S. Pietro V.co, 11/12/2009

Musio (8Giugno): "aprire una vertenza ambientale nazionale"

Si può fermare il vento con le mani?
Al punto in cui sono giunte le cose, dopo la benvenuta presa di coscienza da parte del Sindaco e del Presidente della Provincia di Brindisi, oltre che della Regione, relativamente alla irriducibilità dell’Enel a ridurre in modo significativo le quantità di carbone, occorre che il territorio e le sue rappresentanze istituzionali aprano una vertenza ambientale nazionale con il Governo.
Perché Comune e Provincia di Brindisi, assieme alla Regione Puglia, intanto non partecipano e si mettono alla testa del corteo del 23 dicembre, organizzato dai gruppi ambientalisti spontanei? Sarebbe un gran bel segnale!

In fondo, nessuno di questi generosi e benemeriti neonati movimenti di società civile pone in discussione il carbone, ma ne reclama, con maturo e responsabile realismo, una quantità compatibile con la disastrata condizione ambientale e sanitaria del territorio, già a rischio di crisi ambientale e di incidente rilevante, e per questo sito di interesse nazionale.
E’ inevitabile che il punto di riferimento di tale “compatibilità” sia la Convenzione del ’96, essendo stata essa il frutto di una lunga e articolata concertazione sociale, sindacale, istituzionale e politica, con il contributo, addirittura migliorativo in termini ambientali, del Governo, che stabiliva il tetto di due milioni di tonnellate di carbone e la metanizzazione di un gruppo della centrale.
Qualunque nuova Convenzione, che non sia in linea con quella del ’96, significa legittimazione dell’insostenibile esistente, costituito da otto milioni e più di tonnellate di carbone! La quantità di carbone movimentato e bruciato resta il cuore del problema. E qui il nodo torna al pettine: chi decide quanto e quale carbone produrre? Solo il Governo, esclusivamente il Governo.
Ogni discussione o miracolistica conclusione alla quale si può “convenire” a Brindisi o a Bari sul carbone, per essere efficace e legale, deve passare dalla esclusiva cruna dell’ago del Governo, e precisamente dal Ministero delle attività Produttive, che con Decreto stabilisce gli assetti produttivi di una centrale.
La Sentenza n.4090/2006 (riguardante l’Enel) e la Sentenza n.617/2007 (riguardante l’Edipower) del TAR-Sezione di Lecce, hanno definitivamente chiarito, per chi ne avesse bisogno, che “una convenzione stipulata tra l’operatore e gli Enti Locali non può certamente introdurre obblighi incompatibili con il dispositivo dei provvedimenti autorizzatori rilasciati”, che appartengono “alla competenza amministrativa dell’autorità statale”. Difatti, la Convenzione del ’96 fu resa “ministerialmente” inapplicabile dalla successiva evoluzione normativa in materia…….

Cosa mai si può convenire a Brindisi e a Bari su carbone ed emissioni, senza l’autorizzazione del Governo? E siccome questo l’Enel lo sa e lo tiene sempre felicemente a mente, si rischia di continuare a discutere a vuoto…E intanto la centrale continuerà a bruciare carbone a tavoletta fino alla sua morte naturale…….
O la classe politica brindisina, in uno con una grande mobilitazione popolare, apre una serrata vertenza energetica e ambientale nazionale, anche di risonanza europea, con il Governo, come si fa per le mobilitazioni per i treni o l’agricoltura, o si passerà il tempo… a tentare di fermare il vento con le mani!.............

Ernesto Musio
Coordinatore Comitato 8giugno (e co-artefice della Convenzione del ’96)