Brindisi, 08/02/2010
Albano (PD) sull'Eurostar Lecce-Torino
Del treno diretto Eurostar Lecce - Torino, in partenza da Lecce delle ore 11.28, non se ne parla più. Sembra sparito dall’agenda e dall’impegno di molti, anche se ne avevano annunciato il ripristino nei primi giorni del mese di gennaio.
Per scongiurarne la soppressione c’era stato l’intervento e le proteste di tutte le associazioni e le istituzioni locali del Salento, ma anche di tanti Salentini, per evitare l’ennesimo colpo ai flussi turistici ed reclamare il nostro diritto ad una mobilità efficiente.
La stessa Regione Puglia, che nei mesi precedenti aveva assunto un forte impegno economico con Trenitalia, approvò all’unanimità un ordine del giorno per scongiurane la soppressione.
La protesta e la mobilitazione si placò in seguito all’annuncio del Ministro dei Ministro dei rapporti con le regioni, di aver fatto inserire nel contratto di servizio, tra il CIPE e Trenitalia, la prescrizione relativa al ripristino del collegamento da gennaio. Bisognava pazientare, si disse , per pochi giorni.
Invece gennaio è interamente trascorso e i nostri concittadini e i turisti, continuano a sopportarne le conseguenze negative, sia in termini economici, sia in termini di disagio; perché oltre a pagare come minimo 40 euro in più, ma può essere anche più consistente, sono costretti a cambiare treno con tutti i bagagli a Bologna o a Milano e, nel caso del collegamento via Milano, ad impiegarci 28 o 79 minuti in più, passando dalle precedenti 10 ore e 47 minuti, alle attuali 11 ore e 15 minuti, o 12 ore e 06 minuti.
Credo che sia opportuno, a questo punto, riprendere la questione e non accontentarci delle solite promesse, sollecitando il rispetto degli accordi sottoscritti, per evitare che passi tutto in cavalleria, perché rappresenta un problema reale, per permettere a chi vuole partire dalle nostre località o raggiungerle, di poterlo fare senza problemi e con rapidità.
Ma bisogna fare attenzione anche alla sua collocazione oraria, che non può essere stravolta rispetto a quella precedente, per impedire che una sistemazione diversa, non funzionale alle nostre esigenze, possa essere di ostacolo alla sua utilizzazione e diventare, in futuro, giustificazione per una sua soppressione definitiva.
Come è successo tante altre volte.
Vincenzo Albano
Consigliere comunale Partito Democratico
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