Brindisi, 16/11/2007

Discarica rifiuti speciali pericolosi del SISRI: le Associazioni chiedono chiarezza

Abbiamo di recente letto sulla stampa, ciò che in realtà si sente dire da 3 anni, e cioè che la Provincia non rinnoverà l'autorizzazione all'esercizio della discarica di rifiuti speciali pericolosi del SISRI nella zona industriale di Brindisi a ridosso di Fiume Grande.

In Italia ci sono solo due discariche di questo tipo. Di quella brindisina ne ha usufruito la nazione intera, fatta eccezione per le grandi aziende locali che avrebbero invece spedito altrove i propri rifiuti - pare - per scelte di economicità.

Esiste materiale fotografico che riproduce la situazione provocata da un nubifragio di un paio di anni fa, che causò l’esondazione di Fiume Grande, con acqua alta un metro che circondò la discarica. Ciò a certificarne la pericolosa ed errata collocazione e a dispetto dell’allora dichiarata impossibilità di tali eventi, una valutazione quindi del tutto sbagliata.
Negli stessi giorni in cui la Provincia ha ribadito la sua posizione in merito a tale discarica è comparso su alcuni giornali un avviso a pagamento del SISRI relativo alla procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale per un progetto di ampliamento della stessa discarica.
La comunità brindisina pretende di conoscere una volta per tutte i programmi delle Istituzioni Locali circa tale discarica di proprietà pubblica. La Città chiede di sapere se l'ente pubblico SISRI risponda - come pensiamo tutti che debba - alle esigenze locali così come interpretate dalle istituzioni democraticamente elette o se invece vuol essere funzionale a interessi diversi che vorremmo in questo caso conoscere. Una richiesta legittima che doverosamente attende di essere soddisfatta.

Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.