San Pietro V.co, 14/03/2007

8Giugno: "ridurre le quantita' di CO2 e degli inquinanti a Cerano"

A Lecce è nato il Centro Euro Mediterraneo per i cambiamenti climatici, prodotti dai gas a effetto serra.

L'obiettivo è quello di sorvegliare l'andamento delle temperature nell'area del Mediterraneo, che gli studiosi stimano qui da noi possano raggiungere i 5 o 6 gradi entro il 2100, se si manterranno le produzioni attuali di CO2, cioè quasi tre volte il limite fissato dei due gradi di temperatura, oltre il quale c'è il disastro climatico ed ecologico, secondo le previsioni dell'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC).

Che fare? Nel nostro piccolo, il Comitato 8giugno, nato nell'area ad alto rischio di crisi ambientale, per l'affermazione dello sviluppo sostenibile e in difesa della salute delle sue comunità, ritiene che vada aperto un fronte sociale e istituzionale per pervenire alla riduzione delle enormi quantità di carbone prodotta dalla Centrale più climalterante d'Italia, quale è quella di Cerano (Brindisi). E' una battaglia da farsi nella stessa misura di quella sostenuta contro il porto industriale, il partito del quale è stato sconfitto, essendo ormai assente dalla programmazione finanziata dai fondi strutturali; e nella stessa misura di quella contro l'ipotesi di bruciare la frazione secca dei rifiuti, il CDR, sempre a Cerano, per ora bloccata, perché, se pur prevista nel Piano Energetico e Ambientale Regionale, il Commissario Straordinario per l'emergenza dei rifiuti non ha terminato il suo compito "chiudendo" il ciclo dei rifiuti della provincia di Brindisi con tale ipotesi, e il Presidente dell'Amministrazione Provinciale, il 12 gennaio, in un incontro ufficiale con il Comitato, ha confermato la sua contrarietà a tale ipotesi, informandone il Governo Regionale. Inoltre, gli effetti di accumulo di tutte le sostanze inquinanti emesse dalla Centrale per 365 giorni all'anno nell'area a rischio tra Brindisi e Lecce, deve portare a riaccendere i riflettori sulla situazione epidemiologica e sanitaria della zona, se è vero che l'ARPA continua a registrare una crescita significativa delle polveri sottili e delle altre sostanze nocive, e l'Organizzazione Mondiale della Sanità segnala periodicamente un'alta incidenza delle neoplasie rispetto alla media nazionale.

Già quest'estate, il Dirigente medico di I livello della Divisione di Pneumologia dell'ospedale "N.Melli" di San Pietro Vernotico, Dott. Claudio Imperiale, fece pervenire al Comitato una Nota nella quale evidenziava nei maschi dell'area, uno scarto di morte per tumori superiore del 48% rispetto alla media regionale.
Del resto, tale andamento delle cause di morte "in eccesso" nell'area a rischio da malattie circolatorie e cerebrovascolari, dell'apparato digerente, respiratorie e per tumore, sono documentate già da uno studio dei primi anni novanta, commissionato dal Ministero dell'Ambiente e dalla Divisione di Roma del Centro Europeo per l'Ambiente e la Salute dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Progetto PR25/O). E' tempo quindi che le istituzioni pubbliche si muovano e affrontino tutte queste problematiche (ambientali e sanitarie) nella loro globalità, in modo coerente, trasparente e con soluzioni definitive.
Non c'è più tempo!

COMUNICATO STAMPA COMITATO 8 GIUGNO