Mesagne, 04/10/2009

Molfetta (A Sinistra): "Mesagne si è calata le braghe alla grande distribuzione"

Ancora sul parco commerciale “Auchan”.
- Fatto n°1 “il distributore di carburante- Auchan”
Già in passato e con insistenza Auchan aveva chiesto al Comune Mesagne di poter insediare un proprio distributore di carburante in prossimità del parco commerciale in zona PIP.
Tale richiesta era stata più volte respinta e la concessione dell’area per la benzina era andata alla ditta Bianco-Petroli che vantava una sorta di diritto di prelazione e che in tal senso aveva vinto un ricorso amministrativo davanti al TAR.
Quando però è stata liberalizzata la distribuzione degli impianti ed aboliti i limiti imposti dal Piano Regionale Auchan ha finalmente ottenuto di installare la propria stazione di servizio nei pressi del parco commerciale in adiacenza alla statale 7 al Km 704 .
Tuttavia per rendere operativo l’impianto e farci arrivare le autovetture, è necessario aprire gli accessi dell’area sulla statale 7 ( autorizzazione già concessa dall’ANAS ) e modificare il tracciato viario della complanare parallela alla statale, che dovrebbe passar dietro la stazione di servizio, e per la qual cosa è necessaria l’adozione di una variante urbanistica al PRG del comune di Mesagne.
Questo fatto, di per se non rilevante sul piano urbanistico, introduce però l’applicazione di un principio improprio: sarebbe in assoluto la prima volta infatti che si modificano le previsioni di Piano esclusivamente per servire gli interessi economici di un soggetto privato. Per questa semplice ragione noi ci siamo opposti all’adozione della variante urbanistica in Commissione Consiliare e ci opporremo in Consiglio Comunale.
Auchan ha facoltà di installare le sue pompe di benzina dove vuole ed il Comune non ha alcun potere di interdire l’esercizio di questo diritto ma quando si chiede di muovere anche solo una virgola sul PRG bisogna esser sicuri che la città intera ne avrà un vantaggio certo e questo francamente non ci sembra il caso

- Fatto n°2 “apre Piazza Italia”
Alcune settimane addietro il Sindaco ha convocato un incontro con i sindacati ed i rappresentanti di Confcommercio, Confesercenti e Confartigianato per discutere sulle iniziative da intraprendere in occasione della apertura di “Piazza Italia”. Sulla circostanza pendeva tra l’altro l’interrogazione promossa dal PD che paventava la possibilità che gli atti amministrativi per autorizzare l’apertura del mega-store potessero essere prodotti fuori dai termini convenzionali previsti e ormai scaduti.
Il Sindaco assicurò gli astanti che nessuna concessione amministrativa era stata predisposta e che perciò c’era tempo e modo per valutare insieme le domande e le richieste da porre all’azienda a garanzia della perfetta legittimità degli atti e soprattutto a garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali e delle ricadute economiche sul territorio.
Soltanto qualche giorno dopo, il 24 settembre, Piazza Italia inaugura la sua nuova sede naturalmente potendo vantare l’ottenimento degli atti concessori previsti che evidentemente erano stati approntati con straordinaria sollecitudine senza che nessuna delle paventate iniziative politico-amministrative fosse stata pubblicamente avviata ne da parte del Comune, ne da parte delle associazioni presenti a quell’incontro, ne da parte delle forze politiche che a quell’incontro non furono nemmeno invitate. Allora o quell’incontro era una “babbiata”, una lavata di faccia per vantar credito o per millantare una inesistente vocazione al dialogo e alla partecipazione oppure, come a me pare più verosimile, il Sindaco, e per lui il Comune di Mesagne, non ha ormai alcun potere di condizionamento sui processi descritti.

- Conclusioni
Se si raccordano questi due episodi apparentemente banali alla ben più grave proroga dei termini convenzionali concessa al buio alcuni mesi fa dalla Giunta municipale e lo scandalo che montò a seguito delle dichiarazioni del Sindaco sulle raccomandazioni a Leroy- Merlin si capisce come ormai la città di Mesagne si sia definitivamente calata le braghe di fronte allo strapotere della grande distribuzione a cui tutto è concesso senza resistenza ne vaglio critico.
Questo duole, specie se si considera la pochezza della contropartita, delle ricadute che la città ha avuto finora in cambio da questi grandi insediamenti commerciali e che si riducono alla miseria del solito ricatto occupazionale a fronte del quale un intero territorio si lascia depredare senza colpo ferire. Spiace che queste cose dobbiamo dirle noi che in questa svolta abbiamo creduto e lavorato per anni.
Purtroppo dobbiamo amaramente riconoscere che nonostante gli sforzi perpetrati lungo il corso di ben tre legislature, ben difficilmente lo strapotere delle grandi lobbie’s economiche può essere contenuto dalla politica e meno che mai può esserlo da parte di una amministrazione, l’attuale, che della politica non conosce neanche l’abbecedario .

Pompeo Molfetta - Capogruppo A Sinistra /Movimento per la Sinistra