Brindisi, 02/05/2009
Femca Cisl sulla CIS per i dipendenti della società "Argentiero"
Il giorno 20 aprile 2009 è stata presentata, alla Commissione dell’INPS provinciale di Brindisi, l’istanza di riesame della pratica relativa alla concessione della Cassa Integrazione Ordinaria per il periodo da settembre 2008 a marzo 2009 per i 64 dipendenti della società ARGENTIERO VITO di Ceglie Messapica, correlata con la corretta documentazione.
Il giorno 29 aprile 2009, presso l’Assessorato prov.le al Mercato del Lavoro è stato siglato l’accordo per la concessione della Cassa Integrazione Straordinaria in Deroga, per un periodo di 12 mesi a partire dal 24 marzo 2009 per tutti i 64 dipendenti della stessa società ARGENTIERO VITO di Ceglie Messapica.
Queste le uniche certezze, gli unici fatti reali, su cui possono contare tutti i lavoratori della ditta Argentiero Vito, non solo per coloro i quali sono iscritti alla FEMCA CISL.
Sicuramente un disagio enorme, comune a tantissime altre lavoratrici e lavoratori della nostra provincia posti nella medesima condizione, al limite se non addirittura ben oltre la sostenibilità, per chi attende le indennità da parte dell’Ente erogatore INPS, per lunghissimi periodi, ma certamente le colpe vanno ricercate in ambiti assolutamente non sindacali e neppure aziendali.
Infatti chi opera nel settore del Tessile e Abbigliamente sa benissimo che le attività produttive sono regolamentate da commesse stagionali. Ogni azienda che svolge attività o da “façonista” o con marchio prorpio è costretta a rincorrere e a programmare le proprie lavorazioni a seconda delle stagioni e per poter acquisire commesse deve operare preventivamente realizzando produzioni, limitate, di campionario.
E’ molto difficile che si possa concentrare l’utilizzazione dell’intera forza lavoro, a pieno ritmo, in queste fasi data l’esiguità delle lavorazioni, ecco perché sovente durante le produzioni campionarie le aziende riccorrono agli strumenti di ammortizzatori sociali per dare copertura retributiva alle maestranze non impegnate.
Oltre queste fasi congiunturali, si aggiungono periodi di crisi strutturali quale quello che sta subendo il settore moda da ormai diverso tempo.
La mancata acquisizione di commesse, impone periodi di fermo delle attività produttive ben più lunghi. Alcune aziende, la maggior parte, in verità, non potendo generare ulteriori debiti tardano i pagamenti degli stipendi anche per diversi mesi, bene che vada, altrimenti procedono a riduzioni del personale effettuando licenziamenti collettivi o peggio ancora dichiarando fallimento e chiudendo i battenti.
A tal proposito va dato atto, alla ditta Agentiero Vito, invece, che da sempre si è impegnata alla continuità produttiva e alla difesa del posto di lavoro dei suoi dipendenti.
In più, da sempre, l’azione sindacale ed in particolare quello della FEMCA CISL, ha sempre cercato anche attraverso accordi quadro regionali di portare all’attenzione delle massime Istituzioni locali, regionali e nazionali il dramma in cui vivono migliaia di famiglie della provincia di Brindisi.
Abbiamo sempre incontrato diverse difficoltà, ed ogni volta sempre maggiori, in quanto la stretta del credito impone sempre più sacrifici alle imprese, e le uniche soluzioni in termini di tutela di sostegno al reddito per le lavoratrici ed i lavoratori restano i ricorsi agli Ammortizzatori Sociali, con il pagamento diretto delle indennità da parte dell’INPS. A tutto questo si aggiungono gli ulteriori problemi relativi agli iter burocratici per l’autorizzazione e successivamente per l’erogazione delle stesse, che portano dietro di loro la pesantenza di un pachiderma. Da qui le lunghissime attese per il recepimento delle esigue somme relative ai periodi non lavorati.
Pertanto è assolutamente comprensibile lo stato di bisogno di tutte le lavoratrici e i lavoratori della ditta Argentiero Vito, anche se ad oggi le colpe e le responsabilità non risiedono in ambito sindacale, bensì in quello burocratico-istituzionale, e che solo la caparbietà e la grande voglia, del responsabile aziendale, di tenere in piedi una attività a livello industriale, di tali dimensioni, mantiene legati ancora oggi ad un posto di lavoro 64 dipendenti. Pertanto bisogna sempre tenere presente, che sono realmente gli unici due soggetti vicini alle lavoratrici e ai lavoratori e che non hanno mai smesso di abbandonarli al proprio destino.
Emiliano Giannnocaro COMUNICATO STAMPA FEMCA CISL |