Brindisi, 08/04/2009

FP Cigl sul trasferimento di Scienze Infermieristiche

In merito alla decisione dell’Università di Bari di trasferire il corso di laurea in scienze infermieristiche da Brindisi a Lecce, riteniamo opportuno dover esprimere ed argomentare tutto il nostro dissenso.

Pur comprendendo le difficoltà esistenti in tutte le Università Italiane, costrette a sottostare all’avversata applicazione del “decreto legge Gelmini” ed alle relative misure con i tagli indiscriminati alla Scuola e alla Università, tali da determinare gravissime ricadute nei settori della Conoscenza e nel Sistema Universitario in particolar modo, siamo convinti che era necessario trovare, comunque, le risorse economiche necessarie per mantenere in vita la sede Universitaria di scienze infermieristiche nel nostro Territorio.
Lo smantellamento della sede Universitaria in argomento, riveniente da ragioni di bilancio, non può essere, quindi, fatta passare maldestramente come il “potenziamento e miglioramento dell’offerta formativa”.
Con questa decisione, si acuisce in modo grave, oltretutto, la problematica della mancata omogeneizzazione dell’offerta formativa ed universitaria in ambito regionale, che vede da sempre la nostra provincia sensibilmente svantaggiata rispetto agli altri territori per numero complessivo di corsi di lauree specialistiche esistenti.

Il Corsi di Laurea in Scienze Infermieristiche a Brindisi hanno rappresentato una importante risorsa, che ha permesso a tutto il personale del Sistema Sanitario Territoriale di ridelineare e approfondire la propria cultura sanitaria e le loro competenze professionali, permettendo al sistema salute di funzionare al meglio e di stare al passo con l’evoluzione della scienza e della società. D'altronde è bene ricordare che il corso di laurea di cui si discorre ha un notevole “peso” nel panorama dell’offerta formativa, tenuto conto che gli infermieri oggi rappresentano il maggior numero di professionisti sanitari impegnati nelle strutture ospedaliere e territoriali.
Appare evidente, anche, che la soppressione del più volte citato corso, risulta essere in controtendenza con l’obiettivo - dichiarato trasversalmente da tutte le autorità istituzionali preposte - di istituire ulteriori sedi Universitarie, affinché il numero degli studenti possa essere almeno pari al turn – over (è acclarato l’insufficiente numero di infermieri presenti in italia).
Insomma, è auspicabile addivenire ad una celere rivisitazione e rimodulazione dell’offerta formativa, ripristinando il corso universitario in scienze infermieristiche a Brindisi, attraverso un’attenta analisi e verifica delle opportunità esistenti per garantire le risorse economiche in tal senso.

Le ASL, che già sostengono i costi delle docenze universitarie, potrebbero, per esempio, dare il proprio contributo definendo assetti organizzativi in grado di mitigare il taglio di docenti, PREVISTI DALLA RIFORMA “GELMINI”, necessari a garantire l’espletamento dei corsi, utilizzando risorse umane e professionali interne, come ad esempio clinicizzando una ristrettissima platea (1 – 2) di Responsabili delle U.O.C. e trasformando posti di dirigente medico (10 -11 dei circa 800 previsti in dotazione organica) in ricercatori.

Ovviamente questa è solo una ipotesi, che può essere soppiantata da qualsivoglia altro suggerimento propedeutico a determinare le condizioni per riappropriarci del Corso di Laurea in Scienze Infermieristiche nel nostro Territorio.

COMUNICATO STAMPA Funzione Pubblica CGIL Provinciale di BRINDISI