Brindisi, 10/07/2009

Associazioni: "Viareggio-Brindisi: preoccupanti assonanze"

Abbiamo volutamente atteso prima di dire la nostra sulla tragica vicenda di Viareggio e le possibili analogie con l’attuale situazione brindisina.
Ma anche con i possibili scenari che si potrebbero verificare nel caso della costruzione del rigassificatore progettato dalla Brindisi Lng nel porto esterno a poche centinaia di metri dall’abitato e nel pieno di una zona dichiarata ad elevato rischio ambientale che già ospita impianti a rischio di incidente rilevante.
Vi sono stati molti interventi pervasi da grande preoccupazione. Ma non è purtroppo mancata l’incredibile voce rassicurante della Brindisi Lng per la quale tutto sicuro.

Sappiamo bene quale sia la differenza tra il Gas di Petrolio Liquefatto - Gpl - (trattato dalla Costiero Adriatica e nello stabilimento petrolchimico) e il Gas naturale liquefatto – Gnl -, ma ciò non vuol dire che uno sia pericoloso e l’altro no.
Una legge di natura lega le grandezze pressione, volume e temperatura. Secondo questa legge se il volume rimane costante, aumento di temperatura fa conseguire un aumento di pressione. Ben si comprende che se la pressione supera la resistenza del serbatoio, il medesimo si dilata. Per questa ragione ogni serbatoio che contiene gas è dotato di valvole di sicurezza, dalle quali viene espulso il gas in caso di sovrappressione.
Ma – come è stato giustamente detto - cosa accade se la valvola è bloccata o il tasso di crescita della temperatura è più rapido della pressione che la valvola riesce a smaltire? Semplicemente il serbatoio esplode. E questa esplosione è indipendente dal tipo di gas.

C’è quindi il rischio che ciò accada col progettato rigassificatore. Ed è per questo che la Commissione VIA regionale ha giudicato incompatibili la movimentazione delle gasiere e l’impianto di rigassificazione nel porto rispetto alle attività portuali ed a quelle di stabilimenti industriali vicini.

Numerosi sono, invero, gli incidenti registrati nel mondo a gasdotti, impianti di liquefazione o rigassificatori, anche in tempi recenti, cioè in impianti che utilizzano le moderne tecnologie. Solo alcuni e poco rassicuranti esempi: 17 settembre 2003 nel terminale Tonkin di Fos sur mer (Marsiglia) esplode la torcia di sicurezza che viene proiettata a diverse decine di metri di distanza; 19 gennaio 2004 a Skikda in Algeria si è verificata un’esplosione di una parte dell’impianto di produzione GNL, l’incidente è stato causato da una perdita di GNL da una tubazione che ha innescato un gigantesco incendio nel quale sono morti 27 operai e 74 sono rimasti feriti.
L’impianto era stato rinnovato solo pochi anni prima, con tecnologie definite modernissime, dalla società americana Halliburton; 31 luglio 2004 in Belgio esplode un gasdotto di GNL della Fluxi causando 15 morti; 30 agosto del 2005 l’esplosione di un gasdotto di GNL interrato a Kalakama, in Nigeria, ha provocato la morte di 11 persone ed ha letteralmente inghiottito un’area di 27 Km quadrati; maggio 2006 il cedimento di una guarnizione ha provocato un incendio nell’impianto Atlantic GNL a Point Fortin, Trinidad.

A Viareggio ad esplodere è stato un piccolo serbatoio (tale può essere considerato un vagone) e gli effetti sono stati devastanti. A Brindisi sono presenti serbatoi di gran lunga più grandi come quelli presenti nello stabilimento petrolchimico e quelli della Costiero Adriatico e ricordiamo che parte del gpl di questo deposito raggiunge i mercati nazionali proprio attraverso ferro cisterne che transitano dalla stazione di Brindisi.
Come è immaginabile che si possa costruire un rigassificatore il quale implica un intenso traffico di navi gasiere di 100-140.000 tonnellate molto più esposte a rischio di incidenti di quanto non lo è l’impianto a terra?

Dopo l’incidente di Viareggio il Pontefice ha detto: "Auspico che simili incidenti non abbiano a ripetersi e sia garantita a tutti la sicurezza sul lavoro e nello svolgimento della vita quotidiana". Il Presidente Napolitano ha ribadito che «bisogna fare chiarezza per accertare le responsabilità». Parole giuste che abbiamo troppe volte ascoltato mentre a pagare con distruzioni e morti sono sempre la collettività e i lavoratori.

La vicenda del rigassificatore a Brindisi è stata segnata da comportamenti irregolari e scorretti che sono al vaglio della Magistratura penale. Ci auguriamo che si ponga finalmente termine a questo incredibile tentativo di sopraffazione della volontà popolare per come espressa dalle amministrazioni locali.
Con questo spirito confidiamo nella determinazione del sindaco Domenico Mennitti e attendiamo che la conversione del neopresidente Massimo Ferrarese sia presto tramutata in atti, a partire da immediate "controdeduzioni" della Provincia rispetto agli approfondimenti che presto Brindisi LNG fornirà relativamente ai 31 punti deboli rilevati dal Ministero dell'Ambiente nella procedura di VIA.
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO:
Italia Nostra, Legambiente, WWF, Fondazione “Dott. Antonio Di Giulio”, Fondazione “Prof. Franco Rubino”, A.I.C.S., ARCI, Forum ambiente salute e sviluppo, Medicina Democratica, Lipu, Comitato per la Tutela dell’Ambiente e della Salute del Cittadino, Comitato cittadino “Mo’ Basta!”, Comitato Brindisi Porta d’Oriente.