Roma, 14/03/2007

Decreto Bersani: l'On. Tomaselli interviene alla Camera

Di seguito il testo dell'intervento fatto in aula dall'On. Salvatore Tomaselli nel pomeriggio di ieri nel corso della discussione sul Decreto Legge n.7/2007 noto come decreto Bersani:

Signor Presidente, onorevoli colleghi, nei giorni scorsi nel nostro paese è stato presentato l'Index of Economic Freedom 2007, la classifica annuale delle libertà economiche elaborata dall'Heritage Foundation di Washington e dal Wall Street Journal.

Nelle libertà economiche l'Italia è sessantesima; su 157 paesi del mondo presi in esame, il nostro paese si situa tra Perù, Bulgaria e Madagascar, che hanno un punteggio di poco inferiore, e Namibia, Belize, Slovenia e Kuwait, che sono più liberi del nostro paese. Con tutto il rispetto per queste nazioni, credo che questa sia una fotografia della transizione che il nostro paese ancora non ha completato e della necessità di intraprendere con maggiore urgenza e velocità la strada delle riforme.

Il provvedimento in esame, accanto a quello del giugno 2006, denota un'idea coerente e una politica che prende corpo con l'obiettivo di rendere più facile la vita ai cittadini, siano essi consumatori, utenti o imprenditori. Si tratta cioè di eliminare le incrostazioni che per troppo tempo hanno bloccato la crescita del paese, le rendite corporative che sono state e sono tuttora un freno allo sviluppo dell'Italia. Si tratta di rimettere al centro delle politiche pubbliche il cittadino consumatore, ovvero di declinare con parole nuove ed attuali la centralità del cittadino nelle politiche del paese, politiche che l'Italia non ha mai conosciuto.
I provvedimenti in esame hanno contribuito alla crescita ed al rilancio dell'economia del nostro paese, che in queste settimane già si possono misurare, ad abbassare i costi per le famiglie e per le imprese, ad accentuare i criteri ed i requisiti di concorrenza e trasparenza del nostro sistema produttivo ed industriale. Credo che il nostro paese sia colpevolmente in ritardo, visto che le numerose segnalazioni delle authority degli anni passati, alla base del provvedimento che oggi discutiamo, sono state vieppiù inviate, ma spesso sono rimaste lettera morta. I provvedimenti e gli interventi delle Autorità hanno riguardato la telefonia mobile, il trasporto aereo, le assicurazioni, la distribuzione dei carburanti, gli agenti di commercio, le autoscuole, gli appalti della TAV ed esse sono alla base anche del presente provvedimento.
Ecco perché mi paiono davvero risibili le polemiche che in questi giorni, anche in quest'aula e fuori di qui, sono suonate stonate nel sostenere che questo Governo ed il centrosinistra sono forti con i deboli e deboli con i forti. Mi sembra davvero risibile non ammettere che, quando si colpiscono nelle loro rendite e nelle distorsioni non certo i parrucchieri, le autoscuole o le guide turistiche, bensì le banche, le assicurazione, le grandi corporazioni professionali, un sistema così complesso come quello dei gestori di telefonia mobile, si colpiscono davvero incrostazioni ed anche poteri forti del nostro Paese.

Proprio in materia di telefonia mobile è stata dettata la disposizione che, forse, più ha fatto discutere in queste settimane: quella che riguarda il divieto della previsione di termini temporali massimi di utilizzo del traffico o del servizio acquistato. Non c'è soltanto questo.
Il provvedimento introduce maggiore trasparenza nelle voci di costo e garanzie per i cittadini consumatori sul piano contrattuale. Tale disciplina fa seguito ad un'apposita indagine effettuata dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, alle proteste di centinaia di migliaia di utenti, i quali hanno manifestato la loro contrarietà al balzello in parola (essi si sono costituiti in movimento organizzato), e ad un intervento esplicito in tal senso della Commissione europea, la quale ha sanzionato la specificità del nostro paese.
Nei documenti redatti dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni all'esito della suddetta indagine si legge che tale costo favoriva la collusione tra imprese: poiché una parte del prezzo era fissata indipendentemente dai piani tariffari, si riducevano le garanzie di trasparenza e di concorrenza per gli utenti consumatori. Intervenendo su questo aspetto e sulla parte contrattuale, il provvedimento in esame amplia le garanzie a favore dei consumatori. Si tratta di un provvedimento iniziale in tale direzione, ma altri dovranno venire in seguito.
Vanno in questo senso le indicazioni che il relatore, onorevole Lulli, ha già proposto all'attenzione dell'Assemblea con riferimento agli appuntamenti che, nei prossimi mesi, potranno vedere impegnati Parlamento e Governo intorno al tema dell'abolizione dello scatto alla risposta e della tassa di concessione governativa.

Al di là delle singole disposizioni in materia di costi, prezzi e servizi forniti, sono da porre in risalto gli aspetti più generali che caratterizzano il provvedimento in esame. Mi riferisco ai temi della trasparenza, dei diritti dei consumatori, della concorrenza tra imprese, che in Commissione abbiamo inteso allargare estendendo l'eliminazione dei costi di ricarica ai servizi Internet ed alla TV digitale terrestre.
Vorrei rivolgermi ai colleghi del centrodestra in maniera molto serena e senza spirito polemico, per dire loro che le precedenti polemiche appaiono risibili. Davvero non capisco come si possa criticare il provvedimento e chiederne ampliamenti e, nel contempo, chiedere, mediante emendamenti che sono stati presentati e respinti in Commissione, di dilazionare nel tempo l'abolizione dei costi di ricarica o di rinunciare all'estensione della previsione ai servizi Internet ed alla TV digitale terrestre!
Quindi, il provvedimento in esame va nella direzione di allargare la tutela della concorrenza e le garanzie per i consumatori. Seguiranno altri provvedimenti in materia di assicurazioni, di borsa del gas, di trasparenza dei prezzi del sistema bancario (ricordo che, nel nostro paese, il costo medio di un conto corrente è di 182 euro, a fronte di 35 euro in Olanda, di 65 euro in Belgio ed in Gran Bretagna e di meno di 100 euro in Germania).
Ricordo, altresì, che il decreto-legge in esame contiene anche un provvedimento relativo all'apertura delle imprese e che, secondo un'indagine della Banca mondiale, in Italia occorrono più di 60 giorni per aprire un'azienda, mentre in Francia ne bastano 50 ed in Germania 45. Capite bene, quindi, colleghi, che non si tratta di misure singole od estemporanee, ma di un intervento mediante il quale questo Governo e la maggioranza di centrosinistra intendono rispondere ad aspettative importanti. Non ci sfugge la parzialità dei provvedimenti, al di là dei termini politici utilizzati, in quest'aula e fuori da essa, per misurarne la ricaduta sul paese. Molto vi è ancora da fare, ma bisogna dare atto al Governo Prodi di avere presentato al Parlamento, in pochi mesi, numerosi ed importanti disegni di legge concernenti il tema delle liberalizzazioni. In altre parole, le proposte del Governo non riguardano soltanto le ricariche, le banche e le assicurazioni, ma molto altro. Intanto, da qui parte l'iniziativa del Governo e della maggioranza di centrosinistra, dopo anni di totale assenza di interventi in materia del Governo di centrodestra.
A tale proposito, desidero ricordare ciò che è già presente in Parlamento come iniziativa del Governo. Mi riferisco ai disegni di legge che riguardano l'energia, la riforma della gestione del gas, il riordino dei servizi pubblici, l'azione risarcitoria collettiva (class action), la riforma delle professioni, la riforma delle autorità di vigilanza e di garanzia. Si tratta di provvedimenti importanti, il cui esame forse, dal punto di vista delle aspettative del paese, ancora si sta ritardando, spesso più a causa di rallentamenti nell'attività del Parlamento o dei ritmi dell'iter parlamentare che per ragioni politiche di natura diversa.
Non a caso è stata proposta - e, forse, troppo repentinamente messa da parte - una sessione parlamentare dedicata al tema delle liberalizzazioni e delle riforme del paese. Ma questa è la sfida e su questa sfida il gruppo parlamentare dell'Ulivo è impegnato a sostenere le scelte del Governo per trasformare il paese, rilanciarne la crescita, allargare le opportunità per i nostri giovani, accentuare la trasparenza e la concorrenza nel nostro sistema di imprese; si tratta di obiettivi centrali per rilanciare la crescita dell'Italia e lo sviluppo delle giovani generazioni.
(Applausi dei deputati del gruppo L'Ulivo - Congratulazioni)