Brindisi, 27/06/2008

Lettera aperta della famiglia Turrisi alle istituzioni locali

La presente per significare il nostro ringraziamento per la proroga di sette giorni concessa alla mia famiglia per l’esecuzione dello sfratto esecutivo pendente sulla nostra casa di contrada Patri,parco ex Magrone.
In realtà non sappiamo chi ha deciso di disporre quest’ulteriore proroga che da un lato ci conforta e ci permette una boccata di ossigeno vitale per me,mia moglie e i miei figli, ma dall’altra non è risolutrice della nostra drammatica situazione.
Mi viene da pensare che, un cane senza casa e padroni trova per mano delle istituzioni un posto dove stare (cosa sacrosanta,per l’amor di Dio!) mentre una famiglia che perde un tetto per mano delle istituzioni non trova conforto nelle stesse.
Più volte ho sollecitato e sperato un incontro con il Sindaco,che pure stimiamo e apprezziamo per l’operato volto al bene comune fin qui espresso,ma tutte le volte i tentativi e le speranze sono risultati vani.
L’ultimo tentativo di arrivare a toccare la sensibilità del primo cittadino di Brindisi è dunque rappresentato da questa lettera aperta.
La nostra è una storia che risale a tantissimi anni fa. 38 per l’esattezza. Quando mia madre rimase vedova per un incidente sul lavoro accaduto a mio padre. Aveva già da allora diritto ad una casa ma le sue ripetute richieste negli anni ebbero come unico effetto quello di far avanzare pruriginose offerte indecenti da parte di chi era preposto.
Mia madre desiste dal chiedere qualunque tipo di sussidio e l’unico tetto disponibile era quella stanza da dividere in tre,giù al canale Patri.
Quella casetta è diventata la nostra dimora per tanti anni fino ad oggi. In tutto questo tempo tanti sono stati i sacrifici per renderla dignitosa e degna. Nel 1994 avanziamo la nostra richiesta di condono,volevamo finalmente che anche per noi il diritto alla casa divenisse certo. Per quel condono,a fronte di numerosi altri sacrifici,abbiamo versato 14milioni di vecchie lire. Nel 2005,all’indomani della tragica alluvione di quell’anno, veniamo a conoscenza che la nostra casa non è condonata. Ma nessuno ci dice a cosa sono serviti quei soldi versati.
Eppure di fatto,per il Comune la nostra residenza è li. Nei nostri documenti rilasciati dal comune noi risultiamo residenti li. Il Comune in qualche modo ha legittimato la nostra situazione. La tassa per la nettezza urbana puntualmente versata al comune di Brindisi,è per quell’immobile.
Come si può dunque privare di un diritto,avvalorato con comportamenti da parte dell’istituzione locale, una famiglia, senza offrire una valida alternativa?
Noi conosciamo bene la nostra situazione e soprattutto siamo felici di sapere che anche la nostra città finalmente avrà un bel parco cittadino, ma sappiamo anche che soli non possiamo farcela,che le istituzioni non possono lasciarci soli.
La nostra è una famiglia sana,di gente onesta e per bene,unita nell’amore e tenuta insieme da sani principi.
Eppure qualcuno ha paventato la minaccia di intervento dei servizi sociali per dividere la nostra famiglia.
Il paradosso dunque è che i servizi sociali intervengono per disgregare e non unire. Questo mi pare di capire evidentemente.
Noi non chiediamo di rimanere li, chiediamo che venga accolta la nostra richiesta di aiuto.
Chiediamo una nuova sistemazione. La nostra situazione rientra tra quelle a cui sono destinate le riserve. Non chiediamo favoritismi o scappatoie.
L’assessore Testini sa benissimo che il comune di Brindisi da tempo non eroga più contributi per far fronte alle difficoltà di chi non riesce a pagare canoni di locazione, perché sui giornali parla inutilmente di questa possibilità?
E perché,sempre lo stesso assessore Testini esclude sin da subito la possibilità che alla mia famiglia venga destinato un alloggio?
Sappiamo dell’esistenza delle graduatorie ma lo sappiamo noi e dovrebbe saperlo l’assessore Testini noi avremmo diritto a quegli alloggi parcheggio che si assegnano in presenza di emergenze abitative.

Concludendo,rinnoviamo le nostre scuse per lo strumento utilizzato (la lettera aperta) per far conoscere il nostro bisogno e rinnoviamo altresì il nostro appello affinché il nostro diritto che è un diritto inalienabile (quello alla casa) venga riconosciuto e per il quale ci auguriamo l’impegno generoso e concreto delle istituzioni.

Con osservanza
Pietro Turrisi e famiglia