Brindisi, 30/11/2007
Blitz Greenpeace, Flaei Cisl: "lasciateci lavorare"
Una visita tutta particolare, oggi, alla Centrale “Federico II” di Enel a Brindisi.
Affidata più alla spettacolarizzazione che alla corretta informazione.
Greenpeace, pur presente in tutto il mondo, sceglie Brindisi come luogo simbolo della sua campagna, ma ha sbagliato indirizzo. Siti più appropriati sa di poterli trovare a Pechino, Shangai, Bombay, Singapore, Sidney, Miami, ma anche Colonia, Stoccarda e addirittura Copenhagen: sarebbero molto più indicati perché si tratta di città e Paesi che fondano le loro economie sull'uso del carbone per la generazione elettrica.
Allora è chiaro a tutti l’uso strumentale del messaggio di Greenpeace sulle emissioni di gas serra: creare paura senza creare conoscenza.
E’ tutto il mondo che va a carbone.
Ogni anno solo in Cina si costruisce una nuova centrale a carbone alla settimana, centrali che non possono essere paragonate per qualità e livello delle tecnologie in difesa dell’ambiente, alla centrale Enel di Brindisi.
La CO2, è bene non dimenticare, è strettamente legata al fabbisogno energetico del Paese. E’ l’energia che registra la sua capacità di sviluppo.
Per produrre energia elettrica, utilizzando fonti fossili, si è costretti a produrre anche CO2.
Cerchiamo di contestualizzare i dati.
Nel 2005, le emissioni della Centrale “Federico II” sono state pari a 15,4 milioni di tonnellate. Esse corrispondono al 3% di tutta la CO2 emessa in Italia, allo 0,4% della CO2 emessa in Europa, allo 0,07% della CO2 nel mondo.
A chi serve, allora, questo accanimento su Brindisi contro la Centrale Enel?
Perché si continua ad urlare la richiesta di riduzione di CO2 con una contestuale riduzione del carbone pari al 30%? Essa significa, in caso di accoglimento, realizzare un risparmio di CO2 pari a 2,7 milioni di tonnellate (sempre rispetto alle emissioni del 2005) così suddivisa: lo 0,6% della CO2 emessa in Italia, lo 0,08% la CO2 emessa in Europa e lo 0,01% della CO2 emessa nel mondo.
La CO2 è gas incolore e inodore, non tossico in sé, ma non respirabile. Non è un inquinante sito-specifico, ma insieme al metano è responsabile dell’effetto serra. E’ prodotta dagli autoveicoli, dall’industria, dal riscaldamento e dalla natura. E’ un problema planetario. Non può essere ridotto ad azioni spettacolari che, come quelle di questa mattina a Cerano, cerca di criminalizzare solo Enel.
Il Sindacato non ci sta. I lavoratori, uniti, a gran voce, questa mattina hanno gridato “Lasciateci lavorare!”
COMUNICATO STAMPA Flaei Cisl
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Per le immagini di Greenpeace durante l'azione nella centrale a carbone ENEL: clicca qui
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