Brindisi, 19/07/2007

Accordo di programma: delusa la Uil

Avevamo ragione a non credere che a Brindisi la politica del NO! potesse essere modificata dalle vane illusioni e le vuote promesse presentateci dalle Istituzioni locali.
I piagnistei di questi ultimi giorni erano i richiami delle solite sirene sempre attente ed impegnate ad incantare ed illudere esclusivamente per superare gli ostacoli della gestione amministrativa (ultimo esempio l'approvazione dei bilanci consuntivi del Consiglio provinciale e comunale di Brindisi).
Superati questi ostacoli si ritorna ad esprimere quell'odio, ormai radicato in questi ultimi anni, per il nostro territorio nei confronti di individuati settori dell'economia e dell'industria.
L'ultima prova è stato il comportamento delle Istituzioni brindisine che in città e nella Provincia esprimono, con dichiarazioni forti ed atteggiamenti determinati, la loro volontà di essere protagonisti ascoltati della necessità di cambiamento, mentre a Roma sono succubi di un semplice funzionario del Ministero delle Attività produttive (tale Mascanzini) che impone il suo input contro la disponibilità a recuperare le aree del Petrolchimico e di tutta la zona industriale.
L'atteggiamento e la reazione dei nostri rappresentanti politici è stata passiva, come se avessero concordato e già riconosciuto che quanto era stato costruito in questi mesi a Brindisi per l'accordo di programma, fosse solo uno scherzo di cattivo gusto, per illudere e prendere in giro, appunto, i cittadini.
Così come non si sono esposti nel pomeriggio, quando c'è stata la discussione sulle autorizzazioni per i progetti e le richieste presentate dalla società Basell, che nulla hanno a che vedere con le bonifiche.
La risposta è stata che prima doveva essere sottoscritto l'accordo di programma e, successivamente, la società in questione deve versare le fideiussioni dovute per il recupero delle aree. Poi si potrà discutere di autorizzazioni.
Tutto questo significa porre sotto sequestro tutta l'area industriale, impedire gli investimenti, impossibilità di realizzare modifiche, significa la morte del settore industriale della chimica brindisina, voluto e decretato dalla Provincia, dal Comune e dalla Regione Puglia insieme ad altri soggetti che gioiscono e festeggiano sulle disgrazie degli altri.
Sapevamo e l'abbiamo detto chiaramente molte volte che non dovevamo fidarci dei personaggi a capo delle Istituzioni.
Ora dobbiamo stare attenti anche nei confronti di altri individui che ufficialmente dichiarano la necessità del cambiamento, ma puntualmente vengono smentiti dai fatti a cui partecipano in prima persona.
Non abbiamo bisogno di queste persone e di tutti coloro che non vogliono il bene della nostra città e del nostro territorio.

COMUNICATO STAMPA UIL BRINDISI