Brindisi, 06/10/2007
A.I.A. Centrale Enel Cerano: il PRC interroga il Min. Ambiente
Il Partito della Rifondazione Comunista sostiene la Provincia di Brindisi nella dura contrapposizione all'ENEL per il ridimensionamento della centrale a carbone di Cerano, la più grande d'Italia, una delle più grandi d'Europa, al centro di un disastro ambientale certificato dalle competenti Autorità di controllo, che ha già prodotto l'ordinanza sindacale di distruzione dei frutti pendenti e di divieto di coltivazione nelle aree agricole circostanti la centrale e l'asse policombustibile attrezzato Costa Morena - Cerano. Dei 243 campioni di terreno indagati ben 230 infatti sono risultati contaminati da metalli oltre i limiti di legge.
Per tale centrale è attualmente in corso presso il Ministero dell'Ambiente, nel più totale silenzio di tutte le amministrazioni coinvolte a parte la Provincia di Brindisi, l'istruttoria per il rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale, istituto finalizzato al compendio di tutte le autorizzazioni necessarie ai grandi impianti sulla base dell'applicazione delle migliori tecnologie disponibili.
Con interventi ufficiali del novembre 2006 e del gennaio 2007, la Provincia di Brindisi ha posto come condizione per la concessione della Autorizzazione Integrata Ambientale la copertura dell’immenso parco carbone di Cerano e la realizzazione a spese ENEL/Edipower di molo combustibili dedicato nel porto esterno di Brindisi per liberare le banchine un tempo destinate a traffici mercantili e oggi asservite alla logistica del carbone.
Con intervento ufficiale del luglio 2007, la Provincia di Brindisi ha chiesto al Ministero dell'Ambiente che il disastro ambientale suddetto sia posto al centro dell’istruttoria dell’Autorizzazione Integrata Ambientale di quella centrale; insieme con i 93 superamenti del limite di legge della media giornaliera di PM10 segnalati nel 2006 dalla centralina pubblica di Torchiarolo; insieme con lo scarico di 3 miliardi di tonnellate di acque calde e di 3 milioni di tonnellate di acque inquinate ogni anno nelle sempre più calde acque del Mare Adriatico; insieme con i 6,5 milioni di tonnellate di carbone scaricate ogni anno da nave nel porto di Brindisi (in aggiunta al milione e mezzo di tonnellate per la centrale Edipower); insieme all'emungimento di acque di falda in area di grave intrusione marina; insieme alle decine di migliaia di tonnellate di anidride solforosa, ossidi di azoto e polveri immessi nell'atmosfera brindisina ogni anno, e altro ancora.
Al fine di ridimensionare il potenziale distruttivo della centrale, parallelamente all'ambientalizzazione della stessa, la Provincia di Brindisi ha chiesto che in sede di Autorizzazione Integrata Ambientale venga posto per l’impianto il divieto di acquisto di quote di CO2 sul mercato con riferimento al Piano Nazionale di Assegnazione - ex decreto 18.12.2006 - che già assegna all’impianto quote di CO2 in diminuzione da 13.341.535 ton nel 2008 a 10.169.341 ton nel 2012 rispetto ai 15 milioni di tonnellate di CO2 attualmente emesse (massima fonte nazionale). La limitazione delle emissioni di CO2 alle quote assegnate si ritiene possa infatti determinare una riduzione della produzione – o una conversione a combustibile meno produttivo di emissioni quale il gas metano – tale da ridurre apprezzabilmente l’impatto ambientale della centrale, cosa ormai indifferibile per il disastro ambientale certificato.
L'Autorizzazione Integrata Ambientale - per legge istitutiva - può porre limiti all'emissione di anidride carbonica quando indispensabile per evitare un rilevante inquinamento locale.
Con interrogazione parlamentare a risposta immediata al Ministro dell'Ambiente, l'On. Paolo Cacciari e l'On. Donatella Duranti di Rifondazione Comunista hanno chiesto di conoscere quali iniziative il Ministero intenda intraprendere circa le richieste dell’Amministrazione Provinciale, con riferimento all’Autorizzazione Integrata Ambientale, in particolare circa l’impostazione della stessa sulle gravissime criticità ambientali già rilevate, e da ulteriormente approfondire.
Hanno inoltre chiesto se, per il rispetto degli obblighi nazionali di riduzione delle emissioni di gas clima-alteranti, sia intenzione del Ministro, nella logica delle leggi vigenti, partire dalla riduzione delle emissioni di gas clima-alteranti prodotte dagli impianti più inquinanti, quali la Centrale ENEL di Cerano.
Martedì prossimo il Ministro dell'Ambiente risponderà in Commissione Ambiente.
Il Partito della Rifondazione Comunista intende appoggiare la battaglia di civiltà portata avanti dalla comunità brindisina e dalla Provincia di Brindisi fino al raggiungimento dell'ancora lontano obiettivo della sostenibilità dell'intero polo energetico brindisino.
Nicola CESARIA
Segretario Provinciale PRC
COMUNICATO STAMPA PRC FEDERAZIONE DI BRINDISI |