Brindisi, 01/11/2008

Aliotto: l'Ass. Ciullo risponde al Sindaco Mennitti

Lettera aperta al Sindaco, On. Domenico Mennitti, da parte di Massimo Ciullo.

On. Sindaco, riscontro la tua presa di posizione sulla vertenza Aliotto in relazione alla mie dichiarazioni espresse nei giorni scorsi.
La tua autorità ed autorevolezza, il tuo ruolo di capo dell’Amministrazione, così come la tua età matura, non mi possono impedire di replicare alle tue affermazioni che risultano prive di fondamento.
Il mio silenzio contribuirebbe a degradare la tua legittima potestà di primo cittadino a mero esercizio di prepotenza. Ed il ricordo di chi, in questa città, ci siamo lasciati alle spalle si materializzerebbe immediatamente.
Qualsiasi uomo che non sia un cortigiano, o che non abbia a cuore solo la sua posizione di privilegio, ha il dovere di confutare le falsità che gli vengono rivolte contro. Costi quel che costi.
Mi hai accusato di ‘reiterate assenze dai lavori della Giunta municipale’, tanto da non aver ‘avuto modo’ di esprimermi nella sede istituzionale in cui è stato deliberato di ricorrere al Consiglio di Stato e, conseguentemente, di riferire alla stampa cose esatte.
Eppure, come tu in realtà ben sai, il giorno in cui la Giunta decise di insistere pretestuosamente contro Aliotto, io ero impegnato presso la Regione Puglia per conto della stessa Amministrazione comunale. E, quando il giorno precedente ti informai degli appuntamenti istituzionali a Bari, tu, pur conoscendo la mia ferma contrarietà ad appellare la sentenza del Tar, non mi dicesti che la Giunta avrebbe affrontato l’argomento.
Anzi, io ricordo perfettamente che, alle ore 12.15 del giorno in cui si riunì la Giunta, ti contattai telefonicamente per informarti dell’esito degli incontri avuti sia presso la Regione e sia presso l’Ispettorato del Ministero dello Sviluppo Economico. Come vedi la mia assenza era più che giustificata.
Altrettanto giustificate sono state le altre mie poche assenze, comunque contenute nella media fisiologica di tutti, e ripeto tutti, i componenti dell’organo di governo del Comune. Lo testimoniano le stesse delibera adottate. Non dubito che l’assessore Mario Pennetta sia stato pregato di illustrare la delibera in argomento, stante l’assenza dell’assessore Santoro.
Ma è pur vero che non si deve essere lasciato pregare troppo, visto che, sostanzialmente, la medesima cosa, egli ha fatto, senza alcuna supplica, nelle precedenti occasioni ed alla presenza dell’assessore al ramo.
Affrontando più nello specifico la vicenda Aliotto, ritengo doverti rispondere nella mia qualità di amministratore e non di avvocato, poiché sarebbe sin troppo agevole per me, e gravemente scorretto nei tuoi confronti, obiettare ai tuoi assunti di carattere giuridico.
E ciò, nonostante, fino ad oggi, tu sia stato assistito da eminenti dirigenti ed avvocati, puntualmente smentiti dai fatti e dalla giustizia amministrativa. Eppure, a differenza di quanto tu sostieni, più volte io ti ho rappresentato il mio punto di vista in sede istituzionale. Ma ho rilevato che hai preferito accogliere i suggerimenti di altri.
Innanzitutto, va evidenziato, una volta per tutte, che, rispetto alla vicenda Aliotto, trattata ed autorizzata in sede di Conferenza di Servizi presso la Regione, il Comune non ‘ha ereditato una pratica complessa, sulla quale è ancora in corso di svolgimento un procedimento penale’.
Infatti, il Nulla Osta Regionale è stato concesso in data 25.10.2005, durante la tua Amministrazione comunale e sotto il governo regionale Vendola. Ed è dalla predetta data che va considerata, soprattutto dal punto di vista delle scelte politiche, la questione Aliotto che, appunto, va letta in relazione alla legge regionale sulle cd. aree commerciali integrate. Infatti, la procedura della Conferenza di servizi, apertasi proprio ai sensi della legge 11/2003, segna una profonda cesura con i fatti legati alle vicende penali alle quali tu fai riferimento. E, coerentemente a tale impostazione, il parere favorevole espresso da me in sede regionale su tua piena delega e mai smentito dalla Giunta e dal Consiglio comunale, comportava non solo una valutazione di carattere tecnica, tipica degli atti di gestione, ma implicava principalmente una necessaria valutazione di carattere politico riguardante il futuro commerciale della città.
E quell’indirizzo politico fu favorevole ad Aliotto ed è in virtù di tale indirizzo che io espressi il mio assenso, il quale non può assolutamente leggersi – come invece dici tu – quale mero e semplice parere positivo ad una proroga dei termini della concessione. Tanto è vero che il Nulla Osta Regionale o la concessione – come la chiami tu – costituisce presupposto fondamentale per la costruzione del centro commerciale.
Quindi dire sì alla Conferenza di servizi significava dire sì alla realizzazione dell’insediamento di Aliotto. Tutto il resto sono solo giochi di parole. E ti ricordo, ancora, che io, in Regione, a dire sì, sempre con tua delega, ci sono andato due volte. E la Regione, la seconda proroga l’ha concessa anche sul convincimento, ingenerato dal Comune di Brindisi, che la convenzione di lottizzazione sarebbe stata firmata.
Saprai anche che presupposto essenziale per il rilascio del Nulla Osta Regionale sono tutte quelle certificazioni e pareri, comunali e regionali, che attestano la compatibilità dell’intervento richiesto con una serie di requisiti previsti dalle norme vigenti. E anche tali pareri furono tutti favorevoli ad Aliotto. Durante la Conferenza di servizi venne anche affrontata la presenza di un procedimento penale con contestazioni di reati urbanistici che, tuttavia, fu superata dall’evidenza che i fatti contestati attenevano a vicende assolutamente precedenti, collegate ad un tipo di struttura commerciale completamente differente dalla cd. area commerciale integrata quale è quella di Aliotto.
Il parere favorevole espresso in Conferenza di servizi avente ad oggetto la proroga dei termini di scadenza del N.O.R. era il minimo che si potesse chiedere ad un amministratore pubblico dotato di buon senso e che ha a cuore le casse finanziarie e i bilanci comunali.
Non si espone l’Ente municipale a richieste di risarcimento danni conseguenti alla inerzia della medesima Amministrazione. Inerzia riconosciuta e stigmatizzata nelle sentenze del Tar. L’Amministrazione di una città deve perseguire in via primaria l’interesse della collettività che va coniugato con la legittimità, la liceità e la trasparenza degli atti amministrativi. Dopodiché, chi governa deve impegnarsi a raggiungere il proprio obiettivo politico – se ce l’ha – nel pieno esercizio delle sue potestà e prerogative conferitegli dalla legge, con sicurezza, serenità e decisionismo, lasciando ad altri poteri, fra i quali la magistratura penale, di esercitare la propria azione che è autonoma e non necessita di alcun supporto o interferenza da parte della politica.
Te l’ho sempre detto, Sindaco, che ad una comunità fanno più male le indecisioni e le contraddizioni di chi li governa, piuttosto che i netti sì e no, anche se a volte impopolari. Ma, ritornando, alla delibera di impugnazione della sentenza del Tar riguardante Aliotto, va detto ai cittadini che la stessa era all’attenzione della Giunta sin dal giugno scorso. Tema affrontato, sempre in Giunta, alla mia presenza, in almeno due o tre occasioni, all’ultima delle quali, dietro mia proposta, avallata da alcuni colleghi, così come da te, si raggiunse la decisione di richiedere all’ufficio legale comunale una relazione integrativa che non si limitasse, come invece nella relazione del 26.6.08 a firma dell’avv. Francesco Trane, ad una generica e laconica valutazione di ‘illegittimità ed erroneità’ della sentenza del Tar di Lecce, tale da giustificarne l’impugnazione senza alcuna ulteriore specificazione e, soprattutto, senza chiarire per quale motivo il Comune era, stranamente, rimasto contumace nel giudizio promosso da parte di Aliotto invocante la nomina del Commissario ad acta.
L’impegno a relazionare fu assunto personalmente dall’Avv. Trane, all’uopo convocato in quella Giunta che si svolse nella sala riunioni adiacente al tuo vecchio ufficio in piazza Matteotti. Ma l’ulteriore relazione del legale del Comune non si è mai vista. A questo punto non so cosa sia più grave fra l’inadempimento di un incarico ed una assenza giustificata, rispetto alla quale era già stato più volte espresso il mio parere in sede istituzionale. Così, anche i riferimenti che fai alla posizione sostenuta dagli uffici comunali competenti sono erronei, in quanto è di pubblico dominio che il punto di vista del settore urbanistica non è mai coinciso con quello degli affari legali e degli affari generali.
Il Tar ha infatti sospeso il provvedimento emanato dai predetti settori, confermando invece l’impostazione del settore urbanistica, da me condivisa e sostenuta, che affermava la necessità improrogabile della sottoscrizione, da parte dell’Amministrazione, della convenzione attuativa del piano particolareggiato.
A questo punto mi chiedo se il proponente o il supplicato relatore della delibera ti hanno informato che l’ufficio legale non ha mai integrato quella relazione con le richieste formulate dalla Giunta? Ed ancora: ti hanno informato che la delibera adottata si basa esclusivamente sulla relazione dell’avv. Trane del 26.6.08 che tutti, te compreso, avevamo ritenuto carente di adeguata motivazione? Ti hanno informato che nelle more, e precisamente il 24.9.2008, il Tar di Lecce ha emesso un’altra sentenza le cui motivazioni sarebbe molto opportuno che tu leggessi e che comunque condanna per la seconda volta il Comune di Brindisi al pagamento delle spese legali oltre che di quelle del Commissario ad acta, cosa assolutamente non usuale nella giustizia amministrativa? Infine, dalle tue posizioni traggo che ‘il Comune ha ereditato una pratica complessa sulla quale è ancora in corso un procedimento penale’ e poi, ‘il Tar nella sostanza ha proceduto alla nomina di un commissario ad acta, disponendo che procedesse alla firma della convenzione che il Comune per le ragioni sopra esposte non aveva inteso sottoscrivere’.
Dal tenore letterale delle tue affermazioni sembrerebbe emergere una stretta correlazione fra il primo e il secondo concetto. Io spero che non sia così. Ma se così dovesse essere sappi che io, proprio in qualità di assessore, mi dissocio nella maniera più netta e vigorosa, da quell’assemblaggio di concetti, poiché sono profondamente convinto della legittimità della convenzione con Aliotto, così come dell’iter procedurale attivo e favorevole finora seguito.
Tanto, proprio per avere studiato tutti gli atti della vicenda e condividendo politicamente l’iniziativa. Mentre, dopo tutto quello che hai detto, oggi appare criptica proprio la tua di posizione politica sull’argomento dei grandi insediamenti commerciali. Né puoi relegare una questione così generale a dei meri ‘atti di gestione’.
Ed a proposito di provvedimenti dell’autorità giudiziaria mi meraviglia che susciti in te tanto turbamento un procedimento penale che non ha visto ancora una sentenza, mentre appare che tu ritenga di minore importanza ben quattro sentenze ed un ordinanza del Tribunale amministrativo favorevoli ad Aliotto.
Eppure sempre di autorità giudiziaria si tratta. Io capisco che tu, da puro liberale, non possa annoverare la verità o la ricerca della verità nel tuo orizzonte filosofico e culturale. Mi potrai replicare che il tuo è un relativismo di tipo filosofico, il quale va distinto dalla verità obiettiva dei fatti. Ma sai, alla fine, chi persevera nel relativismo rischia di perdere il senso della realtà e non riconoscere l’evidenza delle cose, anche quelle quotidiane che fanno parte della vita di una città di centomila abitanti e di un Municipio che governare è più semplice di quanto appare.

Massimo Ciullo