Francavilla F.na, 13/11/2007

La disputa scolastica approda in Commissione

E’ stata inoltrata in VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione) l’interrogazione riguardante la vicenda che vede coinvolti e contrapposti un docente francavillese e il dirigente scolastico dell’Istituto in cui lo stesso professore insegna.
Sinora sono stati taciuti i nomi dei due contendenti, ma sembrandoci ormai cosa poco realizzabile e del resto non conforme ad un articolo che si proponga di fornire un’informazione, rechiamo qui e a differenza di altri articoli precedenti, i loro nomi: il prof. Gerardo Trisolino e il d.s. dell’ITIS “Enrico Fermi” Giovanni Semeraro.

Autrici dell’interrogazione al ministro sono state due donne del gruppo parlamentare di Rifondazione Comunista, le compagne Donatella Duranti e Titti De Simone. Il partito della Rifondazione Comunista ed i Giovani Comunist* di Francavilla Fontana (Brindisi) hanno avvertito, infatti, la necessità di portare davanti al ministro della Pubblica Istruzione l’inverosimile questione.
Si è voluto con ciò dare il giusto risalto alla gravità del comportamento del dirigente scolastico, un comportamento sprezzante di ogni libertà di opinione che sia diversa dalla propria o che, anche se giusta e condivisibile, possa ledere l’immagine della sua “azienda”, poco importa che si tratti di una scuola. Il d.s. Semeraro (lo ricordiamo per coloro che non fossero a conoscenza della vicenda) inviò lo scorso 24 Luglio al prof. Trisolino una nota di contestazione di addebiti riferita ad un articolo apparso il 20 giugno sulla testata “Senza colonne” in cui l’autore, ossia il prof. Trisolino, definiva un doppio fallimento, pedagogico e didattico, l’esito dell’anno scolastico appena concluso: su un totale di 721 studenti solo 261 avevano superato l’anno, i respinti erano stati 123, 300 i promossi con debito e, infine, 15 gli studenti non ammessi agli esami. Una vera catastrofe, oggettivamente.

Non dello stesso parere (ma non è questo il problema) sarà stato, evidentemente, il D.S,. se ha ritenuto “comportamento non conforme alle responsabilità, ai doveri ed alla correttezza inerenti alla funzione di dipendente pubblico” le dichiarazioni rese dal Prof. Trisolino, perché fonte di discredito, “agli occhi del lettore e dunque della collettività, del buon andamento e dell’efficienza dell’ITIS “Enrico Fermi” di Francavilla Fontana, nonché di creare un chiaro danno all’immagine della stessa Istituzione scolastica”. Chissà se dopo tutto questo polverone di cui egli stesso è stato l’involontario artefice, il preside Semeraro sarà ancora dell’opinione che sia stata la critica del suo subordinato e non la sua intolleranza da perfetto dirigente scolastico del Ventennio a recare danno all’immagine della sua scuola!
Chissà se potendo conoscere le conseguenze del suo comportamento avrebbe cercato di essere un po’ più liberale! E’ stata, del resto, proprio la convinzione che il prof. Trisolino abbia esercitato il diritto dovere di critica e di cronaca garantiti dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato, nell’ambito di un sistema democratico, nel quale la libertà di parola e di pensiero sono cardini essenziali, a portare il segretario cittadino di Rifondazione, Emanuele Modugno, e le compagne Donatella e Titti a farsi portavoce del vero e proprio attacco subito dal professor Trisolino, un attacco pesante se consideriamo anche che lo stesso docente, oltre ad insegnare Lettere in quell’Istituto, è esempio di grande professionalità, svolgendo anche attività critica, di studioso e di recensore ed essendo nella zona noto pubblicista iscritto all’Albo.

Ora la parola dovrebbe passare al ministro Fioroni. Non so quanto ci sarà da aspettarsi da lui; non so se su questo tema sarà un po’ più solerte, se vorrà prendere un qualche provvedimento o se vorrà lasciare stare tutto com’è.
Vorremmo sentirlo rispondere che, in un sistema democratico, le opinioni di dissenso interne agli organismi scolastici, qualora vengano anche esternate a mezzo organi di stampa, soprattutto se espresse in forma civile ed adeguata, non possono costituire un pretesto per azioni disciplinari.
Vorremmo che prendesse un serio provvedimento in merito a ciò, almeno a ciò.
Per il resto le abbiamo quasi perse le speranze.
Le domande che da anni pone la popolazione studentesca, le richieste di abolizione delle più stravaganti e folkloristiche riforme, tese a mercificare gli studenti e a precarizzarli già prima che diventino precari, non hanno ancora ricevuto risposta. Così anche le richieste di un effettivo diritto allo studio, termine tuttora privo di applicazione.
Forse era meglio prima, quando almeno potevamo prendercela con la Moratti. In fondo, niente è cambiato da allora.

Raffaele Emiliano
giovani comunisti Rifondazione comunista Francavilla Fontana