Latiano, 14/04/2007

Lucciola nigeriana arrestata per rapina

“Ora mi paghi lo stesso”. E’ questo il senso di quanto è successo ieri pomeriggio sulla complanare della SS.7 “Appia”, all’altezza di Latiano. Quando sono arrivati sul posto i Carabinieri della Stazione di Latiano, si son trovati nel bel mezzo del più classico dei dissidi tra commerciante e cliente.
Con il particolare che in ballo c’era uno dei più indecorosi dei commerci, quello del proprio corpo. Protagonisti della squallida vicenda, un giovane brindisino, un venticinquenne di Villa Castelli, ed un’altrettanto giovane ragazza nigeriana, A.I., 28 anni, prostituta, incattivita forse dalla necessità di dover comunque portare a casa qualcosa alla fine della giornata.

Il problema, diciamo così, si è presentato subito dopo i primi convenevoli dell’approccio lungo la complanare, quando il giovane ha avuto un sano ripensato sulle sue azioni ed ha chiesto alla ragazza di scendere dall’abitacolo perché non avrebbe voluto più “approfittare” della sua “professionalità”!
Non deve essere stata certo contenta, di contro, la ragazza, che lo ha subito investito di insulti e minacce: “Ma come? Mi hai fatto perdere del tempo inutilmente! Ora mi paghi lo stesso!”. E’ stato proprio in questo momento, alle logiche rimostranze del ragazzo, che faceva valere il suo “nulla di fatto”, che la ragazza è andata improvvisamente su tutte le furie, fino ad impossessarsi, con uno scatto degno della più nera delle pantere, delle chiavi dell’auto, sfilandole direttamente dal blocchetto dell’accensione. “Se le rivuoi indietro mi devi dare i soldi!”, ha sbottato con tutta l’aria di chi si era sentita presa in giro, nei confronti di chi le aveva fatto perdere, a sua giusta ragione, del tempo prezioso e la possibilità di “abbordare” altri potenziali e meno scrupolosi clienti.

Il ragazzo non ha ceduto al ricatto, anzi, quando ha cercato di riprendersi le chiavi da dove le aveva riposte la donna (un posto tanto violato, ma dalla stessa ancora ritenuto il più sicuro!), è stato letteralmente preso a bastonate dalla lucciola e da altre due sue “colleghe”, poi dileguatesi all’arrivo dei Carabinieri. Uno, due, una seria interminabile di colpi alle gambe dello sventurato nel vano tentativo di farsi consegnare il denaro che, solo per il fatto di essere salita in auto, pretendeva di aver già meritato. Sarebbe interessante sapere come si pronuncerebbero gli organi amministrativi in proposito, nel qual caso si volesse avanzare una sorta di ricorso!!
Fatto sta che nella concitazione dei fatti, il voglioso venticinquenne, dopo aver volontariamente represso i propri istinti sessuali alla vista probabilmente delle corpulente abbondanze della ragazza, che probabilmente non avevano soddisfatto le sue aspettative, ha dovuto mettere da parte anche l’orgoglio e la vergogna ed ha composto con il cellulare il 112.
Quando i Carabinieri sono arrivati dopo pochi minuti, la disputa era ancora in atto, e solo davanti ad essi la ragazza ha restituito le chiavi dell’auto, riprendendole dalle mutandine.

La ragazza, un permesso di soggiorno rilasciatole dalla Questura di Bari, così come le altre ragazze, poche ormai, sempre più spesso allontanate nel corso dei servizi di prevenzione, ora, è stata associata alla casa circondariale del capoluogo leccese di Borgo San Nicola a disposizione del Sost. Proc. Dr Milto DE NOZZA.

Non è un caso, infatti, che la ragazza fosse già stata colpita dal F.V.O. con diffida di far ritorno nel comune di Latiano quando in passato era stata sorpresa nell’atto di adescamento di automobilisti in transito sulla complanare della S.S.7, in modo scandaloso e molesto, invitandoli al libertinaggio (a conferma di ciò sta il fatto che a seguito di un controllo sommario degli effetti personali delle ragazze, vengono spesso rinvenuti decine e decine di profilattici.
Nel corso dei servizi di prevenzione e repressione del fenomeno delle “lucciole”, inoltre, nei mesi scorsi, era stato adottato anche un provvedimento di custodia cautelare nei confronti di un cittadino latianese che, così fu accertato nel corso delle indagini, si adoperava con la propria auto per farle giungere sul posto dalla stazione ferroviaria di Brindisi e favorendone la prostituzione anche “logisticamente”, finanche a portare materialmente sul “luogo di lavoro” bevande e vivande necessarie al loro sostentamento nel corso del “duro” turno di lavoro cui si sottoponevano.

COMUNICATO STAMPA REGIONE CARABINIERI PUGLIA COMPAGNIA DI FRANCAVILLA FONTANA