Brindisi, 29/02/2008

Gli agricoltori precisano le ragioni della protesta

Gli agricoltori sono ancora impegnati nel presideio permanente sulla S.S. 7 Mesagne-Brindisi, uscita Restinco. I responsabili del Presidio, A. De Franco (UNICO-MAB), L. Protopapa, C. Tagliente, hanno inviato un comunicato stampa precisando le ragioni della protesta. Di seguito lo riportiamo integralmente:

"La rappresentazione univoca – salvo due eccezioni - dello sciopero provinciale di lunedì 25/2 u.s. dell’agricoltura brindisina offerta dai mezzi di informazione, ci ha indotto a diramare il presente comunicato con allegato un documento prodotto dall’Ufficio Studi di Unico Agricoltura dove si spiega – leggi alla mano – come gli agricoltori dei presidii non sono malpagatori o cattivi imprenditori che si sono indebitati per scelte sbagliate per cui, adesso, col cappello in mano chiedono un ulteriore favore al Governo.
NOI SIAMO IN STATO DI AGITAZIONE PERCHE’ SIAMO VITTIME DI UNA SERIE DI ABUSI DI LEGGE (COME LA COMPENSAZIONE AGEA-INPS CHE CI HA TOLTO L’UNICA ENTRATA CERTA RIMASTA NEL SETTORE) E DI SOPRUSI (COME LA RISTRUTTURAZIONE DEL PREGRESSO CONTRIBUTIVO: UN DIRITTO CONQUISTATO DOPO UNA DURA VERTENZA PER OTTENERE IL QUALE CI COSTRINGONO A PAGARE LA TANGENTE ALLE BANCHE).
NOI NON STIAMO CHIEDENDO NESSUN FAVORE E NESSUNA ELEMOSINA: NOI STIAMO LOTTANDO PER VEDERCI MANTENERE DEI DIRITTI CHE CI VOGLIONO TOGLIERE. MA ANCHE UN DOVERE: A LAVORARE LIBERAMENTE SENZA ESSERE SFRUTTATI!
Vi imploriamo! Vi preghiamo: leggete la relazione allegata; siamo riusciti a condensare in due pagine una storia di quasi 30 anni!
Purtroppo la comprensibile confusione dei giornalisti dinanzi ad un caso molto particolare che richiede conoscenze tecniche (la censura è altro discorso) ci ha portato alla decisione di dover PROLUNGARE IL PRESIDIO OLTRE LE PREVISIONI INIZIALI FINO A CHE IL MESSAGGIO DELLA NOSTRA LOTTA NON PASSA CHIARAMENTE NELLA OPINIONE PUBBLICA. Vi chiediamo di aiutarci a raggiungere tale obiettivo.
Inoltre è giusto ed importante che le imprese agricole sappiano che possono sbloccare le somme indebitamente trattenute dall’INPS in AGEA del Premio PAC 2007 con una apposita comunicazione predisposta dal competente ufficio che si può inoltrare rivolgendosi ad uno dei Comitati MAB o presso il Presidio sulla S.S. 7 – us. Restinco, sostenendo la sola spesa delle raccomandate; in tal modo l’AGEA provvederà a mettere in pagamento quanto trattenuto. Si avverte, pertanto, di evitare di procedere in via giudiziaria: procedura inutile che finisce con l’avvantaggiare l’INPS.
Essendo coinvolte questioni di ordine pubblico inviamo la presente anche al Sig. Questore il quale con la sua struttura sta facendo un lavoro che ci rende fieri di pagare le imposte allo Stato vista la qualità del servizio che il cittadino riesce a ricevere!

responsabili del Presidio, A. De Franco (UNICO-MAB), L. Protopapa, C. Tagliente

RELAZIONE

NON SIAMO MALPAGATORI MA VITTIME DI ABUSI E SOPRUSI
Prima di giudicarci leggete il seguente foglio, grazie

Ristrutturazione pregresso INPS: le bugie del ministro DE CASTRO.
A sentire coloro che capiscono solo la “voce del padrone” mentre noi cittadini-agricoltori rimaniamo, vittime della censura, inascoltati, dovremmo baciare a terra poiché avremmo ricevuto chissà quale enorme favore venendoci data la possibilità di pagare il 31% (a vista) o il 42% (a dieci anni) dei contributi previdenziali INPS di cui, a loro dire, siamo debitori, tramite le banche, le quali incasserebbero una lauta mancia (in Sicilia si chiama “pizzo”) versando all’INPS solo una parte di quanto andremmo a pagare con il silenzio dei difensori degli agricoltori a cui è stata tappata la bocca con un ulteriore “pizzo” del 3,5%-5%.
Ora, vi imploriamo, prima di giudicarci leggete queste poche righe e capirete come in realtà non solo non stiamo ricevendo nessun favore ma quello che viene presentato come tale, è un vero e proprio sopruso che stiamo subendo MENTRE QUALCUNO LAVORA DIETRO LE QUINTE PER ZITTIRCI PERCHE’ NON SI DEVE SAPERE CHE SIAMO MASSACRATI.
Capirete che l’operazione di ristrutturazione così come è stata congegnata favorisce solo la lobby finanziario-bancaria ed accellera paurosamente il processo di indebitamento del primario agricolo col sistema bancario facendolo diventare irreversibile (il vero scopo, probabilmente, del condono-farsa).

Primo - I CONTRIBUTI CHE CI SONO STATI CARICATI NON SONO DEBITI NOSTRI MA DELLA FISCALITA’ GENERALE.

1-A - Il Governo D’Alema nel 1999 non avrebbe mai potuto e dovuto cedere i debiti pregressi INPS ex SCAU (dal nome dell’ex ente di previdenza agricolo soppresso nel 1994 dal Governo Berlusconi) calcolati sino al 31-12-1997 in quanto circa il 50% del loro importo era da ricalcolare essendo stato calcolato con la famigerata “paga media convenzionale” abolita col D.Lgs 146/97 dall’1-1-1998 (infatti dal 1998 l’importo dei contributi scese di circa la metà grazie al nuovo imponibile adottato della retribuzione contrattuale).
INVECE IL GOVERNO D’ALEMA PRESE I DEBITI PREGRESSI INPS EX SCAU E SENZA RICALCOLARLI SULLA BASE DEL PIU’ ATTENDIBILE IMPONIBILE FECE EMETTERE LE CARTELLE DI PAGAMENTO SUI VECCHI IMPORTI GONFIATI DALL’IMPONIBILE SBAGLIATO.

1–B - L’armonizzazione prevista dall’U.E. in base alla “Legge La Pergola” (in vigore dal 1987, quella dell’”Obiettivo 1”) è stata introdotta solo a partire dal 2002 data dalla quale il territorio dell’”Obiettivo 1” è stato tutto qualificato ai fini della previdenza agricola come “zona svantaggiata” mentre l’ex zone montane sono divenute “particolarmente svantaggiate” (Delib. CIPE 40/2001, art. 1 D. Lgs 146/97). Sino al 2001 i contributi sono stati calcolati in misura superiore con una aliquota contributiva di “zona normale”.
IL MINISTRO DE CASTRO PRIMA DI METTERE MANO AL “CONDONO-RISTRUTTURAZIONE” NON HA PROCEDUTO A STABILIRE L’INCIDENZA DELLE ALIQUOTE DELL’OBIETTIVO 1 PER RICALCOLARE E DIMINUIRE L’IMPORTO DEI CONTRIBUTI SINO AD ALLORA LIQUIDATI.

1–C - La lista debiti formulata dall’INPS non ha tenuto conto dei commi 20-24 dell’art. 4 della legge 350/03 in base alla quale l’allora Governo Berlusconi ha annullato le sanzioni su tutta l’intera debitoria della previdenza agricola a tutto settembre 2003 (termine esteso sino a tutto il 31-03-2005) introducendo il diritto soggettivo alla determinazione degli interessi in base al tasso di interesse civile per cui a tutto il 31-03-2005 in agricoltura non trovano applicazione gli interessi di mora sanzionatori.
IL MINISTRO DE CASTRO HA TACIUTO FACENDO APPARIRE COME UNA CONCESSIONE DELLA “RISTRUTTURAZIONE” L’ANNULLAMENTO DELLE SANZIONI CHE INVECE E’ UN DIRITTO SOGGETTIVO MATURATO DAGLI AGRICOLTORI ANCHE SE NON ADERISCONO, ANCHE SE NON PAGANO E SPETTANTE ANCHE SE DECIDONO DI PAGARE IN FUTURO.

Secondo - COME HA DENUNCIATO EUROSTAT (Organismo U.E. di controllo dei bilanci degli stati membri) I CONTRIBUTI SONO CREDITI DELLO STATO (INPS) POICHE’ LA CESSIONE ALLA SCCI spa PER LA CARTOLARIZZAZIONE, E’ STATA FITTIZIA.

2–A - Il Ministro DE CASTRO consapevole di non dire tutta la verità ha affermato che il condono-ristrutturazione si può fare solo tramite l’accordo con le banche in quanto i contributi da noi dovuti non sono più nella disponibilità dell’INPS bensì della società veicolo della cartolarizzazione fatta dal Governo D’Alema, la SCCI s.p.a., per cui, secondo lui, si può trattare solo con questa società. A parte la ovvia domanda sul perché per trattare con SCCI s.p.a. sia necessario passare per forza da una Banca e sarebbe bello sapere perché non possiamo farlo noi agricoltori direttamente.
Il ministro DE CASTRO ci costringe a trattare passando dalle Banche a cui dobbiamo pagare un costo aggiuntivo oltre i contributi, vera e propria tangente, per ottenere la riduzione!!!
Ma vi è di più: l’INPS in realtà non può rinunciare ai contributi oggetto della riduzione stabilita con l’accordo privato SCCI-Banche in quanto il credito dei contributi è totalmente iscritto a tutt’oggi nel suo bilancio e, quindi, nel bilancio dello Stato (si tratta di denaro pubblico!).
IL MINISTRO DE CASTRO BLANDISCE GLI AGRICOLTORI PROSPETTANDO UNA RIDUZIONE CHE IN REALTA’ NON ESISTE. L’I.N.P.S. PRIMA DI RINUNCIARE AI RESTANTI CONTRIBUTI DOVRA’ AVERE LA COPERTURA LEGALE. TUTTI NOI CHE ABBIAMO FATTO LA RISTRUTTURAZIONE ABBIAMO DATO SOLO UN ACCONTO TRASFORMANDO UN DIRITTO IN UNA CONCESSIONE ED INDEBITANDOCI ULTERIORMENTE CON LE BANCHE.

2–B - Sempre il solito ministro DE CASTRO sostiene che non si può fare una sanatoria per legge in quanto si tratterebbe di un “aiuto di Stato” vietato dall’U.E. (proposta dal sen. Azzolini di Forza Italia). Con una sanatoria con legge gli agricoltori pagherebbero direttamente all’INPS evitando la intermediazione di SCCI e delle Banche, prevista dalla ristrutturazione e l’INPS incasserebbe di più: è dal 1999 che stiamo chiedendo di pagare direttamente la sanatoria all’INPS e ci hanno risposto sempre di no, che non si può fare. PERCHE’ CON LE BANCHE SI PUO’ FARE QUELLO CHE E’ VIETATO A NOI? QUI “LOR SIGNORI” SONO DEI BUGIARDI SPUDORATI: LA LEGGE DELLO STATO DI SANATORIA INPS CON L’ABBATTIMENTO DELLA SORTE CAPITALE NON E’ CLASSIFICABILE AIUTO DI STATO ED E’ FATTIBILE AI SENSI DELLE LETT. C, E DEL COMMA 3 DELL’ART. 87 C.D. COL COMMA 2 DELL’ART. 88, DEL TRATTATO DI ROMA. QUINDI, PER FARE LA SANATORIA NON C’E’ NESSUNA NECESSITA’ DI PASSARE DALLE BANCHE.

C O N C L U S I O N E :
Il giusto dovuto è circa il 15% di quanto ci è stato addebitato nel corso degli anni (da diminuire ulteriormente per le calamità). La previdenza agricola non è una questione di malpagatori o di morosità bensì di diritto: l’agricoltura del centro-nord Italia sta messa nelle stesse condizioni di quella del sud. Essa subisce la concorrenza estera ove i contributi costano un quarto di quanto costano in Italia (6 euro/giornata contro 23 euro in Italia). Il Parlamento prese atto di questo sconcio e nel luglio 2004 approvò la legge delega per armonizzare la previdenza agricola italiana – DI TUTTA L’ITALIA NON SOLO DI QUELLA DEL SUD - con quella delle regioni europee a prevalente vocazione agricola (comma 50, art. 1 della legge 243/04).
OGGI INVECE IL MINISTRO DE CASTRO – CON UNA PROCEDURA ANALOGA A QUELLA CHE PONE IN ESSERE UN ESTORSORE QUANDO CHIEDE IL PIZZO – NEL “CONCEDERCI” IL DIRITTO ALLA SANATORIA CHE CI SIAMO CONQUISTATI CON ANNI DI DURE LOTTE - HA MESSO IN PIEDI UN MECCANISMO VESSATORIO, DIMODOCHE SE L’IMPRESA AGRICOLA VUOLE CHE GLI SIA “CONCESSO” IL CONDONO DEVE PAGARE IL PIZZO-TANGENTE AI SOLITI FURBETTI DEL QUARTIERINO!!! IL TUTTO FACENDO UN DANNO ALLO STATO IL QUALE INCASSEREBBE DI PIU’ SE L’INPS ACCETTASSE IL PAGAMENTO DIRETTO DA NOI PROPOSTO SIN DAL 1999.

INSOMMA, ALTRO CHE MALPAGATORI, SIAMO VITTIME – COME CITTADINI ITALIANI E COME IMPRESE AGRICOLE - DELLA ENNESIMA SPECULAZIONE DELL’IMPERANTE LOBBY BANCARIA.