Torre S. Susunna, 03/12/2009
LiberAzione torrese: "La nostra strada è una radicale alternativa"
Porte sbattute e auguri di buona fortuna sono spesso l'esito obbligato di un rapporto ambiguo e tormentato. A noi, nonostante tutti i nostri sinceri sforzi, è toccata la stessa sorte.
E dire che questa volta ci stavamo provando sul serio, stavamo mettendo da parte un po' del nostro entusiasmo e delle nostre rivendicazioni per tentare di stringere un legame pur difficile da tenere. Per il bene della nostra città abbiamo cercato di tenere lontano quelle divergenze d'opinioni così naturali quando a sedersi gli uni accanto agli altri sono uomini e donne provenienti da storie politiche così eterogenee. L'abbiamo fatto nella consapevolezza che il fine della politica debba essere il bene della collettività e non l'espressione di un punto di vista o, peggio ancora, l'esibizionismo smanioso di potere di pochi soggetti.
Per questo motivo il Laboratorio politico “Liberazione Torrese” ha accettato non solo di sedersi a un unico tavolo delle trattative in vista delle imminenti elezioni amministrative con PD e UDC (sic!), ma anche di sottoscrivere con questi una dichiarazione d'intenti mirante a segnare una netta cesura rispetto al malgoverno imperante da oltre un decennio a Torre Santa Susanna.
Ebbene, per questo stesso motivo, proprio per non contravvenire a quel documento, un documento che non appena firmato rischiava di vedere negata ogni sua pur vaga aspirazione, oggi questo coraggioso (almeno da parte nostra) esperimento può ben dirsi concluso. E a scendere dal treno non siamo stati noi, ma coloro i quali si dimostrano pronti a tutto, anche a stringere patti con gli avversari di sempre, pur di aver certa una vittoria che certa non è. Noi continuiamo a viaggiare sul treno di una politica fatta di progetti, di idee e di onestà intellettuale; loro hanno preferito prender posto su un treno solo apparentemente comodo e vincente, legato a semplici valutazioni sul bacino di voti che i soliti personaggi politici torresi sono in grado di gestire e controllare.
Non crediamo si possa mirare al bene della nostra comunità continuando a contare su quegli stessi nomi che, forti del loro ruolo di ex amministratori, dopo aver contribuito in prima persona allo sfascio di Torre, oggi, passati (forse per convenienza) o in procinto di passare dall'altra parte, si presentano col volto dei “redenti” per continuare ad amministrare. Con quale credibilità?
Era questa la nostra unica condizione pregiudiziale: la rigida applicazione del principio di discontinuità rispetto al malaffare degli ultimi anni. Una discontinuità nell'amministrazione, nelle sue modalità ma anche e soprattutto nei suoi interpreti e attori.
Tale discontinuità deve necessariamente partire da un giro di vite, da nuovi uomini e nuove donne che mai hanno prestato il proprio volto e il proprio nome per disonorare la nostra povera comunità.
Abbiamo resistito sino all'ultimo, con la speranza che le nostre ragioni trovassero almeno il sostegno del partito ideologicamente a noi più vicino o (meglio) supposto tale. Oggi, a malincuore, ci rendiamo conto che si trattava di un sogno più che di una speranza. Quel partito, che tanto vanta la propria vocazione maggioritaria, si è dimostrato alla prova dei fatti impotente e affetto da una forte sudditanza nei confronti di un UDC che, da elemento aggiunto (quasi esterno) in una tradizionale coalizione di centro-sinistra si è ben presto mutato invece in leader dell'alleanza, in burattinaio capace di impartire la rotta per tutti gli alleati, agendo indisturbato e dettando proprie regole. Regole a cui noi non possiamo sottostare, regole che lasciano presagire un gioco quanto mai torbido.
Se infatti un malridotto e litigioso PD cede al diktat dell'UDC che, dopo aver avanzato già il proprio nome a candidato sindaco, impone persino di allargare l'alleanza sino all'estrema destra torrese, dichiarando allo stesso tempo di non poter fare a meno dell’esperienza di chi ha amministrato il paese in questi anni, noi non solo non ci facciamo tentare da una tale oscena richiesta, ma sdegnati e orgogliosi del nostro essere alternativi a questo sistema di cose decidiamo di salutare un progetto che anziché proporsi come alternativo, presenta in embrione tutte le crepe e tutti i vizi di quella stessa mala-politica che siamo desiderosi di estirpare dalla nostra città.
Ci è stato detto nel corso dell'ultimo incontro-scontro che i “fessi” hanno un ideale, i furbi invece hanno un fine. E' un gran peccato, però, non considerare il fatto che tra i nostri ideali vi sia anche quello che ci impedisce di stare al gioco dei furbi che, non preoccupandosi neppure di cambiare volti e nomi, si ripresentano agli occhi della cittadinanza per riottenere il permesso a realizzare il loro fine. La politica, come la intendiamo noi, non è una scacchiera, ma un progetto di cui devono necessariamente entrare a far parte uomini convinti di spendere la propria vita per ideali seri e per la crescita della propria comunità. Abbandoniamo questo tavolo comune, non intravedendo al momento le basi che permettano di costruire una coalizione alternativa a chi ha amministrato malamente per 10 anni il nostro paese.
Ora abbiamo qualcosa di più importante da fare. Abbiamo un'idea di città libera e solidale che noi, uomini e donne di sinistra, porteremo avanti con orgoglio e coraggio insieme a tutti coloro i quali vorranno partecipare in prima persona alla bonifica morale, culturale e sociale di Torre Santa Susanna.
COMUNICATO STAMPA LIBERAZIONE TORRESE
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