Fasano, 20/05/2009

“Fasano Jazz 2009”: il programma dei concerti dal 5 al 12 giugno

Il Comune di Fasano (Brindisi), con la direzione artistica di Domenico De Mola, responsabile dell’Ufficio Cultura, ha organizzato la rassegna “Fasano Jazz” giunta, quest’anno, alla dodicesima edizione. Saranno quattro i concerti che si terranno dal 5 al 12 giugno prossimi. Il 5, in occasione dell’esibizione dei “Gong” al teatro Kennedy (ore 21), vi sarà la presentazione del concerto con Alessandro Achilli di “Musica Jazz” e Donato Zoppo di “Jam” preceduta dalla consegna di una targa del Comune a Daevid Allen, leader dei “Gong”, per aver scelto Fasano come unica data in Italia del loro tour mondiale e come prima tappa dello stesso. La targa sarà consegnata da Richard Sinclair, uno dei precursori, assieme ad Allen, del cosiddetto “Canterbury Sound”, che da qualche anno vive stabilmente in Puglia.

“Fasano Jazz 2009” presenta ancora una volta un programma composto da musicisti altamente qualificati, chiudendo idealmente il triangolo canterburyano, ovvero Hatfield & the North (edizione 2005), Soft Machine (2007) e Gong in questa occasione.

Il percorso musicale della rassegna inizia, venerdì 5 giugno al Teatro Kennedy, proprio con l’arrivo in Puglia dei Gong, per la prima volta, in esclusiva nazionale e quale prima tappa del tour mondiale; gruppo storico di rock progressivo fondato dal musicista australiano Daevid Allen precedentemente membro proprio dei Soft Machine insieme con Robert Wyatt, Mike Ratledge e Kevin Ayers. Il loro stile è talvolta catalogato come space rock e una delle caratteristiche del gruppo è l'incredibile anticonformismo dei suoi membri (a partire da Allen), oltre alla variopinta "mitologia" messa in scena nei loro testi. Intorno al gruppo principale “Gong” si è visto un grande numero di formazioni e gruppi alternativi. Fra il 1973 e il 1974, con il contributo del nuovo chitarrista Steve Hillage (proveniente da Arzachel e Khan), i Gong incidono la cosiddetta “trilogia di Radio Gnome”, composta dagli album “Flying Teapot”, “Angel's Egg” e “You”, generalmente considerati l'apice artistico del gruppo; anche se le tematiche liriche erano già presenti in album precedenti, come “Camembert Electrique”. La formazione (in questi album) è costituita da Daevid Allen (voce, chitarra), Gilli Smyth (space whispers), Steve Hillage (chitarra), Didier Malherbe (sassofono, flauto), Mike Howlett (basso), Tim Blake (tastiere), Pierre Moerlen (batteria), musicista scomparso nel 2005. Senza Allen, i Gong proseguono sotto la supervisione di Moerlen, mutando anche stile in direzione jazz-rock e abbandonando i temi della mitologia Gong (la cui paternità era completamente ascrivibile ad Allen) e producono una serie di album pregevoli, come “Shamal” (in cui sono ancora presenti membri della vecchia formazione), “Gazeuse” ed “Expresso II” (entrambi con Allan Holdsworth alla chitarra), per cambiare infine nome in “Pierre Moerlen's Gong”. Ritornano, nel 2009, con la formazione originaria, completata da Miquette Giraudy, Theo Travis e Chris Taylor. Da Fasano parte, infatti, il tour mondiale che li vedrà, proprio con un'altra formazione presente a quest’edizione della rassegna, i DFA, protagonisti del prestigioso festival “NEARfest” negli Stati Uniti.

Martedì 9 giugno, sempre al Teatro Kennedy, è di scena l’ensemble Miroslav Vitous Quartet in un progetto denominato “Remembering Weather Report”, guidato dal bassista jazz nato a Praga e con ovvi riferimenti allo storico gruppo di Zawinul e Shorter. Vitous; con il “Bollettino Meteorologico” ha inciso alcune pietre miliari della discografia mondiale, come il capolavoro “I Sing the Body Electric” (1972), “Sweetnighter” (1973) e parte di “Mysterious Traveller” (1974). Vitous inizia lo studio del violino all'età di sei anni, pianoforte a dieci anni, e contrabbasso a quattordici. Uno dei suoi primi gruppi lo allestisce con suo fratello Alan alla batteria e con l'amico ceco, presto anch'egli famoso, Jan Hammer alle tastiere. Il virtuosismo di Vitous, come contrabbassista, è indiscusso ed indiscutibile. Un esempio del talento di Vitous al contrabbasso è il disco “Now He Sings, Now He Sobs” (1968), con Chick Corea al pianoforte e Roy Haynes alla batteria. Il suo primo disco solista, “Infinite Search” (1969), ristampato col titolo di “Mountain In The Clouds”, presenta nella formazione musicisti chiave per quello che sarà successivamente il movimento jazz - fusion: John McLaughlin, Herbie Hancock, Jack DeJohnette e il già noto sassofonista Joe Henderson. Ha lavorato inoltre con Freddie Hubbard, Miles Davis e Jan Garbarek, ribadendo in più occasioni che la sua controversa uscita dai “Weather Report” fu causata dal deterioramento del rapporto con Joe Zawinul, tastierista e co-fondatore del suddetto gruppo. A Fasano Vitous sarà protagonista di un concerto dedicato allo straordinario gruppo che ha contribuito a cambiare la storia del jazz e con Franco Ambrosetti alla tromba e flicorno, che come solista ha partecipato alle registrazioni di numerosi dischi di Mina; ecco allora il canadese Robert Bonisolo (con collaborazioni eccelse, da Liebman a Wheeler, da Carla Bley a Lovano) ai sassofoni e Fabrizio Sferra (Doctor 3) alla batteria.

Giovedì 11 giugno, al teatro Sociale, si esibirà il gruppo squisitamente pugliese denominato “Forthyto” formato dal chitarrista Vito Quaranta, compositore-arrangiatore di quelli che si spingono costantemente oltre e che, grazie all’ampio uso dell’elettronica, opera una fertile ricerca di suoni insoliti con suggestive metamorfosi timbriche. Il suo disco “Seeming Calm”, uscito per l’etichetta discografica “Splash”, è un lavoro variegato, assemblato con undici composizioni originali che esplorano un jazz contemporaneo curato in scrittura ed esecuzione, venato di echi rock ed impronte elettroniche. Prova matura in cui il leader alterna corde elettriche ed acustiche, slide, loop e sample, supportato da un quartetto che ha nel pianista e tastierista Michele Campobasso la punta di diamante. Quaranta, alias “Forthyto”, è un raffinato ricercatore musicale. La sua musica è un’intelligente sequela di grande bellezza compositiva, timbrica e pathos esecutivo, all’insegna di moduli jazzistici mai ortodossi, con contaminazioni create da segmenti sperimentali di sapore ambient. La formazione, completata dal contrabbassista Giorgio Vendola, dal batterista Giuseppe Tria e dal percussionista Pippo D’Ambrosio, risulta decisamente lontana dai soliti schemi sonori, capace di costruire composizioni moderne nelle quali si intreccia una forte componente tradizionale, lasciando spazio a un vero e proprio lirismo sonoro.

Venerdì 12 giugno, ultimo concerto di “Fasano Jazz 2009”, al Teatro Sociale col singer Boris Savoldelli ed il gruppo veronese dei DFA (Duty Free Area).
Nato in provincia di Brescia, nel luglio del 1970, Savoldelli sin da bambino dimostra una spiccata passione per la musica. Dopo essersi avvicinato a diversi strumenti musicali, inizia a sperimentare le straordinarie possibilità della voce, studiando tecniche vocali e spaziando, con diverse formazioni, dal rock al funk, dal jazz alla musica sperimentale, sempre alla ricerca di un proprio suono e di una personalità vocale che lo renda facilmente identificabile. Le sue principali influenze sono policrome: Mark Murphy, Demetrio Stratos, Bobby McFerrin, Sting, Paul Rodgers, Ian Gillan, e Paul Carrack, solo per citare i riferimenti più importanti.
Nell’estate del 2006 inizia la composizione di quello che sarà il suo primo album solista, un progetto ricercato dal titolo “Insanology”, interamente realizzato con la propria voce, senza strumenti aggiuntivi, e l’ausilio di un looper. Il lavoro si basa, per la composizione delle canzoni, sulla ripetizione continua di brevi porzioni armoniche e ritmiche, sovrapposte le une alle altre, in un delicato e complesso equilibrio ritmico-armonico. Il disco, uscito nel novembre 2007, ha ottenuto alcune importanti conferme tra gli addetti ai lavori, con lusinghiere recensioni da parte della stampa specializzata italiana e d’oltre confine. Inoltre, il chitarrista newyorkese Marc Ribot (che si è esibito a “Fasano Jazz 2007”) ha partecipato alla registrazione di due brani ed ora Boris collabora con il grande chitarrista e compositore statunitense Elliott Sharp.
Secondo set della serata, quello dei DFA (Duty Free Area). I primi brani del gruppo, composto da Alberto De Grandis alla batteria, Silvio Minella alle chitarre, Alberto Bonomi alle tastiere e Luca Baldassari al basso elettrico, nascono come collages alla ricerca di nuove ritmiche ed armonie, grazie soprattutto all'energia del percussionista, autore di quasi tutto il materiale musicale. Le critiche sui primi concerti sono positive ed inducono il gruppo a registrare il demo "Trip On Metro”. Le architetture musicali subiscono forti mutamenti, i brani vengono integrati con nuove parti e si introducono anche alcune linee melodiche affidate alle voci di De Grandis e Bonomi. Il gruppo propone per la prima volta dal vivo “Lavori in Corso”, prima fatica discografica, che diventa subito la sorpresa dell'anno ed impressiona per l'alto livello qualitativo.
Il gruppo si dedica all'attività concertistica, suonando con il Banco del Mutuo Soccorso e Le Orme, oltre a partecipare alla fase finale del concorso "Omaggio a Demetrio Stratos". Le energie vengono interamente rivolte alla realizzazione del secondo album, "Duty Free Area", considerato uno dei migliori dischi progressive italiani. Dopo avere effettuato alcuni concerti in Italia, il gruppo si trasferisce negli Stati Uniti per suonare al “NEARFest“, dove la performance dei DFA viene accolta con incredibile entusiasmo dal pubblico, tanto che il gruppo rappresenta la rivelazione della rassegna. I DFA, dopo anni di lavoro senza sosta e al termine di questo importante periodo nella storia del gruppo, decidono di realizzare un disco dal vivo, una sorta di riassunto del percorso svolto. Esce quindi "Work in progress live”, registrato al “NEARfest”, che segna anche il passaggio all'etichetta americana “Moonjune Records” di Leonardo Pavkovic.
Nel frattempo il gruppo riprende l'attività concertistica, con ottima accoglienza a Marsiglia e in Germania. La band vola nuovamente oltreoceano per un breve tour negli Stati Uniti e in Messico dove partecipa al “BAJA PROG”. Nell'estate del 2004 nascono le prime note del nuovo album “4th”, che viene pubblicato nel 2008 dalla “Moonjune”, insieme coi primi due lavori rimasterizzati in un unico cofanetto, chiamato “Kaleidoscope”, che contiene inoltre tre brani registrati dal vivo nel 2003. Nel quarto lavoro discografico, echi canterburyani e tempi dispari, tipici di gruppi storici come Egg, National Health e Soft Machine del periodo mediano, si intersecano con le rinnovate coordinate soniche del quartetto. Dopo le esibizioni al “ProgFest” ed a Parigi e dopo questo “Fasano Jazz”, torneranno in America, ancora protagonisti del “NEARFest”, nello stesso giorno (20 giugno) in cui si esibiranno i Gong.

I concerti si terranno tutti alle ore 21. Chi lo volesse potrebbe acquistare l’abbonamento alle quattro serate al costo di 25 euro, mentre i singoli concerti avranno il seguente costo del biglietto: per i Gong, 10 euro; per Miroslav Vitous, 8 euro; per Forthyto, 5 euro; per Salvodelli, 5 euro. Per informazioni ulteriori e prenotazioni si può telefonare all’Ufficio Cultura del Comune allo 080.4394123, o inviare un’e-mail all’indirizzo cultura@comune.fasano.br.it

COMUNICATO STAMPA AMM.NE COMUNALE DI FASANO