Brindisi, 22/02/2008

Bonifiche, Associazioni: "si proceda ugualmente nonostante la contrarietà della aziende"

La comunità brindisina ha accolto con favore il 18 dicembre scorso la firma dell’Accordo di Programma sul Sito Inquinato Nazionale di Brindisi per la messa in sicurezza e bonifica delle acque di falda, delle aree pubbliche, degli arenili e delle aree marino costiere, e anche delle aree private in sostituzione e in danno dei soggetti obbligati che non abbiano presentato progetti di bonifica o i cui progetti siano stati rigettati.

I benefici previsti dall’Accordo per i soggetti privati sono enormi posto che la parte pubblica si impegna con € 135.150.000,00 a realizzare gli interventi di bonifica della falda liberando il privato dal relativo obbligo e a riconoscere al privato, a titolo di contributo statale all’intervento di bonifica, una riduzione del 50% sul rimborso per gli interventi, riconoscendo pure le spese già sostenute per interventi già avviati di messa in sicurezza.
Il tutto a fronte di una transazione con il Ministero dell’Ambiente con cui il privato si impegna a concorrere, pro quota, agli oneri di bonifica in ragione della superficie della propria area e a corrispondere in 10 anni senza interessi le somme dovute per danno ambientale, quantificato per difetto nella misura convenzionale complessiva di € 200.000.000,00, ripartito a carico dei singoli soggetti in ragione della superficie.

Addirittura resta in capo all’Ente pubblico la messa in sicurezza e bonifica delle acque di falda e dei suoli delle aree ricevute dal privato in assegnazione da Ente pubblico: uno straordinario beneficio, questo, per tutte le piccole e medie aziende brindisine assegnatarie di lotti SISRI, per le aziende in corso di insediamento, e per l’economia brindisina in generale. Qualora inoltre il soggetto titolare di aree inquinate intenda realizzare investimenti sull’area in questione, potrà conguagliarli con i costi posti a suo carico.
E qualora intenda realizzare investimenti dotati di caratteristiche ambientali migliori rispetto ai limiti di legge, il maggior costo dell’investimento potrà essere oggetto di conguaglio con le somme dovute per danno ambientale.

Tutto il territorio brindisino ha ritenuto di aver raggiunto il 18 dicembre 2007 un risultato di portata storica dal punto di vista ambientale e dal punto di vista economico. Così è stato salutato da tutte le amministrazioni e pure dalle associazioni datoriali e dai sindacati, al di là di mere eccezioni di metodo e non di merito.

Apprendiamo però dalla stampa dei ricorsi di Polimeri Europa ENI Sanofi, Syndial, Dow Italia ed Enipower per l’annullamento del protocollo stesso.

Le aziende cioè che dovrebbero far fronte all’onere di bonifica e persino all’ingentissimo danno ambientale procurato all’area di Brindisi ricorrono contro un provvedimento che li sgrava di almeno il 50% di quegli oneri, con la possibilità addirittura di azzerarli in caso di investimento produttivo.

È un fatto gravissimo, interpretabile esclusivamente come assoluta indisponibilità di quelle aziende a bonificare i propri insediamenti brindisini, come assoluta assenza di programmi di investimento, come assoluta estraneità al difficile percorso condiviso di recupero e rilancio sostenibile del territorio brindisino.

A fronte del ricorso per l’annullamento dell’accordo, le Associazioni chiedono che Comune Provincia e Regione promuovano finalmente un’azione di danno ambientale contro dette aziende, e assumano una durissima posizione contraria a qualunque palliativo di bonifica dalle stesse aziende prospettato. Le Associazioni chiedono al Ministero dell’Ambiente di procedere urgentemente alle bonifiche in danno delle stesse aziende.

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO
Italia Nostra, Legambiente, WWF, Coldiretti-TerraNostra, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.