Francavilla F.na, 19/11/2008

Domani "Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e della adolescenza"

Sono passati 19 anni dalla firma della Convenzione internazionale dei Diritti dell’Infanzia e come ogni ricorrenza, si ripercorrono i traguardi raggiunti e si propongono gli obiettivi futuri.

Accanto ai diritti "materiali" dei bambini e dei ragazzi - cibo, acqua, salute – occorre l’impegno da parte di tutti, Istituzioni ed adulti, per difenderli ovunque e in tutte le situazioni, per impedire lo sfruttamento sessuale dei minori e aiutare le vittime delle guerre, per prevenire il lavoro minorile e garantire il diritto all'istruzione, per lottare contro pregiudizi e razzismi e restituire ai bambini e alle bambine il diritto al gioco e alla gioia di vivere.

La strada da percorrere per tradurre le norme della Convenzione in concreta realtà è ancora lunga. Occorre aiutare le famiglie, le comunità locali, i governi al rispetto e all’applicazione dei diritti dell'infanzia e dell’adolescenza.
Risolvere in questo momento i problemi dell’infanzia, è anche un modo per affermare più in generale il diritto dell’essere umano di progettare il proprio futuro

Il 20 novembre è la Giornata Internazionale dei Diritti dei Bambini ed il 19mo anniversario dell’approvazione della Convenzione Internazionale sui Diritti dell'Infanzia da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite (20 novembre del 1989). Una data importante, che non a caso coincide a sua volta con un duplice anniversario: la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo (1789 ) e la Dichiarazione dei Diritti del Bambino (1959). La Convenzione del 1989 non si limita ad una dichiarazione di principi generali, ma rappresenta un vero e proprio vincolo giuridico per gli Stati che l’hanno ratificata (190 tra i quali l'Italia), che devono uniformare le norme di diritto interno a quelle della Convenzione. Attualmente, dunque, il 96% dei bambini del mondo vive in stati legalmente obbligati a tutelarne i diritti.
La Convenzione tutela diritti come quello al gioco, ad avere un'istruzione, a sviluppare al massimo il proprio potenziale, a esprimere la propria opinione e a essere informati, a essere tutelati da tutte le forme di sfruttamento e di abuso. Certo, la ratifica della Convenzione non basta. Si produrrà una trasformazione reale nella vita dei bambini soltanto quando gli atteggiamenti sociali ed etici si conformeranno progressivamente a leggi e principi, e quando gli stessi bambini, come protagonisti del processo, conosceranno i loro diritti tanto da reclamarne il rispetto.

Conseguentemente oggi è importante rinnovare l' appello alle istituzioni,alla “politica”,alla scuola a quello che è rimasto delle cosidette forze attive della nostra città, affinchè si impegnino a promuovere una cultura dell’infanzia e dell’adolescenza. Nella nostra realtà dobbiamo ancora una volta parlare di diritti negati a partire dalle politiche sociali sin dalla primissima infanzia (situazione asilo nido)per finire all'organizzazione del tempo libero(quasi inesistenti gli spazi verdi e quelli attrezzati per il gioco)passando attraverso la criticità scolastica,a prescindere dalla riforma Gelmini(a Francavilla il tempo pieno non è mai esistito...) La promozione dei diritti dei bambini e degli adolescenti passa attraverso un’integrazione delle politiche messe in campo dalle amministrazioni locali (dalla pianificazione edilizia ai trasporti, dallo sport ai servizi sociali, dall’istruzione al commercio) ed il coordinamento delle risorse a disposizione.
Se il bambino e la bambina sono cittadini (quindi non futuri cittadini,non minori) significa che sono titolari di diritti. In più, dal 1991 i bambini italiani sono titolari di speciali diritti, quelli sanciti dalla Convenzione dei diritti dell'infanzia, oggi legge dello Stato (n. 176,27 maggio1991).

La Convenzione prevede l'assunzione da parte della società, e quindi da parte degli adulti, di impegni precisi, seri, esigenti. Si riconosce che i bambini e le bambine debbano essere consultati prima di prendere decisioni che li riguardano (ma ci sono in una città decisioni che non riguardano anche i bambini?), che possano giocare,che possano esprimere le loro opinioni. Si sancisce anche, che quando il diritto dei bambini entra in conflitto con quello degli adulti, prevale quello dei primi. Ma se una città riconosce tutto questo, chi si fa garante del rispetto di questi principi? Oggi probabilmente si dovrà chiedere al futuro sindaco di farsi garante dei diritti del bambino e della bambina.Questi diritti non saranno garantiti quando si puniranno le violazioni, ma quando si metteranno in opera iniziative, attività, progetti orientati all'effettivo godimento di essi.
Ed allora che almeno per questa giornata,nelle scuole elementari e medie,i maestri,le maestre,i docenti delle scuole elementari e medie si fermino a discutere(anche con il gioco) la Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (si può scaricare da internet)con i bambini ed i ragazzi per partecipare alla realizzazione di una città sostenibile e solidale.

Filippo Melillo
Arciragazzi Francavilla Fontana