Brindisi, 09/02/2010
Adoc sull'impiantistica sportiva
Il problema dell’impiantistica sportiva nella “città capoluogo” è un tormentone che rischia di ripetersi a fasi alterne con una sola costante vale a dire i disservizi a carico dei cittadini. Sono anni ormai che nella città non esiste un programma serio di sviluppo dell’impiantistica sportiva che non vuol dire esclusivamente l’impiego di risorse pubbliche ma anche mettere in condizioni quanti privatamente intendono investire in tale settore attraverso l’individuazione di aree da destinare a tale scopo.
Fino a qualche mese addietro sembrava essere cambiato qualcosa con l’annuncio dei lavori di realizzazione del manto in erba sintetica da effettuarsi sul precampo del Comunale e sull’impianto di Via Torretta, due strutture che possono dare sfogo alla voglia di sport di centinaia di giovani sportivi. Inoltre sembrava fatta per l’apertura della piscina Masseriola così come per quella del rione S.Elia ma purtroppo agli annunci non sono seguiti fatti concreti.
Una situazione che ha dell’inverosimile con società costrette ad allenarsi nel fango e senza spogliatoi efficienti. Un doppio problema quindi sia per chi pratica sport e sia per chi, e sono in tanti, non lo possono praticare per la carenza di strutture e per i costi alti. L’Adoc Uil ritiene in attesa della realizzazione di progettualità che tardano a venire sia indispensabile l’attivazione e la fruizione immediata delle strutture esistenti.
Quando parliamo di fruizione riteniamo che un grosso contributo possano darlo le decine di impianti rientranti nei vari plessi scolastici sinora sotto utilizzati o che sono oggetto, come nel caso della Scuola Media Leonardo Da Vinci, di eterni lavori di realizzazione. Altro capitolo da affrontare riteniamo sia il coordinamento delle progettualità tra Enti in modo da ottimizzare risorse e servizi resi al territorio.
Solo per fare un esempio leggiamo tra la programmazione delle opere pubbliche della Provincia la realizzazione di una Piscina presso l’Istituto Tecnico nautico in una zona dove già esistono due piscine di cui una chiusa e l’altra pienamente efficiente.
Per concludere chiediamo alle varie Amministrazioni Comunali e a quella Provinciale all’atto dell’erogazione dei contributi alle società sportive o della ricerca di sponsor di chiedere la riserva di un quantitativo di ore da destinare alle fasce socialmente ed economicamente più deboli perché lo sport non sia solo negli annunci ma un vero strumento di recupero ed inclusione sociale.
COMUNICATO STAMPA ADOC |