Brindisi, 27/07/2007

Da settembre nuovi prezzi per il pane

I rincari per tutte le farine da panificazione sono già nelle fatture di questi mesi; i mulini italiani alzano i prezzi delle farine ai fornai con aumenti che raggiungono il 40%; gli effetti dei rialzi del prezzo del grano porteranno conseguentemente all’aumento del pane e di tutti prodotti da forno.

I motivi di tali rincari molti consumatori non li conoscono.
L’Italia importa circa il 40% del grano duro per soddisfare il proprio fabbisogno, ma, nell’ultimo periodo, Canada e Siria, i nostri principali fornitori hanno ridotto e in parte bloccato l’esportazione.

Di riflesso si è avuta l’impennata dei prezzi del grano. La causa? I biocarburanti.
Nei paesi esportatori cresce in modo esponenziale la richiesta di cereali per la produzione di biocombustibili ed i produttori agricoli scelgono la coltivazione di mais, colza e girasoli per le bioenergie piuttosto che grano per usi alimentari, del quale c’è un crescente fabbisogno mondiale.
Colture per produrre etanolo e biodiesel utili a sostituire carbone e petrolio sostituiranno colture di grano per produrre pasta e pane.
Anche in Europa aumentano le colture di colza, in Brasile raggiungono livelli sbalorditivi, in Cina in pochi anni raddoppiano.
Sempre più paesi preferiscono investire su colture per bioenergie.
In Italia sembra non ci siano azioni all’orizzonte in grado di prevenire: una crisi nel settore dell’industria molitoria, un aumento sproporzionato, rispetto a quelli attuali, dei prezzi di pasta e pane, una invasione di prodotti alimentari e di biocombustibili da altri Paesi, pronti ad approfittare dei nostri rincari e dei nostri ritardi, vere e proprie opportunità per cinesi e non solo.

Nessuna azione, almeno da quanto riferiscono i panificatori in stretto contatto con le aziende di produzione di farine, per stimolare la ripresa delle colture di grano che anno dopo anno si sono ridotte al lumicino.
Nessuna azione, per stimolare ed iniziare colture di mais, colza o girasoli (che per anni, quando c’era il contributo statale e senza effettuarne il raccolto dominavano infiniti ettari di terra nelle nostre province salentine).
Cosa accadrà a settembre? nonostante la categoria sia contraria agli aumenti, il prezzo del pane dovrà aumentare; l’impegno sarà di contenere l’aumento entro il 20% rispetto a quello attuale fissato ad € 2,30.
Naturalmente si chiede ai consumatori di essere comprensivi nei confronti dei panificatori e di confermare la fiducia acquistando il pane direttamente dai forni, dove tutte le materie prime sono rintracciabili e di qualità.


Il Coordinatore Gruppo Panificatori Brindisi – CNA Teodoro Piscopiello