Brindisi, 14/10/2008
Sabbia, Italia Nostra:"il litorale brindisino come quello leccese ha bisogno di interventi"
L’erosione delle coste è un fenomeno serio e molto grave che investe 1600 km di litorali italiani. Anche la nostra regione non ne è risparmiata. Un tale disastro naturale ha pesanti conseguenze negative sotto il profilo naturalistico ed economico, quindi pensiamo che debba essere affrontato in modo scientifico, cercando metodologie e tecniche durature per soluzioni d'interesse generale, dal momento che l’obiettivo non può essere risolvere una o due stagioni a vantaggio solo di alcuni imprenditori balneari. Ciò può risultare solo uno sperpero di risorse pubbliche.
Nel caso specifico del ripascimento di alcune spiagge del litorale leccese, permettendo che si continuino a prelevare cospicui quantitativi (200.000 metri cubi) dai fondali del litorale brindisino, non si sono calcolate le inevitabili e gravi conseguenze. Il litorale brindisino, al pari di quello leccese e anche di altri della nostra regione, ha bisogno di interventi di tutela e di salvaguardia; sono tutti sullo stesso piano e non si può pensare di favorirne uno a danno dell’altro. Occorre rimuovere le criticità e i fattori che hanno concorso a determinare, in maniera così rilevante, il fenomeno dell’erosione soprattutto in questi ultimi decenni: la distruzione delle dune per l’allocazione di strutture balneari, la cementificazione delle coste, la desertificazione dei fondali marini, inadeguati interventi per il contenimento dell’erosione stessa, questo sono solo alcune delle criticità citate, per altro non affrontate dalla legge regionale 2 ottobre 2008 n.24 “Disposizioni in materia di stabilimenti balneari”.
La Regione Puglia con provvedimento autorizzativo per il prelevamento della sabbia dai fondali brindisini ha innescato una guerra cui si sono date forzatamente connotazioni campanilistiche, invece è semplicemente da una parte la difesa di interessi di alcuni privati a danno di altri, e il tentativo della Provincia di Brindisi di salvaguardare il proprio territorio. Non si comprende come mai la Regione non abbia tentato di risolvere la questione scientificamente e politicamente e abbia insistito invece a difendere un provvedimento amministrativo opinabile e criticabilissimo le cui prescrizioni, oltretutto, sono tecnicamente impossibili da controllare.
Questa Associazione non può condividere come tutta l’operazione viene condotta e sottolinea con forza la necessità di un intervento corretto, ovvero rispettoso dell’ambiente e del paesaggio sotto tutti gli aspetti.
ITALIA NOSTRA PUGLIA
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