Brindisi, 14/10/2008

Rigassificatore: tutti rinviati a processo i 14 indagati

Si è tenuta ieri l'udienza al Tribunale di Brindisi per l'affare rigassificatore, l'inchiesta sulle presunte irregolarità nelle autorizzazioni rilasciate per la costruzione dell'impianto dell'azienda inglese nel porto di Brindisi era partita nel 2007.

Dopo alcune ore di Camera di Consiglio, nel primo pomeriggio, il GUP Antonia Martalò ha rinviato a giudizio tutti gli indagati: uomini della British Gas-Brindisi Lng, l'ex Sindaco Giovanni Antonino e funzionari del Ministero dell'Ambiente, accogliendo la tesi dell'accusa condotta dai Pubblici Ministeri De Nozza e Nastasia.

Gli imputati dovranno rispondere di "concorso in corruzione, falso ideologico, accupazione abusiva di area demaniale marittima".
Tutto era partito nel febbraio 2007 con l'inchiesta condotta dalla procura di Brindisi sulle autorizzazioni per la costruzione dell'impianto di rigassificazione nel porto di Brindisi con ventisette persone indagate di cui cinque destinatarie di un provvedimento di custodia cautelare.
In carcere finirono l'ex Sindaco di Brindisi, Giovanni Antonino, ed il suo ex socio Luca Scagliarini. Il beneficio degli arresti domiciliari fu concesso a Franco Fassio ed Yvonne Barton, ex presidenti della British Gas e Fabio Fontana, ex amministratore delegato della stessa società.

Il processo avrà inizio il 4 febbraio 2009 davanti alla Prima sezione Penale e vedrà alla sbarra gli imputati: Franco Fassio (ex presidente della British Gas), Armando Erriquez (presidente British Gas Italia), David Robottom (dirigente British Gas Italia), Giovanni Antonino (ex Sindaco di Brindisi), Luca Scagliarini (Imprenditore), Yvonne Barton (top manager BG Italia), Giorgio Battistini (ex direttore Brindisi Lng), Fabio Fontana (top manager BG Italia), Antonio Manca (ex dirigente British Gas Ialia), Mario ravedati (ex Presidente Autorità Portuale di Brindisi), Donato Caiulo (Dirigente dell'Autorità portuale di Brindisi), Alfonso Gallo (imprenditore), Gilberto Dialuce (funzionario ministero delle Attività Produttive), Stefan John Ricketts.

Le parti civili saranno Regione Puglia, Provincia di Brindisi, Comune di Brindisi ed Italia Nostra e rivendicheranno il diritto di risarcimento, si parla di cifre intorno ai 2 miliardi di euro, per il mancato sviluppo che il territorio è stato costretto a subire con l'imposizione dell'impianto che ostacolerebbe lo sviluppo polifunzionale del porto a cui la città è legata per ovii motivi.

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