Brindisi, 21/03/2007
CDR: i Ds presentano un ordine del giorno
Su iniziativa del responsabile provinciale all’Ambiente, Ernesto Musio, del consigliere regionale, Giuseppe Romano, del consigliere provinciale, Vincenzo Baldassarre, del capogruppo al Comune di Brindisi, Vito Gloria, del dirigente di Torchiarolo, Mario Leo, del segretario di Cellino, Claudio Moncullo, del Segretario di Francavilla, Gabriele Lippolis, dell’assessore provinciale, Lorenzo Cirasino e del segretario di San Pancrazio, Pietro Attanasio, è stato presentato un Ordine del Giorno sul Combustibile da Rifiuti, in diversi Congressi di Sezione, tra i quali quelli di Brindisi (Berlinguer e G.Rossa), di Tuturano, di Carovigno, di Cellino, di Francavilla, di Ostuni, di San Pietro, di San Pancrazio, di Sandonaci, di Torchiarolo.
Tale Documento ha avuto una accoglienza e una approvazione plebiscitaria, al di là di ogni più rosea aspettativa.
Ora esso approderà al Congresso Provinciale, che si celebrerà Venerdì 23 e Sabato 24 marzo.
L’Ordine del Giorno richiama la battaglia sostenuta dai Democratici di Sinistra fin dal 1998, ai tempi della Giunta Regionale guidata dal Prof. Distaso, per impedire che un territorio ad elevato rischio di crisi ambientale e sottoposto alla Direttiva Severo, come il nostro, fosse ulteriormente sovraccaricato di altri inquinanti, tramite il termovalorizzatore previsto.
A maggior ragione, il Documento impegna il partito a battere definitivamente l’ipotesi, prefigurata per il territorio di Brindisi dal Piano Energetico e Ambientale Regionale, di poter bruciare il CDR in cocombustione con il carbone, in impianti non dedicati a tale scopo, come le centrali elettriche, neanche in sostituzione del carbone, la cui riduzione richiesta prescinde da ogni altro scenario.
Peraltro, la cocombustione nelle centrali è tuttora sperimentale, essendosi provata solo a Fusina, in provincia di Venezia; ma un pregevole studio comparativo tra impianti dedicati e non del Politecnico di Milano, effettuato dai Prof.ri Consonni, Grosso, Giugliano e Rigamonti, che ha preso in esame proprio la centrale termoelettrica Enel di Fusina, due volte e mezzo più piccola di quella di Cerano, con territorio sottovento, costituito essenzialmente da laguna e non da centri abitati, ha concluso che occorra ancora una esperienza operativa pluriennale per provarne la validità.
D’altronde, il CDR è un “rifiuto speciale” che recentemente, con la Finanziaria, è stato deprivato del “certificato verde”.
Di certo, con lo smaltimento del CDR nelle centrali, l’ambiente del territorio conoscerebbe l’emissione di altre sostanze inquinanti, oltre alle polveri sottili e a quelle per le quali ci battiamo per una loro diminuzione, e cioè di furani e diossine, policloruri altamente cancerogeni.
Il Documento propone invece una seria programmazione della raccolta differenziata, che raggiunga livelli quantitativi e qualitativi omogenei in tutto il territorio, rendendo centrale la raccolta domiciliare dell’umido. Ciò faciliterebbe enormemente una chiusura del ciclo dei rifiuti più indolore per impatto ambientale e sanitario, anche utilizzando soluzioni alternative in via di sperimentazione ad opera del CNR o altre proposte innovative di recupero del CDR.
COMUNICATO STAMPA DEMOCRATICI DI SINISTRA |