Bari, 04/12/2007

Enel respinge le affermazione del Presidente Errico

Bari, 4 dicembre 2007 - Enel respinge fermamente l’ultimo atto della ormai furibonda campagna che il Presidente della Provincia di Brindisi Michele Errico rivolge sempre e solo nei confronti della stessa Società.

L’utilizzo di espressioni come quelle con cui lo stesso accusa Enel di porre in essere “ricatti di cultura mafiosa” sono inaccettabili, non solo perché destituite di ogni fondamento, ma soprattutto perché pronunciate nell’esercizio di funzioni pubbliche e rivolte a una Società quotata in borsa e controllata dallo Stato.
Le manifestazioni dei lavoratori brindisini, e le recenti dichiarazioni dalle Organizzazioni sindacali e imprenditoriali dimostrano il livello di allarme sociale provocato dalle scelte, dagli atteggiamenti e dalle dichiarazioni del Presidente Errico.
Quella che lui definisce con disprezzo “povera gente” ha ben compreso che, alla riduzione di attività produttive della Centrale conseguiranno inevitabilmente, come è logico per qualunque azienda, diminuzione di posti di lavoro e quindi disoccupazione aggiuntiva.

Del resto, dalle dichiarazioni degli stessi lavoratori dell’indotto, emerge che è proprio l’opposizione del Presidente Errico a discutere con Enel ha fatto sì che passasse un anno senza nemmeno ottenere quello che l’azienda elettrica aveva proposto in via provvisoria.

E’ allarmante che l’utilizzo di espressioni offensive e gratuite si accompagni a un vero e proprio travalicamento delle funzioni istituzionali, che Enel rileva quando Errico, con atteggiamento questo sì intimidatorio, da un lato anticipa le conclusioni del procedimento amministrativo AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) relativo alla Centrale Federico II, tuttora pendente dinanzi al Ministero dell’Ambiente, e, dall’altro, già prefigura ipotetici provvedimenti dell’Autorità giudiziaria penale in relazione alla già prevista copertura del carbonile.

COMUNICATO STAMPA ENEL

Altre News su CARBONE

blitz_greenpeace