Brindisi, 11/12/2009
Convenzioni: Friolo replica ad Enel
L’Enel, replicando al mio intervento di assoluta condivisione della posizione assunta congiuntamente da Comune, Provincia e Regione sulle nuove convenzioni, appare risentita dal fatto che l’ho definita taccagna e micragnosa. Mi chiedo quali aggettivi si sarebbero potuti utilizzare nei confronti di chi al tavolo del confronto propone una riduzione soltanto del 5% rispetto agli attuali livelli di utilizzazione del carbone? L’Enel, nel rispondermi, tenta di santificare se stessa facendo pesare i livelli occupazionali e le ricadute economiche sul territorio ma anche su questi due aspetti ci sarebbe molto da discutere. Dalla convenzione del 1996 ad oggi, infatti, la movimentazione del carbone a Brindisi è quadruplicata ma il personale Enel non ha avuto incrementi né proporzionali e né significativi. Sulle commesse alle aziende, inoltre, è sufficiente ricordare le ripetute lamentele di Confartigianato e CNA sulle aste on line aggiudicate con ribassi finanche del 50% rispetto all’importo a base d’asta.
Sul piano ambientale è noto che con 15,2 milioni di tonnellate di CO2 immesse in atmosfera nel 2005, la centrale di Brindisi Sud ha potuto conquistare l’indecoroso record di tali emissioni in Italia. Nel documento Dirty Thirty, pubblicato nel maggio 2007 dal WWF, l'impianto brindisino dell’Enel è stato classificato come la venticinquesima peggiore centrale d'Europa in termini di emissioni di CO2. Che l’azienda si voglia ora impegnare nell’attuare un piano di riduzione credo che sia quasi un atto dovuto rispetto al Protocollo di Kyoto e a quanto si sta affermando in questi giorni a Copenaghen. Tra l’altro le conviene perché a Brindisi ha già realizzato o è in fase di ultimazione un impianto sperimentale proprio per la cattura della CO2 e mantenerlo improduttivo non sarebbe logico. L’Enel sperimenta a Brindisi quella tecnologia che poi esporterà all’estero, ad esempio in Cina.
Per restare sulla questione ambientale i brindisini sanno che presso la centrale esiste un parco carbonifero scoperto di oltre 11 ettari, pari a circa 14 campi da calcio.
C’è da chiedersi quanto costa sul piano dell’immagine di Brindisi turistica la centrale Enel? Qual è stato il danno all’economia agricola del territorio Tuturano e San Pietro Vernotico e in particolare alle colture coltivate nell’area a ridosso della centrale anche in termini di mancata occupazione di manodopera? Ed ancora, se e in che modo l’inquinamento prodotto può avere conseguenze sulla salute dei cittadini.
Con questo non si vuole certo demonizzare l’Enel ma fare capire che ogni situazione comporta l’analisi di molteplici aspetti e che l’irrigidimento sul 5% di riduzione di carbone è assolutamente irrispettoso della controparte e della programmazione regionale espressa mediante il PEAR che fissa invece al 25% la riduzione del combustibile fossile. In questi casi è opportuno che la ragione prevalga sugli interessi aziendali e si torni al confronto con le Istituzioni mostrando posizioni più collaborative.
COMUNICATO STAMPA MAURIZIO FRIOLO - VICE COORDINATORE PROVINCIALE PDL |