Brindisi, 09/09/2008
Viva (Filcem Cgil): "uno sviluppo pulito per il settore industriale"
Di seguito riportiamo integralmente una dichiarazione di Salvatore Viva, Segretario Generale della FILCEM CGIL di Brindisi.
Il tema della “Zona Industriale” torna ad essere primizia al palato dei soggetti più sopraffini di questo territorio. Ognuno per le sue competenze sfoggia conoscenza e diritti verso le proprie opinioni. Eppur nessun si muove quando sarebbe necessario. Nessuno degli attori scesi in ballo in queste guerre fratricide per mezzo stampa in tutto questo tempo ha colto l’essenza vera, ognuno nella sua direzione parallela , senza nessun interesse di convergere per il bene comune del nostro territorio, ha condotto una campagna personalistica proiettata verso il dimagrimento della economia brindisina. Tutti concentrati a difendere il proprio orticello mentre lungo i viali che lo costeggiano vagano come anime smarrite gli occhi di quei giovani con il miraggio di un lavoro dell’”Isola che non c’è” che hanno pronta una valigia per migrare verso altri lidi lavorativi con un orizzonte perlomeno grigio. Qualcuno esalta il cambiamento culturale e politico avuto in questi anni, ed io sono d’accordo con loro, ma se ci permettiamo di avere lavoratori, vedi ex Dow/Evc, ancora con il respiro ansimante e desolato, allora annulliamo tutto quello che di buono si è fatto nell’ultimo periodo. Bisogna uscire dal tunnel della paura alimentata dalla carenza o peggio ancora dalla distorsione delle informazioni. Ed aprire una nuova stagione di dialogo, in cui tutti i soggetti interessati - istituzioni,forze economiche e sociali, associazioni ambientaliste - possano "fare sistema" con un unico scopo: venire incontro alle esigenze della comunità. La moderna società industriale è caratterizzata dalla presenza sul territorio di attività produttive che comportano pressioni fisiologiche sull’ambiente e sul benessere umano ma la necessità di convivere con tali fonti di rischio non può portare ad una specie di passiva e rassegnata accettazione di un “prezzo da pagare” al progresso anzi al contrario deve indurre alla ricerca di modi migliori di progettare,pianificare e gestire la fitta rete di relazioni socio-tecniche ambientali. Il conflitto tra occupazione e ambiente sta logorando il sogno meridionale di ogni singolo individuo. Non vi è ombra di dubbio che il Petrolchimico di Brindisi deve continuare a vivere e soprattutto consolidarsi con nuovi investimenti perché ne vale l’economia di un intero paese, lo sviluppo economico e sociale di un pezzo della Puglia, ma le Grandi Aziende non possono continuare a far finta di nulla e cavalcare queste contrapposizioni per minacciare chiusure o quant’altro. I lavoratori combattono ogni giorno per il loro futuro e per quello dei loro figli, gli stessi che sottolineano che lavoro,ambiente e salute sono elementi di una stessa battaglia di civiltà. In questi giorni nella nostra città si sono aperte già le porte dell’autunno rovente che ci aspetta, diverse aziende in cassa integrazione, licenziamenti facili, precarietà in aumento, contratti disdetti dall’oggi al domani ed i giovani in attesa di un futuro grazie alla “sensibilità” di “Grandi Aziende” che si insediano tranquillamente ed allo stesso modo vanno via lasciando la disperazione dei tanti.
Ed i cittadini? Quasi divenuti colpevoli di questa situazione. Per i cittadini la mancanza di informazione e di conoscenza sul contesto ambientale si trasformano ovviamente in una sensazione di paura. Ecco perché diventa indispensabile l’apertura totale dei dati sulla qualità dell’ambiente ai cittadini, facilitando la conoscenza dei processi da divulgare nel corso di una serie di trasmissioni televisive, spazi sul giornale ed incontri nelle scuole. Grazie a questa iniziativa si ottiene così un duplice risultato: da un lato un maggior controllo "democratico" da parte dei cittadini; dall’altro un maggiore investimento da parte dell’industria in termini di sicurezza e tutela ambientale per garantire una performance di miglioramento di questi parametri nel corso del tempo. Non so se ho parlato di utopia o di risoluzioni fattibili, quel che so di certo è che il nostro territorio è stanco di essere snaturato e massacrato dalle varie contrapposizioni politiche ed economiche in essere. Non possiamo continuare ad esser ciechi davanti all’evidenza, basta con il terrorismo psicologico ed i ricatti occupazionali, se siamo capaci allora è venuto il tempo di aprire una nuova porta che porti l’Economia brindisina nel tempio della Nazione eliminando tutte le tossine che nell’ultimo decennio hanno svilito il nostro patrimonio per decisioni personali e convenienze clientelari. Se su questo siamo tutti d’accordo, allora sediamoci su di un semplice tavolo e ridiamo speranza ad i giovani della nostra TERRA.
COMUNICATO STAMPA FILCEM CGIL BRINDISI |