Brindisi, 07/12/2009
Albano (PD): "il Comune attui un piano anticrisi"
Anche nella nostra città, come nel resto del paese, forse da noi con maggiore intensità, le imprese, i lavoratori, le famiglie, si trovano ad agire in un contesto difficile, forse il più critico da molti decenni, che pure non sono stati certamente facili.
Ce lo dicono, purtroppo, con evidenza tutti gli indicatori economici della nostra città, i sindacati, ma soprattutto ce la dice la quotidianità della vita di tutti i giorni.
L’occupazione complessiva è calata, il mercato del lavoro offre sempre meno opportunità per chi cerca occupazione. Di giorno in giorno aumenta la schiera di chi è stato licenziato o messo in mobilità, e tra questi ci sono molti cinquantenni che si trovano all’improvviso ai margini del nostro sistema produttivo, privi di una rete stabile di protezione e di reali prospettive future. Ma ci sono anche tanti giovani che non lavorano o non ne hanno mai avuto la possibilità, altri che sono passati dal precariato al nulla e non riescono a organizzare un progetto di vita indipendente dalla propria famiglia di origine.
A risentirne pesantemente sono le imprese di piccole dimensioni, gli artigiani, i commercianti che costituiscono una parte importante e fondamentale del nostro sistema economico produttivo.
Queste sono le aride cifre che ci consegnano una realtà fatta da tante persone e famiglie che faticano a pagare l’affitto, il mutuo, le bollette, che per mangiare hanno a disposizione cifre irrisorie e, fra loro, ci sono donne sole con figli a carico, pensionati, ma tanti altri la cui discesa nella povertà è stata determinata dalla perdita del lavoro, dell’unica fonte di reddito familiare.
Accanto al crescente numero di persone e famiglie che si rivolgono ai servizi sociali del comune, alle associazioni di volontariato e alla Caritas, ce ne sono altrettante che non lo fanno, frenate dal pudore e dal disorientamento per un’esperienza per loro nuova e certamente traumatica e che vivono in una situazione di grande disagio.
La crisi è sicuramente lontana dalla sua conclusione. Gli attuali rimbalzi del PIL derivano dalla ricostituzione delle scorte da parte delle grosse imprese. Per la ripresa occorre alimentare la domanda che è crollata a causa del forte calo dell’occupazione.
Molto può fare il governo per sostenerla, per spingere la ripresa, agendo su uno dei tanti versanti che influenzano il reddito ed il suo potere di acquisto (tasse, tariffe, esenzioni, ecc.), ma anche, come hanno fatto da tempo moltissimi stati europei, adeguando gli ammortizzatori sociali, (cassa integrazione ed indennità di disoccupazione), al mercato del lavoro divenuto flessibile, coprendo tutte quelle attività produttive e quei lavori che oggi ne sono esclusi, ma anche allungandone il limite, in diversi casi già in scadenza o scaduto, per aiutare le imprese ed i lavoratori ad arrivare alla fine della bufera. Ma purtroppo non c’è ancora niente in cantiere.
La sfida del nostro Comune deve essere quella di intercettare le situazioni di difficoltà che si sono già presentate, rinforzando i fattori protettivi e la rete di protezione sociale e di sostegno, attivando anche forme di flessibilità della pressione tributaria locale e del costo dei servizi, che tenga conto delle condizioni economiche del cittadino.
Credo che su questo terreno si debba misurare la capacità politica della classe dirigente di questa città di reggere concretamente la crisi economica e sociale, fornendo qualcosa in più e di diverso dalla family card, che coinvolge una fascia abbastanza ristretta della popolazione, destinando nel prossimo bilancio adeguati fondi consistenti ed aggiuntivi ai servizi sociali, per sostenere le prevedibile ondata di maggiori richieste che si verranno a determinare, ma principalmente si deve dare gambe al tavolo dell’economia brindisina, elaborando un piano anticrisi la cui efficacia sarà tanto maggiore, quanto più saranno condivisi e resi pubblici i provvedimenti che si andranno ad adottare. Comunque sia, bisogna fare in fretta, uscire dal silenzio e dall’immobilismo delle tante dichiarazioni di questi anni, per non lasciare chi non ha risorse o si ritrova senza lavoro, solo con se stesso e con il proprio dramma familiare.
Vincenzo Albano
Consigliere Comunale
Partito Democratico
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