Brindisi, 09/07/2007

Enel: la Provincia scrive ai Ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo

Nell’ambito dell’istruttoria in corso per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale alla centrale termoelettrica Enel di Cerano, la Provincia di Brindisi chiede ai Ministeri per lo Sviluppo economico e dell’Ambiente che nell’autorizzazione siano limitate le emissioni del CO2 a quanto previsto nel Protocollo di Kyoto e dalle determinazioni dello stesso Ministero. Inoltre, Errico chiede che sia applicato nei confronti dell’Enel il divieto assoluto di acquistare quote di CO2 all’estero per compensare la situazione di Brindisi.
“In questo modo – ha dichiarato il presidente Errico al termine della conferenza stampa in cui ha illustrato la documentazione inviata ai Ministeri – abbiamo trovato il collegamento tra la normativa comunitaria e quella nazionale, e mi riferisco all’art.7 del decreto legislativo n. 59/2005. In relazione a questa normativa il Ministero ha la possibilità di limitare le emissioni in atmosfera della centrale Enel di Cerano. Qualora l’Autorizzazione Integrata Ambientale non andrà in questo senso siamo pronti a fare istanza di tutela in favore del territorio e denuncia alla Commissione Giustizia europea. Per poter pagare le spese legali per tali provvedimenti sono disposto a rinunciare alla mia indennità di presidente della Provincia per i prossimi due anni di mandato”.

Il testo integrale della lettera che la Provincia ha inviato quest’oggi ai Ministeri.

SIGNOR MINISTRO DELL’AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
On. Alfonso Pecoraro Scanio

SIGNOR MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
On. Pierluigi Bersani

SIGNOR PRESIDENTE DELLA REGIONE PUGLIA
On. Nichi Vendola

SIG. SINDACO DI BRINDISI
On. Domenico Mennitti

MINISTERO DELL’AMBIENTE E T.T.M.
Direzione per la salvaguardia ambientale

MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Direzione generale per l’energia e le risorse minerarie Ufficio C2 – Mercato elettrico

REGIONE PUGLIA ASSESSORATO ECOLOGIA

REGIONE PUGLIA ASSESSORATO SVILUPPO ECONOMICO
Settore Industria energetica

e p.c.
SIGG. SINDACI DEI COMUNI DI TORCHIAROLO
SAN PIETRO VERNOTICO
CELLINO SAN MARCO
SIG. PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI LECCE

Oggetto: Centrale Termoelettrica ENEL di Brindisi Sud.
Grave inquinamento accertato, ordinanza Sindacale di divieto delle attività agricole, A.I.A.

In relazione alla istruttoria in corso per il rilascio della Autorizzazione Integrata Ambientale alla centrale termoelettrica ENEL di Brindisi Cerano, la massima fonte emissiva italiana di gas clima-alteranti ed inquinanti, è necessario far presente in particolare ai Ministri in indirizzo le aspettative del vasto territorio brindisino e leccese, oggetto primo degli effetti ambientali di tale centrale, e gli orientamenti delle istituzioni locali, in particolare dell’Amministrazione Provinciale di Brindisi a partire da delibere all’unanimità del proprio Consiglio, in rapporto proprio agli effetti che la gigantesca produzione energetica da carbone ha prodotto sull’ambiente e sull’economia brindisina.

Solo per necessità assoluta di efficace comunicazione, si ricorda che nell’area di crisi ambientale di Brindisi, pure sito inquinato di interesse nazionale, sono insediate oltre alla centrale ENEL a carbone di Cerano da 2.560 MW, la centrale Edipower ex ENEL a carbone da 640 MW con progetto di aggiunta di ciclo combinato da 430 MW e la centrale a ciclo combinato Enipower da 1.170 MW.

Nel 2002 le Amministrazioni Locali, almeno una delle quali mossa da tangenti processualmente accertate su ogni tonnellata di carbone sbarcato, accettarono infatti di stracciare la Convenzione del 1996, meritevole di aver posto un limite massimo totale alle emissioni in atmosfera di inquinanti ad opera delle allora 2 centrali ENEL, prevedendo la chiusura della centrale di Brindisi Nord a partire dal 2004, il funzionamento della centrale di Cerano a tre gruppi di cui uno a gas a partire dal 2000, nonché limiti alla produzione elettrica annua e al consumo annuo di carbone. In detta Convenzione intervenne pesantemente e autorevolmente il Ministero dell’Ambiente, anche con successivi interventi a difesa, ritenendola imprescindibile leva di intervento nell’area di crisi ambientale di Brindisi. Tale convenzione fu integralmente recepita (divenendo norma dello Stato) dal D.P.R. 23.4.1998, Piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia di Brindisi, che a tutti gli impianti inquinanti di Brindisi prescrisse interventi di ambientalizzazione tranne che alle due centrali ENEL, perchè “agli interventi specifici individuati, si aggiunge l’insieme dei provvedimenti che riguardano l’esercizio della Centrale ENEL Nord e l’avvio di ENEL Sud, previsti nella Convenzione ’96 ENEL-Enti Locali, che daranno effetti di graduali miglioramenti nei vari periodi in cui è articolata la convenzione stessa”.

Si deve innanzi tutto portare a conoscenza quanto ben noto alla Direzione Qualità della Vita del Ministero dell’Ambiente, di cui non può non tenersi conto nella suddetta sede istruttoria e successivamente autorizzatoria: il rapporto di maggio 2006 delle attività di caratterizzazione ambientale dell’area definita ad “alto rischio di contaminazione potenziale” della Zona Agricola pertinente al Sito Inquinato Nazionale di Brindisi, riguardante una fascia di terreno larga circa 100 m, estesa su entrambi i lati dell’asse attrezzato a servizio della centrale termoelettrica ENEL di Cerano, ed i terreni limitrofi alla stessa centrale per una estensione di circa 300 m sulla quale sono stati ubicati punti di indagine secondo maglia di lato 100x100m.

Dei 243 punti indagati solo 12 risultano privi di contaminazione: 191 presentano una contaminazione attribuibile a Metalli, 39 mostrano una contaminazione dovuta a Metalli e Pesticidi, 1 è contaminato soltanto da Pesticidi.

La contaminazione da Metalli è prevalentemente dovuta a Stagno, Berillio e Arsenico, ed in quantità minoritaria a Vanadio e Cobalto; in sporadici punti è presente una contaminazione attribuibile a Rame, Cadmio, Mercurio e Nichel.

La caratterizzazione della matrice acque sotterranee, eseguita attraverso l’analisi di campioni di acqua prelevati dai 18 piezometri realizzati e da 11 pozzi esistenti, ha appurato, a carico della stessa, uno stato di contaminazione riferibile ai parametri: Manganese, Nichel, Selenio e idrocarburi.

E’ palese un disastro ambientale, attribuibile alle attività agricole solo in misura modesta, in area che nella storia ha registrato attività esclusivamente agricole ed energetiche.

E’ sorprendente che tale disastro sia stato prodotto in meno di venti anni, intorno ad un impianto moderno, in tempi in cui la normativa ambientale e i coerenti criteri autorizzativi avrebbero dovuto garantire ampia tutela ambientale ad un territorio che (ora è certo) in maniera leggera e addomesticata ha accettato tale eccezionale peso. La situazione ambientale riscontrata è in effetti paragonabile a quella del petrolchimico brindisino, senza però la possibile attenuante della inconsapevolezza regnante in decenni e decenni di anarchia produttiva a partire dal dopoguerra.

In seguito alle indicazioni della conferenza di servizi decisoria sul SIN di Brindisi del 3.3.2007, la conferenza di servizi convocata dal Sindaco di Brindisi in data 20.6.2007 ha successivamente espresso parere favorevole alla emissione in via cautelativa di ordinanza sindacale di divieto di coltivazione delle aree agricole suddette limitrofe agli impianti ENEL. Tale provvedimento è stato emesso il 28.6.2007 con obbligo di distruzione delle colture erbacee e dei frutti pendenti e sta determinando grave allarme e tensione in territorio ad altissima vocazione agricola, già colpito da meccanismi di mercato che da anni penalizzano i prodotti provenienti da Cerano.

La centralina pubblica di monitoraggio dell’atmosfera più vicina alla centrale ENEL, quella di Torchiarolo (comune agricolo di 5.000 abitanti), ha segnalato nel 2006 93 superamenti del limite di legge della media giornaliera di PM10 rispetto ai 35 sconfinamenti annui consentiti dalla legge. Anche la media annua delle concentrazioni giornaliere di PM10 a Torchiarolo ha superato il valore annuale limite prescritto dalla legge (46 contro 40).

In un’area in cui è vietata per le attività agricole l’estrazione di acque dal sottosuolo per il grave fenomeno dell’intrusione di acqua marina nella falda, la centrale ENEL è autorizzata ad emungere da pozzi 1.800.000 mc/anno.

In un mare che registra un continuo innalzamento della temperatura, la centrale ENEL scarica liberamente ogni anno 3 miliardi di tonnellate di acque calde. Gli stessi studi di parte hanno attestato nell’inverno 2007 la presenza di nuove forme di flora e fauna proprie di mari più caldi.

6,5 milioni di tonnellate di carbone scaricate ogni anno da nave, oltre al milione e mezzo di tonnellate per la centrale Edipower, hanno costituito negli ultimi anni la più soffocante servitù su un porto un tempo fiorente e ricco di banchine per ogni tipo di traffico. Una programmazione portuale e regionale schiacciata a senso unico sul carbone, una procedura regionale di VIA che nel 2003 ha paradossalmente bloccato proprio la realizzazione di un molo dedicato nonostante la forte perplessità del Ministero dell’Ambiente, la commistione con i traffici passeggeri e la dispersione di polveri di carbone solo di recente contenuta in limiti accettabili in seguito ad intervento della Magistratura, ha determinato per il porto di Brindisi la perdita di una posizione dominante nel comparto passeggeri rispetto alla quale oggi esso arranca all’inseguimento di porti che hanno invece realizzato investimenti finalizzati a traffici più puliti e più ricchi, effettivamente sottratti al porto di Brindisi.

Questo, in brevissimi passaggi, il pesantissimo portato della centrale di Cerano, cui si aggiunge quello della centrale Edipower nel centro del porto davanti alla città. La situazione è tale che la nuova mega centrale a ciclo combinato Enipower - che produrrebbe ovunque incontenibile sindrome NIMBY - a Brindisi passa inosservata di fronte agli scempi della produzione termoelettrica da 8 milioni di tonnellate di carbone all’anno.

Brindisi è immune da sindrome NIMBY.

Questo territorio ha dato tanto al Paese e oggi attende riconoscimento, attenzione e tutela.

Con la delibera del 24.11.2004 il Consiglio Provinciale, esprimendo totale dissenso rispetto alle convenzioni ENEL 2002 ed Edipower 2003 che avevano introdotto inaccettabili maggiori limiti alle emissioni massiche complessive di inquinanti rispetto alla convenzione del 1996, ha dato mandato al Presidente e alla Giunta per la stipula di nuovi accordi con limiti di emissioni massiche, quantità di carbone e potenza di esercizio non superiori a quelli della convenzione 1996, come già detto recepita nel DPR 23.4.98 “Piano di disinquinamento per il risanamento del territorio della provincia di Brindisi”, norma del tutto disattesa quanto alla produzione di energia elettrica.

Il 19 dicembre 2006 il Consiglio Provinciale di Brindisi ha poi deliberato unanime di impegnare il Presidente della Provincia ad avviare nell’immediato il tavolo negoziale con le Società elettriche brindisine, con particolare riferimento ai seguenti punti:
a) significativa riduzione della produzione di energia elettrica e della quantità di carbone movimentato e bruciato nell’intero polo energetico, con un controllo permanente della qualità prescritta;
b) immediato avvio dei lavori di realizzazione del ciclo combinato e delle strutture di approvvigionamento del metano presso Edipower, programmando i tempi e previa procedura di VIA e autorizzazione, con il funzionamento, nel frattempo, di un gruppo a carbone e l’altro in riserva di esso;
c) realizzazione di un unico pontile dedicato esclusivamente alla movimentazione del carbone, delle ceneri e dei gessi, previsto nel Piano Operativo Triennale 2003/ 05 dell’Autorità Portuale, ripristinando, da subito l’agibilità delle banchine;
d) rientro definitivo dei livelli delle emissioni in quelli stabiliti dal Piano di disinquinamento per il territorio della provincia di Brindisi;
e) nuovi e più bassi livelli di emissione, i cui limiti per Brindisi, siano previsti nel redigendo Piano regionale sulla Qualità dell’aria, e siano tali da garantire una riduzione sostanziale ed effettiva delle sostanze e delle emissioni inquinanti rispetto a quelle attuali, obbligando l’adeguamento dei singoli impianti;
f) realizzazione di un serio, continuo e completo monitoraggio dell’aria, del suolo e dell’acqua, dell’area a rischio, ad opera di un sistema autonomo e pubblico unico;
g) ricostruzione di un corretto rapporto delle Società elettriche con il territorio, le sue imprese e i lavoratori locali, che preveda, anche, intese compensative rispetto ai fenomeni distorsivi prodotti;
h) rilancio del Centro Ricerche Enel, nei settori di frontiera della ricerca, tra le quali la filiera dell’idrogeno e le tecnologie del carbone pulito.

Il confronto serrato con le aziende produttrici di energia elettrica ha indotto ENEL a proporre con nota del 6.4.2007:
1. la realizzazione del pontile dedicato alla movimentazione di carbone ceneri e gessi (cui si era già impegnata nel 2001 per poi arenarsi su VIA regionale non favorevole di cui si è detto); 2. la chiusura del carbonile tuttora a cielo aperto;
3. la riduzione delle emissioni di CO2 del 10% rispetto alle 15.498.522 tonnellate emesse nel 2004, a partire dal 2008;
4. una riduzione delle emissioni massiche annue di macroinquinanti ai seguenti valori: SO2 8.500 ton, NOx 7.500 ton, polveri 610 ton, circa il 15% in meno rispetto ai valori attuali; 5. smobilizzo e cessione alla città del secondo carbonile a cielo aperto, quello in porto, dal marzo 2005 sotto sequestro giudiziario per i danni ambientali prodotti.

Tali proposte non paiono integrate nella richiesta di AIA attualmente in istruttoria, certificando dunque che, in occasione della stessa, ENEL non ha fatto riferimento alle migliori tecnologie disponibili (BAT). ENEL ha evidentemente ben chiara – tanto da proporla alle istituzioni e al pubblico brindisino per la definitiva pace sociale – la possibilità di dare un taglio netto alla emissione di macro-inquinanti, ma non tiene conto di ciò in una richiesta di AIA finalizzata al sostanziale consolidamento dell’insostenibile status quo.

La gravissima situazione ambientale riscontrata impone a questa Amministrazione Provinciale la richiesta intanto di uno sforzo eccezionale dello Stato per la bonifica dei terreni e delle acque di falda e il disinquinamento dell’atmosfera e del mare in un territorio in cui il Registro Tumori Ionico Salentino ha già rilevato una incidenza di neoplasie preoccupantemente elevata.

Inoltre, con riferimento al Piano Nazionale di Assegnazione delle quote di CO2 (quello in vigore ex decreto 18.12.2006 che assegna all’impianto CO2 in diminuzione da 13.341.535 ton nel 2008 a 10.169.341 ton nel 2012 o quello che venisse eventualmente ridefinito in diminuzione) si chiede che venga posto all’impianto in sede di AIA il divieto di acquisto di quote di CO2 sul mercato, in relazione al grave stato di inquinamento esistente, secondo quanto disposto dall’art. 7 del D. Lgs. n. 59/2005: “l’autorizzazione integrata ambientale di attività regolamentate dalle norme di attuazione della direttiva 2003/87/CE contiene valori limite per le emissioni dirette di gas serra, di cui all’allegato I della direttiva 2003/87/CE, solo quando ciò risulti indispensabile per evitare un rilevante inquinamento locale”.

Dalla suddetta limitazione alla emissione di CO2 si ritiene possa infatti derivare una riduzione della produzione – o una conversione a combustibile meno produttivo di emissioni quale il gas – tale da ridurre apprezzabilmente l’impatto ambientale della centrale, cosa evidentemente indifferibile per l’inquinamento locale ufficialmente riscontrato.

Secondo le stesse proporzioni delle quote di CO2 assegnate in diminuzione andrebbero ridotte le emissioni di macroinquinanti a partire dai valori già proposti da ENEL con la suddetta nota del 6.4.2007.

In uno sforzo di realismo e di coerenza con le politiche nazionali di contenimento delle emissioni di gas climaalteranti, la Provincia di Brindisi non propone dunque limiti alla produzione su numeri contestabili ma si adegua ai valori della pianificazione nazionale, pur assai generosi con ENEL rispetto agli impegni da ENEL sottoscritti con il Governo e gli EE.LL. nel 1996, diventati norma attraverso il suddetto D.P.R. 23.4.98.

Si ritiene su questa strada di poter continuare a garantire al Paese il determinante apporto energetico della maggiore delle tre fonti brindisine e di poter dare al territorio brindisino e salentino una più rassicurante prospettiva di sostenibilità, nel rispetto pure di un Piano Energetico Ambientale Regionale che ha nel frattempo posto l’obiettivo della riduzione del 25% della emissione di CO2 da parte dell’impianto.

Sulla base di quanto esposto, con riferimento al grave stato di inquinamento prodotto, la Provincia di Brindisi chiede che la commissione IPPC svolga la propria istruttoria e il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare imposti i successivi atti autorizzativi.

Distinti saluti.

Il Presidente della Provincia di Brindisi
Michele ERRICO

In Allegato:
A. quadro emissioni polo elettrico, sconfinamenti PM10 centraline pubbliche, carbone movimentato;
B. nota ENEL 6 aprile 2007;
C. estratto del verbale della conferenza di servizi S.I.N. Brindisi 2 marzo 2007;br> D. ordinanza sindacale nr.18 del 28.6.2007.