Brindisi, 10/05/2007
ConfCommercio: "le nostre aziende sono vive"
Le conferme arrivano da più parti (vedi Osservatori internazionali e nazionali) e tutte concordano nell’affermare che il nostro Paese è uscito finalmente dalle secche, avendo superato la lunga fase negativa caratterizzata dall’emergenza.
Pare, dunque, che l’Italia sia tornata ad essere un “Paese normale” con un apparato produttivo di tutto rispetto e con aziende e imprese in grado di affrontare la sfida dei mercati.
Insomma, da un anno a questa parte l’economia è veramente ripartita, sovvertendo le previsioni dei soliti catastrofisti che si ostinavano a parlare di declino; per dirla in breve le cattive notizie sono finite in fumo di fronte a due inconfutabili verità: la prima che l’Italia è in crescita; la seconda è che l’imprenditoria, in particolare quella medio-piccola, ha voglia di creatività, di sviluppo e di nuovi posti di lavoro ottenuti attraverso processi innovativi di ristrutturazione e di riconversione.
Finalmente nessuno più mette in dubbio le capacità delle nostre aziende, peraltro dotate di consolidata esperienza, che in gran numero hanno saputo rinnovarsi, adeguandosi alla nuova dura realtà. Chi sosteneva che la vera colpa del nostro Paese è stata quella di avere un sistema economico inadeguato, se non addirittura inefficiente, è stato smentito dai fatti: gli imprenditori capillarmente diffusi su tutto il territorio nazionale hanno accettato e vinto la sfida, avendo saputo continuare a realizzare ciò che meglio sanno fare e cioè innovare, crescere, svilupparsi creando valore e occupazione.
Un tessuto imprenditoriale sano e dinamico, che quasi sempre ha vissuto una condizione di solitudine avendo trovato di fronte non solo uno scenario competitivo irto di difficoltà, ma anche uno Stato “patrigno” che spesso e volentieri gli ha messo il bastone tra le ruote, con un fisco a dir poco iniquo e una pubblica amministrazione che soffoca, rallenta e mortifica ogni iniziativa a causa delle sue pesanti procedure burocratiche.
Ormai siamo di fronte a questo scenario: da una parte la “società del rischio”, quella sana che lavora e produce, purtroppo vaso di coccio, costretto a viaggiare insieme ai vasi di ferro delle altre due società, quella della “rendita” alleata a quella della “forza”.
Tuttavia, nonostante un simile contesto, nell’anno 2006 sono nate in Italia 73.000 nuove unità aziendali (+ 1,21% rispetto al 2005).
Ma cosa muove un operatore a intraprendere? Perchè una impresa si mobilita alla ricerca di innovazioni tecnologiche per rendere il suo prodotto più competitivo e adatto alle richieste del mercato? Può essere soltanto il miraggio del profitto, magari facile, a muovere decine e decine di imprenditori che superate le antiche conflittualità si mettono insieme alla conquista dei mercati internazionali?
La risposta è una sola: è l’idea del giusto, del vero, del bello che ogni uomo doverosamente porta con se a fargli accettare e affrontare la sfida, nella consapevolezza che la tensione ideale profusa sia portatrice di significati e di valori, avendo acquisito sul campo l’onore di fare impresa.
COMUNICATO STAMPA COMMERCIO TURISMO SERVIZI -
BRINDISI
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