Brindisi, 01/04/2004
Innovazione e ricerca: Brindisi tagliata fuori
E’ del 20 Marzo la notizia della nascita a Bari del Polo tecnologico integrato per sviluppo economico. Il Polo tecnologico avrà la finalità di promuovere lo sviluppo economico attraverso progetti di alta tecnologia informatica, multimediale e logistica.
A tale iniziativa si collega il rilancio del Parco Scientifico e Tecnologico di Bari Tecnopolis. Questa iniziativa segue quella da poco avviata a Foggia relativa alla costituzione di un Centro di eccellenza specializzato nella ricerca e nelle applicazioni biotecnologiche per la sicurezza e la valorizzazione dei prodotti agroalimentari.
Infine ricordo come già in un articolo precedente avevo parlato dell’inaugurazione a Lecce nello scorso Febbraio del Distretto Tecnologico presso le palazzine ISUFI. Possiamo quindi dire di averci visto giusto nel momento in cui dichiaravamo che l’affossamento del Pastis avrebbe non solo penalizzato e mortificato una esperienza cresciuta e consolidatasi in Provincia di Brindisi ed intorno alla quale sono emerse ulteriori e prestigiose realtà scientifiche, ma avrebbe altresì rideterminato la geografia degli investimenti in ricerca nell’intera Regione tagliando fuori la nostra Provincia.
Ci chiediamo ancora perché il protocollo di intesa del marzo 2003 tra la Regione Puglia, l’Università di Lecce, e la Provincia di Brindisi per il rilancio del Pastis e per la creazione del distretto tecnologico sia rimasta lettera morta. Così come appare misterioso il versamento da parte di Finpuglia nelle casse del Pastis di 750.000,00 euro 10 giorni prima l’avvio dell’iter di liquidazione del Pastis. Ed infine sarebbe utile chiarire perché per Tecnopolis siano stati trovati oltre 8.000.000 di euro per far fronte ad una situazione debitoria pesante.
Purtroppo avevamo visto giusto anche nel dire che la chiusura del Pastis avrebbe determinato disagi di diversa natura al patrimonio umano, tecnico e scientifico presente nella Cittadella della Ricerca.
Tuttavia non possiamo ritenerci soddisfatti nel dire che avevamo visto giusto, ma dobbiamo recuperare quel gap di iniziativa e proposta politica necessario a fare del Pastis e della Cittadella della Ricerca un elemento strategico della rinascita della nostra provincia. Non lo vogliamo solo noi, lo vogliono anche le migliaia di persone che hanno sfilato per le vie di Brindisi nei giorni scorsi chiedendo il salvataggio del Pastis.
Dobbiamo in sostanza coprire il vuoto lasciato dall’Amministrazione Frugis capace negli anni passati di intraprendere azioni ed iniziative che hanno portato a questa situazione.
Su questo non ci sono alibi e sconti per nessuno.
Ripeteremo alla noia che Università di Lecce, Finpuglia e Provincia di Brindisi, che costituiscono la maggioranza societaria del Pastis, sono responsabili di questo epilogo che ha lasciato inoltre senza prospettive circa 100 giovani tra ricercatori ed addetti. Noi riteniamo opportuno e necessario porre alla testa del nostro programma elettorale le questioni dell’innovazione, della ricerca avanzando proposte concrete che siano frutto di una visione strategica da costruire con il contributo dei diversi soggetti oggi impegnati in Provincia di Brindisi su questo fronte.
Abbiamo anche il compito di recuperare un gap di alta formazione che vede questa provincia ai margini dell’offerta formativa pugliese. Bari, Lecce e Foggia sono difatti sede di Università, mentre Taranto accoglie già corsi di laurea in lettere, scienze dei beni culturali, scienze dell'educazione e della formazione, scienze dell'economia e della gestione aziendale, scienze della comunicazione, scienze economiche, scienze giuridiche, scienze e tecnologie, zootecniche e delle produzioni animali.
Di cosa è stata ed è l’università brindisina forse è meglio non parlare e porsi semplicemente l’obiettivo di ripartire da zero invertendo la logica che fino ad oggi ha portato all’individuazione dei corsi di laurea attivi sul territorio. Non possiamo più favorire la localizzazione di corsi di laurea funzionali esclusivamente a dare risposta alle necessità finanziarie a carico delle Università. Necessità queste sorte dopo la riforma legislativa che ha introdotto l’autonomia degli atenei.
Anche qui è necessario avviare un processo partecipato il cui scopo è quello di permettere al territorio, al suo sistema produttivo ed istituzionale di individuare l’apporto formativo, e quindi i corsi di laurea, più utili alla crescita ed allo sviluppo. La Provincia di Brindisi dovrà rialzare la testa e riappropriarsi di autorevolezza e ambizione non accettando più la sudditanza culturale e scientifica vissuta in questi anni.
Onofrio Cretì
Segretario DS Brindisi
COMUNICATO UFFICIO STAMPA DS BRINDISI |