Brindisi, 28/04/2004

Vittime del petrolchimico: Legambiente nazionale segue l'inchiesta

Come ha avuto modo di confermare Francesco Ferrante, Direttore Nazionale di Legambiente, nell’incontro del 17 aprile con i rappresentanti del Comitato vittime del Petrolchimico di Brindisi, la nostra associazione segue con molta attenzione e preoccupazione gli sviluppi dell’inchiesta sulle malattie e sulle morti dei lavoratori esposti al C.V.M..
Sin da quando realizzò il Convegno su “Petrolchimico di Brindisi: una storia sbagliata”, era il 30.11.2000 e precedentemente il “Dossier sulla chimica in Italia”, Legambiente ha cercato di mettere a fuoco i danni ambientali e sanitari degli impianti chimici ed a Brindisi in particolare i programmi di riconversione e bonifica dei siti inquinati, offrendo supporto ai lavoratori, alle famiglie dei morti del petrolchimico e delle ditte appaltatrici (particolarmente toccante fu, nel Convegno del 30.11.2000, la testimonianza del sig. Maisto, morto dopo poche settimane, che volle raccontare l’esperienza di chi, a 47 anni, si accorgeva di “aver lavorato per morire e non per vivere”).
Profondo rispetto Legambiente ha sempre mostrato verso il lavoro della Procura della Repubblica brindisina, a cui sono state più volte fatte pervenire documentate segnalazioni di fughe, sversamenti, rilasci, smaltimento di sostanze tossiche, a cui sono stati indirizzati i lavoratori ed parenti di essi perché fossero ascoltati nell’ambito dell’inchiesta in corso. Proprio alla Procura è stato rivolto l’appello ad accertare la “vera dinamica dello sversamento in mare, dall’impianto M.D.I., di 137 tonnellate di isocianati, verificando l’eventuale presenza di ammine aromatiche, altamente tossiche e cancerogene. All’inizio del 2003 Legambiente ha appreso dalla stampa l’intenzione della Procura della Repubblica di chiedere il rinvio a giudizio soltanto per i reati di natura ambientale e di procedere a richiesta di archiviazione per il reato di strage, per mancanza del nesso eziologico tra l’esposizione al C.V.M. ed i tumori riscontrati nei lavoratori. Tra quelli esaminati, infatti, non vi sarebbe stato l’angiosarcoma epatico, l’unico secondo il C.T.U nominato dall’ufficio, attribuibile ad una esposizione a tale prodotto chimico.
Nei giorni scorsi il Dott. Cosimo Bottazzi, Procuratore della Repubblica facente funzioni a Brindisi, in una intervista ha affermato che da ben oltre un anno dalla scadenza del termine di conclusione delle indagini preliminari, non vi è ancora stata la formalizzazione delle richieste di rinvio ovvero di archiviazione al Giudice per le indagini preliminari. E’ più che scontato che non sarà stata, nell’intenzione del Procuratore, quella di sostenere a giustificazione del tempo trascorso, la prevalente importanza delle inchieste su “affari e politica” o l’ineluttabilità delle prescrizioni per alcuni reati o anche che si possa giudicare semplicemente “superata”, unicamente per l’intercorsa morte, la perizia d’ufficio del Dott. Cesare Maltoni, che sembra stesse giungendo a conclusioni opposte a quelle della successiva perizia oggi agli atti, in linea d’altronde, con quanto lo studioso aveva più volte asserito formalmente sull’esposizione al C.V.M., proprio sulla più vasta attribuzione, quale causa ovvero concausa prevalente di tumori al polmone.
Legambiente conosce bene la sensibilità e la serietà professionale del Dott. Bottazzi, nonché quella dei sostituti della sua Procura che hanno svolto l’inchiesta. E’, infatti, sicura che vorranno formalizzare rapidamente le richieste al G.I.P. per consentire, quindi, ai lavoratori, ai parenti delle vittime ed alle associazioni portatrici di interessi diffusi, di esercitare il proprio diritto al giudizio ed alla ricerca delle responsabilità. Perché si affermi il dovere di assicurare concretamente l’informazione sui rischi correlati ad “esposizione” in tali attività lavorative ed a vedere tutelati finalmente quelli che sono definiti correttamente gli “interessi deboli”.
Legambiente si proporrà parte civile in tale procedimento e renderà ancor più di pubblico dominio tesi restrittive e sostanzialmente assolute sulla correlazione tumori (epatici in generale, del polmone, del sistema nervoso centrale, nonché leucemie e linfomi) ed esposizione a C.V.M. (ritenuto totipotente), così come lo I.A.R.C. e l’O.M.S. riconoscono pacificamente.
In questo modo l’associazione garantirà pieno sostegno ai lavoratori esposti al C.V.M. ed ai familiari delle vittime e proseguirà il suo impegno contro gli effetti della storia sbagliata della chimica a Brindisi attraverso convegni di sensibilizzazione e seminari di studio sul tema, perché si prenda coscienza della gravità di una situazione ambientale che solo attraverso caratterizzazioni, messe in sicurezza e bonifiche concretamente eseguite sui siti inquinati, potrà dar luogo ad un vero sviluppo sostenibile per il nostro territorio. Inoltre l’accordo di programma previsto dalla Legge 471 del 1999, le risorse e le disposizioni della finanziaria del 2001, chiedono che sulle vicende giudiziarie e sulle bonifiche, assumano finalmente una chiara e pubblica posizione i sindacati e tutte le forze politiche, in particolare i candidati alle cariche di Sindaco e Presidente della Provincia di Brindisi.

Brindisi 27.04.2004
Francesco Ferrante-Direttore Nazionale Legambiente
Doretto Marinazzo- Responsabile Regionale settore energia Legambiente

COMUNICATO STAMPA LEGAMBIENTE