Reggio Calabria, 12/05/2009

Traffico illecito di rifiuti fra Brindisi e la Calabria: dieci arresti

La Procura della Repubblica di Reggio Calabria ha emesso 10 ordini di custodia cautelare per il reato di "traffico illecito di rifiuti pericolosi e disastro ambientale".
Le indagini relative all'operazione "Leucopetra" (così è stata chiamata dagli investigatori) sono state avviate nel 2005 su segnalazione di alcuni privati cittadini. A condurle il Corpo Forestale dello Stato ed il Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale di Reggio Calabria coadiuvati da uomini dell'AISI (Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna), l'ex SISDE.

In carcere sono finite quattro persone tra il proprietario di un'industria di laterizi, gli intermediari e i trasportatori. Sei, invece, sono gli individui destinatari della misura cautelare degli arresti domiciliari: tra di essi alcuni dirigenti e dipendenti della Centrale ENEL di Cerano, a sud di Brindisi.
Le indagini avrebbero accertato l'esistenza di una organizzazione dedita al traffico illecito di rifiuti pericolosi. Sarebbero state calcolate in oltre 100 mila le tonnellate di sostanze nocive movimentate fra Brindisi e la Calabria, sostante derivanti dallla combustione del carbone utilizzato per alimentare la Centrale Enel ''Federico II'' di Cerano.

I rifiuti, una volta trasportati dalla Centrale Enel a Motta San Giovanni, sarebbero stati nascosti in una cava di argilla nei pressi di una azienda di produzione di laterizi. Per gli investigatori la trasformazione dei rifiuti da pericolosi a non pericolosi sarebbe avvenuta con false certificazioni. Questo avrebbe consentito il loro smaltimento alla stregua di materiali per la produzione di laterizi utilizzati in edilizia.

Il traffico illecito è stato scoperto grazie all'acquisizione di documenti, riprese video, intercettazioni telefoniche e numerosi sopralluoghi realizzati dal Corpo Forestale presso le imprese produttrici dei rifiuti e presso il sito di ultima destinazione.
Posti sotto sequestro anche la cava, l'industria di laterizi con automezzi e macchine per movimento terra e 15 autoarticolati utilizzati per i trasporti dalla centrale a carbone di Brindisi a Reggio Calabria, per un valore totale di circa 7 milioni di euro.

Intanto Enel, attraverso il proprio ufficio stampa, ha diffuso la seguente nota:
”in merito all'inchiesta della Procura di Reggio Calabria, relativa allo smaltimento dei rifiuti della centrale di Brindisi, affidato ad un consorzio d'imprese, Enel precisa che fin dal 2007 ha offerto la sua piena collaborazione alla magistratura fornendo documentazione e informazioni.
Sul caso l'azienda ha aperto un'inchiesta interna volta a verificare l'adeguatezza delle modalita' seguite nell'affidamento dello smaltimento dei rifiuti.
Enel ribadisce la sua piena disponibilità a collaborare con gli inquirenti anche a tutela della propria reputazione."