Brindisi, 24/10/2008

Scuola: Azione Studentesca in difesa del diritto a manifestare

Azione Studentesca si schiera apertamente per la difesa del diritto dei ragazzi a manifestare il proprio dissenso e contro eventuali ipotesi di repentino utilizzo della forza pubblica per le scuole occupate dagli studenti, ma lancia un allarme sui mandanti e sui sostenitori delle proteste, che appaiono poco genuine e condizionate da altri meno nobili elementi.
“Così come abbiamo fatto gli scorsi anni ribadendo il diritto degli studenti a manifestare, - ha dichiarato Pierfrancesco Argentieri, responsabile provinciale di Azione Studentesca - riteniamo però che occorre sempre comprendere le ragioni del dissenso e quindi dialogare con le Istituzioni, a differenza di altri movimenti che conoscono solo gli strumenti della gazzarra.
Sentiamo però forte il dovere di lanciare un preciso segnale di allarme su quanto sta avvenendo in questi giorni negli istituti scolastici, dove la proteste contro il decreto Gelmini, nel merito condivisibile seppur migliorabile, sono foraggiate dalla classe docente.

Del resto, non si capirebbe come mai un decreto che apre spazi nella scuola, favorendo quindi l’ingresso di giovani laureati e riportando la qualità dell’insegnamento tra i pilastri dell’istituzione scolastica, venga ad essere osteggiato proprio dai suoi potenziali beneficiari.
Non vorremmo che anche in provincia di Brindisi - continua Argentieri - accada o sia accaduto ciò che abbiamo appreso in altre regioni italiane, dove professori sindacalizzati e ideologizzati sono persino giunti a minacciare sanzioni sul profitto per coloro che non fossero scesi in piazza a protestare contro il Governo.
D’altronde, non è mistero il legame tra sinistra extraparlamentare, classe docente postsessantottina e una sparuta minoranza del mondo studentesco guidata dall’Unione degli Studenti, sigla legata alla CGIL e ad interessi che non sono certo quelli degli studenti. Basti vedere chi aderisce alla manifestazione del 25 p.v. che coincide, forse non tanto casualmente, con quella di un partito politico ”
Sul tema interviene anche il responsabile delle politiche universitarie, Luca Ammendola, con un appello agli studenti. “E’ giusto manifestare il proprio dissenso, e guai ad impedire ciò, ma ognuno stia attento a non farsi usare o manovrare da qualche vecchia volpe interessata a difendere la propria posizione di rendita piuttosto che il mondo della scuola, che, va ricordato, è soprattutto degli studenti. Le scelte del Ministro Gelmini, che verranno discusse in appositi incontri e con una nostra delegazione nazionale già invitata presso lo stesso Ministero, dovranno andare nella direzione del merito e alla riqualificazione di una classe docente troppo spesso impreparata.
Per quanto ci riguarda - ha concluso Ammendola - sarà battaglia per chiedere l’abolizione del valore legale del titolo di studio, passo fondamentale per dare un senso agli studi universitari e per ridare centralità e rispetto ad arti e mestieri. La laurea, infatti, non può più essere considerata un pezzo di carta necessario per partecipare a concorsi, bandi o per trovare un lavoro”

COMUNICATO AZIONE STUDENTESCA - COORDINAMENTOPROVINCIALE BRINDISI