi che inchiodano l’Amministrazione Comunale alle proprie responsabilità. Infatti, si legge, la “Relazione sul perseguimento degli obiettivi in tema di Patto di Stabilità interno per l’esercizio 2006”, inviata dal Dott. Giovanni Quartulli nel maggio 2006 al Sindaco e alla Giunta, non ha trovato alcun riscontro. Così come, sempre su richiesta del Responsabile del Servizio Finanziario nel luglio 2006, il Sindaco non si è preoccupato di indicare azioni concrete da perseguire per il rispetto del Patto di Stabilità a cui i Comuni sono chiamati.

Eppure la Corte dei Conti ha rilevato che il Comune di Carovigno in sede di Bilancio di Previsione 2006 non rispettava il Patto di Stabilità così come ridefinito dalla Legge Finanziaria 2005. In parole povere, faceva notare che il Comune di Carovigno aveva più debiti del consentito. Ma il Sindaco e l’Amministrazione Comunale non se ne sono preoccupati, anche se più volte sollecitati.

Che dire ancora? Lasciamo parlare la competenza del Responsabile del Servizio Finanziario che nella motivazione al proprio parere negativo evidenzia come “il bilancio non è stato considerato nella sua valenza di documento di programmazione che rispecchia il processo di analisi e valutazione, nel rispetto delle compatibilità economico-finanziarie, della possibile evoluzione dell'ente nel senso che non si sta tenendo affatto conto delle conseguenze che tale miopia valutativa e programmatoria può avere sui bilanci futuri”.

Siamo quindi all’inizio della china. Può capitare, e capita, che un Comune non rispetti il Patto di Stabilità, cioè l’insieme delle disposizioni, contenute nelle leggi finanziarie dello Stato a partire dal 1999, a cui anche i Comuni devono attenersi in merito al rapporto entrate-spese. In pratica stabilisce il livello di indebitamento massimo. Ogni comune, quindi, quando approva il Bilancio di Previsione deve tener conto di questi parametri. Il Comune di Carovigno per il 2006 non lo ha fatto. Ma la cosa grave è che l’Amministrazione Comunale nel corso dell’anno non ha attivato alcun meccanismo correttivo, per cui a fine novembre si è arrivati all’assestamento del bilancio 2006 senza “assestare” proprio niente.

Le conseguenze si riverseranno automaticamente sul bilancio di previsione del 2007, con parametri ancora più sbilanciati, e quindi nel 2008 e così via, con una spirale debitoria che potrebbe sfociare nel dissesto finanziario, ossia nel fallimento del Comune. Non è fantapolitica: Il Comune di Taranto insegna. Non tener conto di questi aspetti è leggerezza politica. Un discorso che vale anche per la maggioranza in Consiglio Comunale che il 30 novembre 2006 ha approvato la Deliberazione n. 53 di assestamento del bilancio di previsione dell’esercizio finanziario 2006 con un parere di legittimità negativo, e che nel dispositivo, cioè nel contenuto di ciò che veniva votato, conteneva tra l’altro anche il seguente “punto 4”:
“Di dare atto, altresì, che per l’anno 2006 non si rispetteranno le previsioni di competenza e di cassa così come esplicitati nella Circolare n. 8 del 17 febbraio 2006 del Ministero delle Finanze in applicazione del Patto di stabilità interno di cui all’art. 1, commi da 138 a 150, della legge finanziaria 23 dicembre 2005, n. 266 e che la Giunta Comunale non si è attivata per l’adozione della delibera di presa d’atto per il mancato rispetto dei limiti relativi al Patto di stabilità”.
Questa Deliberazione è stata approvata con il voto favorevole dei seguenti 12 componenti del Consiglio Comuale: Zizza, Semeraro, Mele, De Biasi, Barella, Epifani, Pepe, Simeone, Brandi, De Simone, Cervellera, Lanzillotti. Erano assenti i Consiglieri Comunali: Peciccia, Carlucci, Sbano, Locorotondo e Perrino; hanno votato contro: Fusco, Saponaro e Annicchiarico.

Su questa faccenda, per il bene di Carovigno e dei carovignesi, stiamo mettendo in campo insieme ai nostri Consiglieri Comunali tutte le iniziative politiche ed istituzionali utili ad affrontare questo delicatissimo problema.

Per i DS di Carovigno Corrado Tarantino
Per La Margherita di Carovigno Michele Lanzilotti
Per Rifondazione Comunista di CarovignoVito Uggenti