Bari, 18/03/2007
OdG dei Ds sulla situazione ambientale dell'area Brindisi-Lecce
Situazione ambientale area Brindisi-Lecce
Maniglio, Romano, Montanaro e Taurino (DS) presentano un ordine del giorno
Antonio Maniglio, Pino Romano, Vincenzo Montanaro e Giuseppe Taurino, consiglieri regionali del gruppo DS, hanno rilasciato la seguente dichiarazione:
"Incremento vertiginoso delle polveri sottili, terreni coltivati ad ortaggi
pesantemente inquinati. Sono le ultime cattive notizie che si registrano
nell'area a cavallo tra le province di Brindisi e Lecce. Niente di nuovo
rispetto ai dati già conosciuti, se non il persistere di un atteggiamento di
grave sottovalutazione dei rischi per la salute che corrono migliaia di nostri
concittadini.
L'ordine del giorno presentato dai consiglieri DS-Ulivo delle
province di Lecce e Brindisi vuole mettere un punto fermo sulle iniziative che
la Regione deve assumere a difesa della salute dei cittadini e della tutela
dell'ambiente.
Il degrado ambientale dell'area tra Brindisi e Lecce è nota, dipende dalle
emissioni degli impianti industriali e ha effetti devastanti sulla salute dei
cittadini. E' ora che si sappia con certezza che aria respiriamo, che acqua c'è
nelle nostre falde, cosa c'è nella nostra terra.
Nei giorni ha suscitato grande clamore il fatto che nel comune di Torchiarolo
il livello delle polveri sottili supera abitualmente i livelli di guardia
previsti. E' possibile che ciò non abbia un impatto sui comuni di Squinzano,
Campi, Trepuzzi, Surbo e Lecce?
E siccome questo dato allarmante non ha ancora trovato spiegazioni plausibili è
indispensabile che la Regione e l'Arpa si attivino per dare fare indagini più
approfondite e dare tranquillità alle popolazioni.
E' necessario ricordare che tutti i rilevamenti sin qui eseguiti confermano lo
stato di grave precarietà ambientale dell'area sud Brindisi-nord Salento.
C'è
in particolare uno studio del Cnr-Isiata dell'Università di Lecce che
esaminando 55 campioni di terra ha accertato la presenza di minerali
cancerogeni come l'arsenico, il taglio, il mercurio; lo stesso studio ha
addebitato tale inquinamento alle emissioni di polveri e fumo dai pennacchi
industriali che, anche a causa dei venti dominanti, ricadono soprattutto
nell'area del nord salento.
Un'altra indagine, eseguita nel 2002 dal laboratorio multilab della camera di
commercio di Lecce, che ha analizzato campioni d'acqua prelevati dopo le
piogge, ha rilevato la presenza di agenti inquinanti come metalli pesanti,
idrocarburi e ossidi. A ciò si aggiungano le conclusioni della commissione
sanità del Senato che denunciò "un eccesso di mortalità per patologie tumorali"
nell'area brindisina (ma sol perché l'indagine non toccò i comuni del leccese)
e, per ultima, la richiesta del settore qualità della vita del ministero
dell'ambiente che ha richiesto la messa in sicurezza, attraverso specifici
piani di bonifica, dei terreni circostanti Cerano a causa dell'inquinamento dei
terreni e della falda.
Cosa altro ci vuole per far scattare un impegno forte da parte delle
istituzioni?
Ecco perché nell'ordine del giorno si avanzano richieste assai
precise:
1. Allargamento dell'area a rischio ambientale, oggi limitata solo all'area
brindisina, ai comuni della provincia di Lecce, al fine di avere un controllo
effettivo sulla situazione ambientale e i conseguenti piani di risanamento.
2. Iniziativa congiunta degli assessorati alla sanità e all'ambiente, con il
pieno coinvolgimento dei comuni, per un monitoraggio della situazione
epidemiologica dell'area interessata e piena operativa del registro tumori per
l'area jonica-salentina.
3. Istituzione di una sezione dell'Arpa dedicata allo studio e al controllo
delle emissioni atmosferiche.
Non vogliamo fare guerre preventive. Ma è un dato di fatto che la centrale di
Cerano immette nell'aria quasi 15 mila tonnellate di anidride carbonica, che il
trasporto del carbone dal porto alla centrale non avviene in condizioni di
sicurezza, che a Brindisi e a Taranto ci sono altri impianti industriali
(petrolchimico e ilva) le cui ricadute inquinanti -come testimoniato da studi
ad hoc- interessano l'area tra Brindisi e Lecce. Ecco perché, nell'interesse
della salute dei cittadini, chiediamo alla Regione un più netto impegno per la
tutela ambientale nel Salento."
COMUNICATO SERVIZIO STAMPA CONSIGLIO REGIONALE PUGLIESE |