Bari, 28/07/2009

Sanità: le proposte di PD e Pdl

Separare la politica dalla gestione nel pianeta salute: il PD dice “basta alla discrezionalità nella nomina dei vertici delle Asl. In futuro le scelte dovranno guardare alla capacità, al merito, alla professionalità, all’esperienza dei candidati. Un’Authority nazionale dei manager è la ricetta contro le patologie del sistema sanitario illustrata dal gruppo PD in Consiglio regionale. Una proposta di legge regionale e una statale le medicine, gli strumenti insomma, per una svolta di autonomia nella sanità.
Una strategia in due mosse, ha spiegato il capogruppo Antonio Maniglio. La prima tappa punta a modificare in Puglia il decreto legislativo 502/1992 che regola la nomina dei manager. La pdl è stata appena depositata per l’avvio dell’iter consiliare.
La seconda passerà da contatti che saranno avviati fin da settembre coi colleghi di altri Consigli regionali, per arrivare ad una proposta di legge d’iniziativa di almeno cinque regioni, come prevede la Costituzione, per la creazione di un’agenzia cui affidare la tenuta di un albo nazionale dei dirigenti della sanità. “Una sorta di Authority svincolata dal controllo politico, che raccoglierà le professionalità più forti, nella massima autonomia dal potere politico. Penso a magistrati in quiescenza della Corte dei Conti o dei Tar – ha spiegato il capogruppo – e credo si debba passare necessariamente dall’extraregionalità: la scelta dovrà ricadere su non residenti nelle regioni in cui saranno chiamati ad operare”.
Quasi in contemporanea, anche il centrodestra ha convocato i giornalisti sulla sanità. “Siamo contenti di averli costretti a pensare, anche se credo ci vorranno propinare la solita minestra riscaldata”, ha concluso Maniglio. Intanto, ha ricordato, “eravamo e restiamo la terzultima regione nel riparto del fondo sanitario. Da presidente Fitto si era impegnato, ma da ministro se n’é dimenticato. Quanto al disavanzo tanto cavalcato dal Polo, quello di fine legislatura sarà abbastanza più basso di quello registrato nella sanità del Polo, nel 2005”
“Faremo i conti degli emendamenti dell’opposizione che hanno contribuito a far lievitare la spesa sanitaria in maniera massiva”, ha osservato Giuseppe Romano, nell’illustrare i contenuti della proposta di legge. “Bisogna lavorare perché il sistema venga messo in condizione di produrre buona sanità, ridurre gli sprechi e le mobilità anche extranazionali, affrancarlo dall’ingerenza politica, privilegiare competenza, capacità, professionalità, neutralità e merito”.
Non solo direttori generali, anche quelli di distretto, gli amministrativi, i primari delle divisioni ospedaliere, “tutto il management, nei confronti del quale – ha insistito Sandro Frisullo – va attuata una netta distinzione tra la politica e la gestione”. Alla prima la responsabilità delle scelte, su una rosa di nomi, alla seconda quella dei risultati, ma in piena autonomia dal livello politico.
“Un atto monocratico del presidente della regione (ora è una delibera di Giunta) attraverso un percorso democratico”, è il procedimento indicato da Pino Romano. Nel caso dei direttori generali, la nomina è preceduta dal parere della conferenza permanente per la programmazione socio sanitaria, da quello della conferenza dei sindaci per le asl e del rettore per il Policlinico. I consiglieri regionali avrebbero successivamente trenta giorni per pareri motivati. Agli altri vertici si accede per concorso, al pari dei primari, con nomina fiduciaria ma nel rispetto di una terna e con parere motivato del dg.
“Crediamo nella formazione per far crescere una classe dirigente della sanità. La logica è di allargare le maglie, l’esatto contrario del commissariamento ed anche di quanto teorizza Forza Italia in Consiglio regionale”.
“La qualità della prestazione è sempre legata alla formazione” ha rilevato Pina Marmo: “la politica deve capire i punti di debolezza di un sistema e cercare di intervenire su quelli”. È su questi temi “che ci si dovrà misurare in questo ultimo scorcio di mandato e nel successivo”, ancora secondo Frisullo: “mai sottrarsi ad una discussione sulla quantità e qualità della spesa, che non sempre corrisponde a requisiti di efficacia”. Sono argomenti sui quali ha sempre puntato il Pd, “riformista e democratico - ha sottolineato Dino Marino - e sui quali, in questo stesso giorno, il centrodestra ed anche il governo regionale intendono ragionare. Siamo contenti dell’attenzione della Giunta, ma sarebbe più utile una sinergia stretta con Vendola e l’assessore Fiore.
Un distacco dell’esecutivo dal Consiglio non aiuta nella costruzione di un percorso che risulterà decisivo. Il nodo è sempre quello: separare la politica dalla gestione”.
Alla conferenza stampa hanno partecipato i consiglieri regionali Vincenzo Montanaro e Sergio Povia.

Il Pd presenta la sua proposta di legge in materia sanitaria? Per il centrodestra è la prova che qualcosa non ha funzionato, “anche perché – dicono ai giornalisti in una conferenza stampa – le leggi sono già in vigore, fin dal tempo della presidenza Fitto, solo che sono state disattese”. E allora? Anche l’opposizione presenta la sua controproposta.
“Ho rispetto per la proposta del Partito democratico – ha detto il capogruppo di Forza Italia, Rocco Palese – ma risulta come un’ammissione di colpa e fra l’altro nei contenuti, hanno riproposto le stesse regole delle leggi esistenti, fino ad ora non rispettate”.
Palese, Roberto Ruocco (capogruppo di An), Giammarco Surico (misto) e Francesco Damone (capogruppo la Ppt), hanno ricordato, carte alla mano, le “direttive di attuazione in materia di razionalizzazione, contenimento e qualificazione della spesa sanitaria” una delibera che porta la firma dell’ex presidente Fitto in attuazione alla legge 28 del 2000. Inoltre il Consiglio regionale, ha citato Palese, ha votato all’unanimità un emendamento alla legge regionale di bilancio per il 2008, proposto dal centrodestra, con il quale si stabilisce il divieto assoluto di procedere all’acquisto di beni durevoli, farmaci, dispositivi medici o altro materiale sanitario utilizzando la dichiarazione di infungibilità.
“Non si può dire che noi dell’opposizione, non abbiamo fatto il possibile per salvare la nave che affonda - dice Palese – per contro la legge del 2006, relativa a principi e organizzazione del servizio sanitario possiamo dire che sia stata considerata dagli stessi estensori carta straccia”.
Per Roberto Ruocco la gestione della sanità da parte del centrosinistra è stata una continua contesa a botta di spartizioni: “un esempio è la Asl di Fg dove il contrasto fra Pd e Rifondazione comunista si è stemperato solo nel momento in cui hanno raggiunto l’intesa clientelare sulle ripartizioni degli incarichi” – ha ricordato. “Adesso – ha continuato Ruocco – vogliono salvare il salvabile. È un po’ come voler chiudere il barattolo della marmellata continuando a tenere le dita dentro. Impossibile”.
Tutta la partita sulla sanità è in gioco, secondo Ruocco, solo per alzare il prezzo allo scopo di definire le candidature per le prossime regionali, a partire da quella del presidente Vendola, “che continua a fare la mammola, nonostante le dichiarazioni della Cosentino che lo definiscono, invece, grande regista”.
Ruocco ha una proposta operativa: “costituiamo una commissione conoscitiva bipartisan per fotografare la situazione, comprendendo le criticità, per poter consegnare ai prossimi che governeranno la Regione uno strumento conoscitivo importante e utile”.
“Ci sono volute cinque inchieste della magistratura per svegliare il governo Vendola, sulla situazione disastrosa della sanità in Puglia” Così boccia Giammarco Surico, senza appello, la gestione della cosa pubblica sanitaria “oggi ripropongono leggi già esistenti che però non hanno osservato” – continua l’esponente del Pdl – i cittadini non possono essere presi ancora in giro, questo non è tollerabile”.
Anche da Francesco Damone arriva il pollice verso sulla gestione della sanità: “Inutile la proposta del Pd fuori tempo massimo, purtroppo non esistono i tempi supplementari per Vendola che consapevole di tutto ha fatto finta di nulla. I capricci di Vendola hanno prodotto solo disservizi”.
Gli esponenti del Pdl hanno poi spiegato “l’essenza della proposta di legge, che è resa necessaria per imprimere una svolta alla gestione della sanità”. “Tutto il sistema è fuori controllo e in preda alla totale discrezionalità delle direzioni generali della Aziende sanitarie locali, delle Aziende ospedaliere e degli istituti di ricerca e cura a carattere scientifico – hanno spiegato.
Per nove volte, secondo Palese, alcuni articoli di questa legge sono stati proposti come emendamenti, ma senza successo. Le nuove norme riguardano le nomine dei direttori di struttura complessa per evitare l’intervento della politica; l’istituzione di comitati di sorveglianza, come strumento di controllo; l’utilizzo del criterio del massimo ribasso per le forniture di beni e servizi, senza che per questo venga compromessa la qualità; l’istituzione dell’albo regionale degli aspiranti direttori generali, sanitari ed amministrativi, attraverso una selezione pubblica; la centralizzazione degli acquisti; il divieto alle aziende di procedere all’acquisizione di beni o quant’altro per importi superiori a 30.000 euro senza l’autorizzazione dell’Ares (agenzia regionale sanitaria), inoltre nuove regole per le gare e il commissariamento immediato, considerato lo stato dell’arte, delle aziende sanitarie e di quelle ospedaliere, anche attraverso la nomina di esperti della Guardia di finanza, dei Carabinieri, dei Nas e della Polizia di Stato.

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