Brindisi, 25/10/2007

Romano (Ds): "rafforzamento eccellenze e nuovo ospedale nel nord brindisino"

Il consigliere regionale dei Ds e responsabile regionale Ds Sanità, ha diffuso la seguente ipotesi di lavoro per un diverso sistema di organizzazione sanitaria nel territorio. Segue il testo.

“Sempre più evidenti i segnali di una riorganizzazione funzionale ed economica più rispondente alle esigenze del cittadino-utente dei servizi socio sanitari.
Parlare, d'altronde, di un nuovo inizio del sistema sanitario pugliese trascurando il tema della qualità del modello ereditato, della cronica insufficienza della dotazione finanziaria, delle sacche di spreco e commistione che costringono il sistema a vivere in costante emergenza, è sbagliato oltre che scorretto politicamente.

Merito al centro sinistra pugliese, ed è quello di essersi impegnato per definire una dotazione finanziaria complessiva sufficientemente veritiera, priva cioè di alchimie contabili, di perenzioni, di eccessivi prelievi dal bilancio autonomo della Regione. La spesa di investimento ha subito una accelerazione con la cantierizzazione di quasi tutti i fondi rivenienti dall’ex art.20 avviando un ammodernamento strutturale di molti Ospedali pugliesi; con l’ultima delibera Cipe sono state destinate risorse finanziarie importanti verso gli Ospedali di eccellenza della nostra Regione.

Sono state ritoccate le tariffe per gli interventi di alta e media complessità e si è dato il via alla riapertura di reparti chirurgici in precedenza accorpati, il tutto a risorse invariate.
Un’azione di politica sanitaria importante che, se letta insieme alla maggiore destinazione di risorse finanziarie verso la medicina del territorio, rende compiuta l’idea del modello di sanità che vogliamo costruire.
L’altra emergenza, quella cioè della qualità della prestazione sanitaria, incomincia a trovare una risposta con le decisioni che sono state assunte in materia di stabilizzazione, oggi per il personale infermieristico e tecnico di comparto e successivamente per quello sulla dirigenza medica.
Dare stabilità al personale è la precondizione per impostare un piano di formazione ed aggiornamento, per migliorare il grado di accoglienza, per semplificare i procedimenti, per professionalizzare l’accesso alle prestazioni.

Il modello di sanità sul quale stiamo lavorando avrà una sua maggiore concretizzazione, con la imminente approvazione del Piano regionale della Salute; lì avremo modo di definire i modelli dipartimentali intraospedaliero, interdisciplinare, di integrazione territoriale.

Quando, nel 2006, definimmo gli strumenti della partecipazione e della codecisione in materia di scelte di politica sanitaria, il centro-destra obiettò sulla farraginosità delle procedure, sul rischio della richiesta campanilistica che i territori avrebbero avanzato, sulla difficoltà della sintesi coerente con le indicazioni scientifiche.
Noi riteniamo salutare la nascita spontanea di comitati in difesa di strutture o che rivendicano investimenti in diagnostica per immagini o per la apertura di reparti di alta complessità.
La loro presenza tiene alta l’attenzione della politica, del management della sanità pubblica.
Tutte le aspettative, però, devono tenere ben chiaro il tema del sistema sanitario pugliese nella sua complessità ed interezza. La programmazione che il Piano definirà per la Puglia dovrà tener conto delle aree territoriali interessate da picchi di mobilità passiva, della previsione dei casi di patologia regionale e provinciali, della casistica operatoria consolidata nel breve periodo, della distanza territoriale tra reparti di alta complessità.

Il Piano deve avere l’ambizione di licenziare piani provinciali compiuti ed integrati col territorio e col sistema regionale; occorre evitare la duplicazione non funzionale di reparti, impianti di diagnostica sottoutilizzati e puntare a destinare risorse alla medicina del futuro.
Ritengo, per Brindisi, oltremodo giusta e la sosterrò sino in fondo, la richiesta di dotare l’Ospedale Perrino di un apparecchio PET-TAC di ultima generazione in uno con la dotazione degli Ospedali sedi di branche chirurgiche di una TAC o di una risonanza magnetica, perché i dati previsionali sulla incidenza di tumori validano scientificamente tale richiesta. Inoltre, il livello di eccellenza raggiunto dal reparto grandi ustioni e dal centro trasfusionale, ormai riferimento mediterraneo, mi impegnano a rivendicare sempre per il Perrino, la nascita della banca del tessuto (con una sezione per l’osso) e della banca del cordone ombelicale.
Ritengo, per tutte queste ragioni, che si debba passare alla fase attuativa, la decisione prevista a dotare il Perrino del reparto di cardiochirurgia infantile completando così il livello di eccellenza raggiunto dall’Unità di terapia intensiva neonatale.

La richiesta del reparto di cardiochirurgia è bellissima e suggestiva perché ci coinvolge tutti in modo emotivo, ma i costi e la problematica è talmente complessa da richiedere una valutazione scientifica sui flussi di popolazione interessati a tale patologia; completare tutta la casistica possibile della cardiologia interventista potrebbe essere una soluzione ottimale.
Quando sostengo questo impegno politico, non ritengo di farlo in ossequio ad una richiesta di carattere campanilistico, ma di perorare istanze legittime e scientificamente sostenibili.
L’altro obiettivo da non perdere di vista, mi pare essere il finanziamento della realizzazione di un nuovo Ospedale, di 300-350 posti letto, nell’area nord della Provincia di Brindisi.
Mi permetto di dissentire da chi guarda all’oggi e perde di vista l’offerta sanitaria per i prossimi dieci anni, proprio per le patologie gravi e di alta complessità.

Le toppe che potremo mettere alle attuali strutture, non risolveranno mai il problema; un ospedale nuovo, costruito con le attuali tipologie di edilizia ospedaliera, dotato di terapie intensive e rianimazione, con una offerta sanitaria completa è un obiettivo concreto.
Perderlo, si rivelerebbe un pugno nello stomaco alla sanità brindisina.
Resta, infine, la mia continua ricerca di confronti e di contributi che devono venire dai pazienti, dagli operatori e dai rappresentanti istituzionali. Scrivete le Vostre riflessioni su questo mio scritto al sito www.dsregionepuglia.it”.

Giuseppe Romano
Vice capogruppo Ds alla Regione