Brindisi, 26/04/2007

Italia di Mezzo e Nuovo Psi: "impossibile percorso comune con la maggioranza"

Alla conclusione di un lungo e difficile confronto con il Sindaco, nel corso del quale sono state esaminate le possibilità di un accordo sul programma di fine consiliatura e sugli emendamenti necessari al bilancio di previsione anno 2007 ed al bilancio triennale 2007-2009 nell’interesse della collettività brindisina, le segreterie provinciali del Nuovo PSI ed Italia di mezzo convengono e dichiarano la impossibilità di un percorso politico comune con le forze politiche al governo della città.

Nel riaffermare la propria posizione politica “autonoma” rispetto ai due schieramenti del centrodestra e del centrosinistra, costituiscono nel panorama politico brindisino un “terzo polo” moderato-laico-riformista che vuole dare risposte concrete alla esigenza di rilancio della economia del territorio in tutti i suoi comparti per attendere alla domanda di lavoro ed al grave disagio sociale in cui oggi versa larga parte dei cittadini brindisini.

Nel corso dei colloqui hanno espressamente chiesto al sindaco di individuare una fascia di esenzione dell’addizionale IRPEF per i redditi fino a 14.000,00 Euro, indicando la copertura finanziaria nella revisione di altre voci di spesa (alcuni furbetti del quartierino si sono precipitati, appresa la notizia, a presentare emendamenti in tal senso), la stabilità lavorativa per i lavoratori precari e per gli L.S.U., la previsione di fondi per il rilancio della politica abitativa per quei cittadini che stanno soffrendo in misura particolarmente grave la crisi, che hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese e che guardano al proprio futuro con ansia e preoccupazione.

Hanno proposto azioni utili al rilancio dell’economia del territorio ed al recupero di tutti i comparti economici, convinti che la prospettiva di Brindisi “città dell’acqua” che poggia il suo futuro sulla economia turistica e del terziario non è realizzabile in tempi brevi e non è inconciliabile con lo sviluppo degli altri comparti.

Nell’economia moderna le città che hanno vinto la propria sfida per il futuro si presentano multispecialistiche e sono riuscite a coniugare le diverse vocazioni realizzando le condizioni favorevoli alla crescita di tutti i comparti.

Per quanto concerne le grandi infrastrutture, la perdita nel porto dei traffici turistici e commerciali è conseguenza della incapacità manifestata dalla classe dirigente nel corso degli anni di voler affrontare i veri nodi che bloccano gli investimenti necessari al rilancio (cono aereo, profondità dei fondali, carenza di banchine sufficientemente attrezzate, servitù militari ed altro).

Non è vero che non ci siano operatori internazionali che vogliono investire nel nostro porto per realizzare terminal di container o armatori interessati ai traffici turistici; la verità è che nel porto di Brindisi sussistono tuttora vincoli gravi di diversa natura che non consentono gli investimenti. È sbagliato, pertanto, non affrontare una volta per tutte questi nodi gordiani e spiegare alla città perché sono state perse tutte le occasioni a vantaggio di altre realtà, che non dispongono di un porto naturale quale quello di Brindisi.
Per quanto concerne l’aeroporto, che avrebbe potuto avere rilevanza internazionale nei trasporti di natura commerciale, è stato soppiantato dall’aeroporto di Grottaglie che oltretutto mira anche al trasporto passeggeri.
Brindisi è stata sacrificata dalla politica nazionale e regionale agli interessi di Bari, Taranto e Lecce e se non si reagisce con forza non si potrà più rimediare ai guasti avvenuti.

Per quanto riguarda il comparto industriale, ritenuto nel programma iniziale fondamentale per la economia del territorio, è necessario sbloccare il grave problema della “caratterizzazione delle aree” e realizzare tutte le condizioni migliori per la ripresa degli investimenti ed il consolidamento degli insediamenti industriali esistenti. L’attivazione reale dello “Sportello unico per le imprese” e la risistemazione dell’area industriale sono condizioni necessarie per la ripresa del comparto e per la realizzazione di quell’humus favorevole necessario alla ripresa della economia.
Abbattere il costo delle aree industriali, realizzare le condizioni migliori per l’investimento potrebbero consentirci di conquistare la libertà di accettare sul territorio “quella industria” che non comporti ulteriori guasti ad una situazione ambientale già precaria per le scelte operate nel passato e che spesso hanno visto la classe dirigente brindisina svendere gli interessi della collettività per interessi ormai chiari agli occhi di tutti.
Sono da rivedere le affermazioni pronunciate nel merito dalle “imprese partecipate”, che se socializzate solo allo scopo di tutelare l’attuale occupazione, determineranno ulteriori aggravi al bilancio comunale e turbative al libero mercato.
Occorre, invece, procedere rapidamente ad una revisione del piano industriale di ogni singola impresa, ricercando, laddove non è più possibile un reale recupero economico, soluzioni alternative per l’occupazione con il coinvolgimento di imprese private.

È necessario procedere rapidamente alla firma delle “Convenzioni” con i grandi produttori di energia, cercando di conseguire al meglio l’obiettivo primario della tutela dell’ambiente e gli obiettivi economici e sociali che le stesse possono comportare.

Sono da chiarire, una volta per tutte, le tematiche relative alla gestione ed al controllo del “Monitoraggio Globale ed Ambientale”, concordando i limiti di emissione spettanti ad ogni unità produttiva; ridefinendo la situazione delle potenze installate e della potenza temporaneamente disponibile, oltre la conoscenza della quantità e della qualità del combustibile da utilizzare ed evidenziando i siti in cui si deve stoccare e scaricare sia il combustibile che i reflui della produzione.

Occorre rivendicare con forza il rispetto delle precedenti convenzioni, sempre disattese, per le assunzioni di forza lavoro diretta e territoriale sbloccando il turn-over e rinnovando la clausola di tutela dei comuni in cui insistono le centrali, prevedere il corretto impiego negli appalti delle imprese del territorio, che hanno certamente acquisito negli anni notevole capacità e professionalità.

I comportamenti ed i metodi di aggiudicazione delle gare di appalto utilizzati dalle società committenti hanno costantemente mortificato la piccola e media impresa locale che è stata costretta a prestare la propria attività quasi sempre a prezzi più bassi rispetto ai valori di mercato e quasi sempre per le attività più redditive in subappalto ai sistemi nazionali.

Va rilanciato il centro di Ricerca Enel di Brindisi, nel rispetto degli impegni ripetutamente presi con la comunità brindisina, assumendo giovani laureati brindisini che sono alla ricerca di un lavoro e che oggi debbono puntualmente allontanarsi dalla propria città per trovarlo.
Brindisi, dal sacrificio di ospitare nel proprio territorio il comparto energetico più massiccio d’Italia, non ha ricevuto nulla o molto poco, e questo è accaduto per la incapacità della propria classe dirigente di pretendere i giusti corrispettivi dovuti alla cittadinanza.
Parte delle royalties debbono essere finalizzate al soddisfacimento delle esigenze delle classi più deboli della società brindisina, dell’occupazione ed alla soluzione di problematiche di interesse collettivo.

La proposta di bilancio va inoltre corretta con la maggiore attenzione ai problemi degli anziani, degli adolescenti e degli immigrati, imponendosi la adozione di un piano regolatore dei servizi sociali, vero indicatore del grado di civiltà raggiunto da una comunità e nel rispetto ineludibile del principio della “Cittadinanza attiva”.
Occorre prevedere la spesa per la realizzazione di tutti i lavori per dotare dei servizi necessari le zone del Comune più dissestate; è necessario prevedere la realizzazione di quei parchi che veri polmoni della società permetterebbero la integrazione dei quartieri, come era stato espressamente promesso nel programma iniziale della coalizione.
La previsione nel bilancio triennale di interventi risolutivi per la disponibilità di parcheggi nel centro storico e per la riduzione delle zone blu e di tutti quegli interventi urbanistici che erano previsti dal programma iniziale non sembrano affidabili, credibili, e realizzabili in quanto fondati su procedure e collaborazioni con il privato poco chiare e trasparenti.

Importanti risorse sono invece previste per la riattivazione del “Teatro Verdi”, lodevole iniziativa che mira a soddisfare le giuste esigenze di cultura dei cittadini. Per tale struttura è doveroso predisporre un progetto di utilizzo che
tenga conto del valore nazionale ed internazionale del teatro. È evidente, inoltre, l’esigenza di costruire a breve un “Palazzetto dello Sport”, polivalente, che sia rispondente alla sempre più crescente richiesta degli sportivi.

Le scriventi segreterie, nel prendere atto che tutto quanto discusso con il Sindaco non è stato trasferito sul tavolo delle segreterie provinciali dei partiti di maggioranza per il necessario accordo politico, considerano chiusa la fase del confronto con la pubblicazione delle considerazioni espresse nel presente documento.

FIRMATO
Il Segretario Provinciale del Nuovo PSI Avv. Vincenzo Gallone
Il Coordinatore Provinciale di Italia di Mezzo Ing. Mimmo Ammaturo