Brindisi, 03/04/2008
Rollo sull'inaugurazione di Palazzo Nervegna-Granafei
Gentile Direttore,
aver partecipato, sabato scorso, alla inaugurazione del palazzo Granafei- Nervegna, giustamente inserita in un contesto come quello della settimana della cultura, mi ha indubbiamente entusiasmato. Ma non solo. Ero anche orgoglioso per le bellezze cittadine rimesse a nuovo, soddisfatto per il risveglio culturale in corso, fiducioso in un futuro meno grigio e provinciale, giustificato nella scelta di aver incoraggiato e appoggiato fin’ora l’azione politica del sindaco Mennitti e della sua amministrazione.
E’ stata questa una scelta politica centrale nell’affrontare il difficile compito della ricostruzione cittadina ripartendo dai suoi connotati storici ed artistici.Un orgoglio in me rafforzato dalla convinzione di aver contribuito in prima persona, in qualità di assessore regionale al turismo ed ai beni culturali, alla realizzazione delle più importanti opere di restauro e di recupero nella nostra città. L’efficace operazione svolta, però, avrebbe dovuto essere inserita in un progetto più ampio ed articolato. Il finanziamento per circa 878.000 euro al Duomo, i 796.000 euro alla chiesa di Santa Maria del Casale, i 755.000 euro alla chiesa di Santa Teresa e poi ancora il finanziamento per il ripristino della chiesa di Santa Maria degli Angeli per 855.000 euro, oltre che salvare dal degrado importanti sedi di culto avrebbero dovuto costituire uno dei capisaldi su cui impostare importanti azioni di incoming di turismo culturale e religioso.
E così il finanziamento del palazzo Nervegna per una prima tranche di un milione e 400.000 euro, oltre che il restauro del sito archeologico di San Pietro degli Schiavoni e di via Casimiro per 500.000 euro, i 900.000 euro per il museo provinciale, 500.000 euro per il tempio di San Giovanni al Sepolcro ed un milione e 800.00 euro, avrebbero dovuto essere inseriti nel più ambizioso piano di rilancio turistico della città. Si ripartì allora dalla necessità di un rilancio del settore dei servizi connessi al turismo ed all’accoglienza immaginando un primo insieme di finanziamenti di base che permettesse alla città da un lato di riappropriarsi dei propri simboli identitari come le colonne romane, forte a mare, il Tommaseo e palazzo Nervegna e dall’altro attraverso la realizzazione di un progetto generale di sviluppo che avrebbe integrato fra loro turismo, beni culturali, ambiente e formazione.
In questa ottica andava inserito anche il finanziamento da me tenacemente ricercato ed ottenuto per il completo restauro del Castello Alfonsino. Un progetto che mirava a rivalorizzare la lunga costa dall’ex Tommaseo a Torre Guaceto attraverso una riqualificazione territoriale finalizzata al coinvolgimento di compagnie crocieristiche, cantieri navali, strutture ricettive e centri di formazione specializzati e per i quali furono previsti cospicui finanziamenti. Significava, in termini culturali, riappropriarsi non solo dei simboli ma di una vocazione e di un passato riletto in chiave moderna e capace di incidere sul tessuto sociale cittadino attraverso una efficace politica del lavoro. La prevista ristrutturazione dell’ex collegio navale per esempio, fu immaginata per la realizzazione di un centro congressi fra i più fruibili d’Italia e forse d’Europa per la sua collocazione ottimale fra porto, aeroporto e superstrada e che sarebbe stato unico nel suo genere nell’intero mediterraneo.Un centro congressi capace di valorizzare il territorio e di esaltare la formazione giovanile occorrente attraverso scuole di specializzazione e centri di formazione d’eccellenza nel campo delle lingue e dell’accoglienza. Capace di “richiamare”, di “attirare” presenze altrimenti inimmaginabili apportando un indotto di centinaia di posti di lavoro.In quella logica si inserisce la realizzazione del porto turistico Bocche di Puglia, il recente riconoscimento di Brindisi come sede di un distretto nautico e lo svolgimento nella nostra città di un salone della nautica e del turismo sostenibile. Si trattò di bilanciare le scelte regionali di vocazione territoriale istituendo a San Giovanni Rotondo la fiera del turismo religioso e valorizzando , a sud, gli splendidi percorsi del barocco pugliese. In quei progetti vi era più di una serie di interventi finanziari: essi costituivano la definizione di vere e proprie linee guida entro cui convogliare tutte assieme le risorse rivenienti dai finanziamenti comunitari.
Due cause, a mio avviso, hanno di fatto sospeso il grande slancio di quel periodo: da un lato l’incapacità di cogliere a pieno e di mettere in relazione fra loro tutto un insieme di opportunità, e quindi la mancanza di un progetto strategico generale, e dall’altro la mancanza in giunta regionale di personalità collegate e sinceramente legate al territorio. Abbiamo il dovere di pretendere che Brindisi sia degnamente rappresentata a livello regionale affinchè l’intero territorio pugliese possa cogliere le medesime opportunità. Qui noi abbiamo il compito di sfruttare al meglio quelle opportunità con un’ azione corale e lungimirante che riesca a superare la mera riscoperta di luoghi, spazi e cose comuni. I simboli hanno come difetto il fatto che ognuno si sceglie i propri, che ognuno vede in essi ciò che vuole e soprattutto che non rispondono alle domande più impellenti di vivibilità alle quali una amministrazione cittadina deve comunque prima o poi rispondere.
Marcello Rollo
già assessore regionale
Turismo, beni culturali, sport, musei, biblioteche, archivi.
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