Brindisi, 18/06/2007

Errico: "il nostro sistema economico e' in fase di rilancio"

Regis Debray ha insegnato che “l’oggetto della trasmissione non preesiste all’operazione della sua trasmissione”.
Il rapporto che si stabilisce, cioè, tra l’influenza dell’ambiente ed il fenomeno studiato rimane tutto da scoprire, quando si desidera trarre conclusioni e risultati che servono per interpretare e modificare, poi, i comportamenti propri e di altri.

La critica medialogica, pertanto, si appropria di tale influenza ed appalesa, perciò, tutti i limiti che rendono di fatto impossibile la distinzione tra ciò che è l’oggetto, appunto, che si intende trasmettere e ciò che consegue all’operazione.
Tanto ritengo sia accaduto per il caso che ha riguardato recentemente le riflessioni intorno alla incidenza delle azioni politiche e non sugli andamenti strutturali e sistemici della economia brindisina.

Quale sia stata l’influenza culturale dell’ambiente - tanto da far definire da autorevoli rappresentanti del mondo politico ed economico il sistema di Brindisi come una sorta di isola solitaria ed infelice in una Puglia invece rigogliosa – mi sforzo ancora di capire; ma, leggendo e rileggendo i dati economici ed i trends degli indici sistemici dal 2002 al 2006, a me pare, e questo ho cercato di trasmettere, che elementi reali vedono il nostro sistema politico-economico-istituzionale in una corsia di efficace rilancio in termini di credibilità e di sviluppo.

Il Prodotto Interno Lordo pro-capite provinciale aumenta in termini maggiori che a Bari e a Foggia, crescendo in termini assoluti di oltre 1.000 euro;
il tasso di disoccupazione (12,9%) diminuisce nel 2006 di 3,4 punti percentuali e gli occupati aumentano di ben il 4,1%, mentre a Bari il tasso di disoccupazione rimane stabile (13,3%) ed a Lecce sale dal 14,4% al 15%;
il processo di terziarizzazione è cresciuto di quasi 10 punti percentuali in 10 anni (e particolarmente in questi ultimi anni) in misura superiore a quanto registrato negli altri contesti territoriali, facendo registrare una crescita media annua del 4,7%;
l’aumento dei consumi privati si sono riflessi positivamente anche nel commercio scaturito da una maggiore disponibilità di spesa da parte delle famiglie; in controtendenza rispetto al trend del resto del Paese c’è stata una sostanziale tenuta del manifatturiero provinciale che esibisce una crescita delle imprese manifatturiere dello 0,4% fra il 2003 e il 2006;
si sono irrobustite in particolare industria alimentare (+1,6%), l’editoria stampa (+4,8%), la fabbricazione dei mezzi di trasporto (+31,6%), fabbricazione di mobili (+4,1%), recupero del riciclaggio (+7,1%);
in questi ultimi anni 2003-2006 si è registrato il processo di ispessimento strutturale delle imprese con l’aumento delle società di capitale e con una diminuzione delle ditte individuali;
Brindisi insieme a Taranto presenta un tasso di apertura verso i mercati internazionali superiore alla media regionale.

Questi sono i dati pubblicati nella relazione della Camera di Commercio di Brindisi nella giornata dell’economia del 10 maggio 2007.
Ancora, gli altri dati che si possono leggere da quelli forniti dall’ISTAT, e che riguardano i fallimenti nel settore industriale, forniscono il quadro complessivo della situazione del settore, rafforzando ancor di più le conclusioni da me elaborate già dal gennaio 2007 riguardo il percorso virtuoso del sistema Brindisi ormai inserito in un circuito di efficacia.
La situazione generale delle industrie fallite in Puglia quest’anno è la seguente: “112 a Lecce, 94 nel barese, 25 nel foggiano, 19 nella provincia ionica tarantina e 12 nel Brindisino”.

Tanto non vale certamente dire che tutto è a posto e che si può stare tranquilli. Tutt’altro. Vuole significare, però, che il processo di sviluppo sostenibile, improntato dagli Enti Locali e dalla Regione Puglia e realizzato con tanta capacità e volontà dagli operatori economici, inizia a produrre i primi risultati invertendo un andamento negativo e delineando un processo di crescita e sviluppo ancor prima di altri centri della Puglia.
L’impegno di tutti oggi deve rivolgersi a fare in modo che il nostro territorio abbia la necessaria attenzione da parte degli Enti sovraordinati nella ripartizione delle risorse 2007-2013 secondo una direzione strategica che deve vedere un riequilibrio dei territori nell’ambito provinciale al fine di esaltare il grado di attrattività dei centri oggi svantaggiati (San Vito, San Pancrazio, Francavilla, ecc.) e di sostenere quelli già consolidati (Brindisi, Ostuni e Fasano).

Per questo l’Amministrazione provinciale già da diversi mesi ha messo in piedi Tavoli di lavoro che riguardano l’avionica, l’agroalimentare, il turismo e la chimica (e perciò non si comprende perché si richiedano Tavoli di concertazione in presenza di tanti Tavoli già instaurati da parecchio tempo) con i soggetti economici e le rappresentative sindacali interessate ed ha svolto importanti incontri con tutti i sindaci dalla provincia di Brindisi, rendendo in tal modo certamente più facili i percorsi di allocazione delle risorse nelle tre piste segnate dalle direttive comunitarie, nazionali e regionali delle infrastrutture, le opere che interessano l’area vasta e i distretti produttivi.

Al fine di produrre la maggiore efficacia nel lavoro di tutti per il raggiungimento dell’obiettivo dell’ulteriore crescita del territorio in termini sociali, culturali ed economici ho, inoltre, posto il problema del superamento definitivo del sistema della riconoscenza tra la politica, il sindacato e l’economia, questione di fondamentale importanza per l’onestà dei rapporti interistituzionali e tra queste ed il mondo produttivo e sindacale.

Il superamento di quel sistema ha già raggiunto risultati soddisfacenti per quanto riguarda il rapporto tra gli enti locali e il mondo economico per l’autorevolezza di tutte le Amministrazioni locali della provincia di Brindisi che hanno fatto di quel problema elemento fondamentale della propria azione amministrativa fondata sui criteri di generalità ed astrattezza.

Si attende che tale percorso, già perseguito in tutta evidenza da una parte del sindacato (C.G.I.L.), rimane ancora non interamente percepito dall’altra parte del sindacato: le manifestazioni di interesse rappresentate dalle sponsorizzazioni palesi di industrie altamente rischiose per il territorio, le esternazioni di difesa di interessi nelle conferenze di servizi, ed ancor di più le pretese unilaterali di fondere la propria missione con questioni di economia generale all’unisono con decisioni industriali, sono i sintomi chiari di quel sistema di riconoscenza denunciato più volte e con efficacia da Leo Caroli.

Il procedimento politico decisionale - che riguarderà la presenza dell’Amministrazione che rappresento nel difficile gioco delle importanze territoriali per l’individuazione dei capisaldi strategici nel quadro complessivo regionale, meridionale, nazionale ed internazionale - necessita di un elevato grado di stabilizzazione dei rapporti tra le istituzioni e le forze politiche, evitando qualsiasi elemento di novità in termini di programma (per il quale l’opera di adeguamento viene eseguita già nel corso dei processi di concertazione in atto) e di uomini la cui sensibilità, efficacia ed onestà, già provate per tre anni, costituiscono elementi indispensabili per proiettare l’esperienza acquisita nei successivi difficili adempimenti.

IL PRESIDENTE MICHELE ERRICO

COMUNICATO STAMPA AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI BRINDISI