S. Pietro V.co, 16/05/2007

8Giugno: vigiliamo sull'applicazione della "rivoluzione verde"

E’ stato facile profeta chi, come il Comitato 8giugno e altri, ha previsto, in tempi non sospetti, che la “rivoluzione verde” dell’Europa avrebbe portato a limiti più stringenti sulle emissioni di CO2.

Si badi bene che l’odierna richiesta di un taglio ulteriore del 6,3% delle emissioni di anidride carbonica al piano del Governo italiano sottoposto all’esame della Commissione Europea, sotto minaccia di infrazione, rientra ancora negli schemi di riduzione di CO2 entro il 2012, previsti dal Protocollo di Kyoto.
Ma già a settembre l’Unione Europea invierà una Direttiva agli Stati membri con i nuovi, rivoluzionari e unilaterali limiti di riduzione di CO2 –con relativa citazione presso la Corte di Giustizia Europea degli inadempienti.
Questi vincoli unilaterali “oltre Kyoto”, prevedono, entro il 2020, una riduzione del 20% di anidride carbonica e del consumo di energia elettrica, e, in sostituzione, un aumento del 20% di produzione energetica dalle fonti rinnovabili, quali l'eolico, il solare, il fotovoltaico, le biomasse vere, alle quali non è certamente assimilabile il cdr, il combustibile da rifiuti.
Ciò obbligherà l’Italia a rivedere da subito le quote di emissione già assegnate a dicembre 2006, con gli ulteriori tagli che l’Unione Europea richiede!

Le conseguenze locali sono a noi evidenti:
a) Brindisi è al primo posto di questi tagli, visto che ospita la centrale elettrica più inquinante, pardon –climaalterante- di CO2 (ma non solo!) d’Italia: questo è un problema di esclusiva competenza statale, e dei decreti ministeriali che definiscono le modalità di esercizio degli impianti e le quote di emissione di CO2 ad essi assegnate;
b) occorre condurre anche una battaglia politica nella sede deliberativa esclusiva della Commissione Europea per una riforma, se non una vera e propria cassazione, di quel meccanismo pilatesco dello “scambio delle quote di emissione” (l’Emission Trading), che consente alle società elettriche di comprarsi “ crediti” presso Paesi terzi più virtuosi.
Ma saremo ancora facili profeti nel ritenere che i nuovi obiettivi della rivoluzione verde europea conterranno, nella Direttiva di fine anno, una rivisitazione di quella “partita di giro energetica”, peraltro onerosa a carico dell’utenza, costituita dall’Emission Trading, se si vuole affrontare nella sostanza, e non solo formalmente, la causa principale del surriscaldamento terrestre, costituita da una intollerabile quantità di emissione di anidride carbonica?

Nei prossimi giorni il Comitato 8giugno, assieme all’Associazione Ambiente e Sviluppo di Torchiarolo, con la quale ha stretto un sodalizio, si riunirà per una valutazione complessiva del negoziato in corso con le società elettriche, e per un suo rilancio propositivo e partecipato di tutto l’associazionismo territoriale, alla luce dell’irreversibile processo verde in atto nel mondo, che sta scardinando consolidate e orami anacronistiche concezioni dello sviluppo, che noi vogliamo anche a Brindisi, ma più sostenibile di quanto non si sia reclamato fino a ieri.
Su questo percorso di “democrazia energetica”, non molleremo.

COMUNICATO STAMPA COMITATO 8GIUGNO