Mesagne, 25/11/2009
Cittadella della ricerca: Camassa scrive a Ferrarese
Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera aperta inviata da Angelo Camassa al Presidente della Provincia di Brindisi
Al Presidente della Provincia di Brindisi - Massimo Ferrarese
Oggetto: Lettera aperta
Illustrissimo Presidente,
Le scrivo, in forma pubblica, in quanto Cittadino, Lavotarore presso un’Agenzia operante nella Cittadella della Ricerca, già Dipendente del CNRSM poi Pastis-CNRSM, e militante politico sin dal lontano 1985 quando con delibera provinciale fu avviato quel progetto che avrebbe dotato il nostro Territorio di un’importante infrastruttura materiale ed immateriale: il Parco Scientifico e Tecnologico Jonico-Salentino.
Sarebbe stato il comprensorio denominato “Cittadella della Ricerca” ha coniugare la ricerca e l’innovazione, con il mondo accademico-universitario e quello industriale e territoriale, affinché questa contaminazione si trasformasse nel volano dello sviluppo economico e sociale di questo lembo di territorio italiano gravato, da numerosi anni, di sotto-sviluppo che aveva visto alcuni interventi spot (vedasi Montedison, Italsider ecc.) che da una parte avevano garantito occupazione e innalzamento le condizioni di benessere diffuso dall’altra, per effetto di varie crisi nazionali ed internazionali, avevano evidenziato la loro vulnerabilità economica e sociale rispetto ad un territorio ancora essenzialmente legato al settore primario peraltro consistente in organizzazioni e metodi produttivi ancorati al medioevo.
Un grande sogno. Che non poteva che attraversare le notti, anche il giorno, di un giovane, chiamato alle scelte della vita che non voleva ricadere nel amletico dilemma “andare o non andare”. Ovviamente il riferimento era legato al migrare verso territori che offrissero maggiori opportunità sia in termini lavorativi che formativi.
La premessa esposta, si è resa necessaria onde poter decifrare che il motivo che mi spinge a questo intervento è insito nella mia persona in quanto coinvolto a 360° gradi.
Le notizie che in queste ore circolano sui mezzi di informazioni e che riguardano per l'appunto la Cittadella, mi amareggiano e mi fanno formicolare di rabbia. Ometto di raccontare la mia visione dei fatti (ne avrei da raccontare) mi limito ad osservare quanto segue:
1.La provincia detiene il 51% delle azioni della società, ovvero il è il socio di maggioranza assoluta. Il CDA (consiglio d’amministrazione) è espressione diretta (nomina) ed intrinseca (delega fiduciaria) della compagine societaria pertanto se i soci decidono di revocare la nomina in quanto viene meno il rapporto fiduciario il consigliere ne deve prende atto ne può chiedere le motivazioni ma in un contesto riservato. Questa è la normalità.
E’ inammissibile che il CDA in carica (si badi i componenti possono esprimere la propria opinione pubblica a riguardo quando non sono più il quella veste) ingaggi una “battaglia” pubblica (comunicati stampa, ecc.), sostenendo la non disponibilità alla revoca. La carica di Consigliere d’Amministrazione non è una proprietà della quale disporre autonomamente come meglio si crede.
Un simile comportamento è maggiormente deleterio all’immagine e all’integrità della Società e dell’intero comprensorio di quanto legittimamente un socio, (di maggioranza assoluta) dichiara pubblicamente.
2.Nel luglio 2006, con D.L. n. 223/06 (decreto Bersani) all’art. 13, e successivamente nel giugno 2008, con D.L. n. 112/08 all’art. 23 bis, sono sopravvenute norme per la disciplina dei servizi pubblici di rilevanza economica e per le modalità della loro esternalizzazione.
In riferimento a tali disposizioni è emerso che le società operanti in base ad affidamenti diretti, oltre ad essere a capitale sociale interamente pubblico, possono svolgere la loro attività esclusivamente con gli enti costituenti o partecipanti ed i loro servizi devono essere erogati solo per soddisfare le necessità dell’Ente socio. Tale fattispecie rientra nel dispositivo dell’art. 13 del D.L. n. 223/06 che stabilisce anche che il termine temporale per rivedere competenze e funzioni di tali tipi di società costituite per la produzione di servizi strumentali è fissato all’1/1/2009.
3.Si sostiene che in merito alla contrazione del finanziamento bancario chirografario (mutuo ipotecario) la necessità di tale provvedimento è riveniente dalla non corresponsione dei fitti da parte delle società operanti nel comprensorio che ha determinato una mancanza di liquidità. Quanto affermato dimostra di per sé l’inadeguatezza del management aziendale. Infatti le domande nascono spontanee:
1. Se la mancanza di liquidità è solo riveniente dalle motivazioni esposte, perché non si è proceduto al recupero, anche coatto, delle somme non corrisposte?
2. Perché le aziende non hanno pagato canoni locativi tali da rendere necessario un mutuo da un 1 milione di euro?
3. Se le aziende non pagavano (entrate) perché sono stati mantenuti gli stessi “standard“ di servizi anche quelli non primari come la manutenzione del verde, consentendo cosi le “uscite” che hanno contribuito al deterioramento della liquidità di cassa?
4. La società Cittadella si occupa solo della gestione del complesso edilizio o al proprio interno contempla attività “supplementari” che di fatto aggravano le “uscite” senza garantire le adeguate “entrate”?
Caro Presidente, con questa mia missiva ho voluto sottoporle alcune osservazioni che ho ritenuto opportune viste le premesse, affinché quello spirito libero e forte che ha animato e anima la mia vita e che da 23 anni mi lega con il progetto Parco Scientifico e tecnologico Jonico-Salentino non subisca ulteriori ferite o menomazioni.
Cittadella della Ricerca 20.11.09
Con stima
Angelo Camassa*
* Presidente Vetera et Nova (Associazione tra Lavoratori della Ricerca ed Università della Provincia di Brindisi)
* Già segretario provinciale di Brindisi della UIL-FUR (Federazione Università e Ricerca)
* Già componente del coordinamento provinciale UDC- Brindisi
* Già portavoce dei Riformatori per l’Europa
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