Brindisi, 11/10/2008
Sabbia, Rollo: " una privazione del territorio"
Personalmente non ho letto la vicenda della sabbia brindisina destinata alle coste leccesi né come uno “schiaffo alla città” come furbescamente dice il presidente Errico, né come una “violazione del diritto di esercitare il proprio potere di difesa e di controllo del bene comune” come ha stabilito il Consiglio Comunale di Brindisi.
Per me è molto di più. E’ un atto che sento come una privazione del territorio, come un delitto che si perpetrerà su un tratto di costa sul quale sono cresciuto io ed i miei figli, una umiliazione complessiva di una città e dei suoi abitanti, una iniziativa contro la quale come cittadino scenderò in piazza, manifesterò, studierò tutti i modi anche di resistenza civile perché ciò non succeda.
Mi sento offeso, umiliato, maltrattato ma non sono stupito.
Molto di ciò che è successo, succede e succederà in questa terra era, è e sarà ampiamente prevedibile e scontato.
Il quadro complessivo nel quale tutto ciò avviene è stato disegnato, ispirato e voluto dagli stessi attori che oggi si sdegnano e puntualmente si dimettono con la stessa intermittenza con cui migliorano o peggiorano i propri rapporti all’interno di una coalizione di centro sinistra che dalla regione alla nostra provincia è sempre tesa a rese dei conti interne più che ad amministrare la cosa pubblica.
Ho avuto negli scorsi anni una etichetta che continuo a considerare un privilegio; sono stato considerato una voce fuori dal coro quando già ai tempi della composizione del governo regionale sottolineai come l’assenza di un nostro rappresentante avrebbe naturalmente spostato l’asse degli interessi regionali complessivi verso Bari e Lecce e come l’asse Errico-Vendola si sarebbe presto sgretolato di fronte ad interessi reali. Ero solo quando proposi e feci approvare dalla giunta Frugis il progetto di salvaguardia della nostra costa ed ero solo a chiedere che quel progetto che avrebbe cambiato il volto dell’intero litorale fosse finanziato dalla Regione mentre il nuovo presidente lo accantonava, sono stato solo ad indicare nella costa nord del territorio brindisino il naturale sviluppo in chiave turistico ricettiva, solo quando ho approvato e difeso il piano di recupero dell’ex tommaseo come volano per lo sviluppo di tutta la costa e senza il quale oggi il presidente non avrebbe potuto giochicchiare con ipotetiche università, solo quando ho cercato attraverso interpellanze e interrogazioni in consiglio regionale di ristabilire nuova dignità per il nostro porto e aeroporto e sull’intera rete dei trasporti, e solo infine nel denunciare una caduta verticale dell’intera classe politica brindisina schiacciata fra populismo esasperato ed elitario isolamento.
In realtà solo non lo sono mai stato; al mio fianco ho sempre avuto tanta gente capace e stimata, la gente perbene e moderata, tanti amici che assieme a me hanno dovuto sopportare le logiche asfittiche di questa politica.
Tanti amici in consiglio ed in giunta comunale, nelle assise cittadine di tanti comuni, in consiglio provinciale con i quali abbiamo sempre opposto a questa politica dei cortei, delle manifestazioni, delle dimissioni a singhiozzo, delle illuminazioni visionarie, degli splendidi isolamenti (perché tutti gli altri sono degli accattoni e dei corrotti) un modo pacato e ragionevole di fare politica; la gestione del buon senso e della tutela dei deboli di fronte alle alzate di ingegno e alle presuntuose prese di posizione.
E’ tutto ciò che le amministrazioni non hanno saputo fare che oggi costituisce il quadro d’insieme in cui si svolgono questi fattacci.
Il territorio è stato rappresentato male e difeso peggio.
Sono state anteposte le proprie visionarie convinzioni alle reali esigenze, si è giocato male su un tavolo al quale ci si è seduti immaginando di essere i più furbi, gli unti, i predestinati.
La sabbia oggi tentano di togliercela perché lo abbiamo permesso con le nostre furbizie e con le nostre prese di posizione presuntuose ed elitarie.
Oggi chi ha prodotto questo clima deve si dimettersi ma soprattutto scusarsi con l’intera cittadinanza.
La gente si è accorta come tante, troppe battaglie a difesa di questo territorio siano state perse perché mal poste e la diffusa sfiducia in chi ha governato per cinque anni non ha solo il valore di una critica impietosa ma rappresenta anche il desiderio di un cambiamento di pagina urgente, totale e improrogabile.
Marcello Rollo
Consigliere Regionale P.d.L.-Forza Italia
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