Brindisi, 19/10/2004

Dipietrangelo: Alenia non diventi un cattivo affare per Brindisi

Sulla decisione di localizzare a Grottaglie e Foggia i nuovi impianti dell'Alenia per la costruzione del Boeing 7E7 riceviamo e pubblichiamo integralmente un intervento del Vicepresidente del Consiglio Regionale Carmine Dipietrangelo.

"In questi giorni, a seguito della scelta dell'Alenia di localizzare in Puglia e a Grottaglie la produzione della "fusoliera" acquisita dalla Boeing per il 7E7, si discute molto sullo stato e le prospettive dell'industria aeronautica nel Mezzogiorno, in Puglia e a Brindisi, realtà, quest'ultima, che vanta il maggior numero di addetti e una consolidata tradizione industriale nel settore.
E' il segno evidente dell'interesse che quest'importantissimo comparto sta suscitando soprattutto per la sua qualità e per le rilevanti ricadute tecnologiche e occupazionali. Pur esprimendo, come tutti i pugliesi, apprezzamento per la decisione assunta dall' Alenia Aeronautica di utilizzare il nostro territorio regionale e il sito di Grottaglie, non ci si può esimere, anche per onestà intellettuale, dal mettere in evidenza che quest'investimento, per ragioni squisitamente tecnologiche, non produrrà alcuna ricaduta immediata sull'indotto aeronautico brindisino che è basato, soprattutto, sulle revisioni.
La costruzione della fusoliera del 7E7 non presuppone esternalizzazioni, né delocalizzazioni, essa va realizzata in un solo luogo e, poi, trasportata in America per essere assemblata.
Non bisogna, allora, farsi o creare illusioni! Ricadute su Brindisi non ve ne saranno!
Ma la scelta del sito di Grottaglie, come si va evincendo in queste ore, comporta anche l'adeguamento delle locali infrastrutture stradali e aeroportuali, per consentire il decollo e l'atterraggio dei Boeing che devono trasportare le fusoliere prodotte.
Certamente Grottaglie era in debito! Non vorrei, però, che l'allungamento della pista di quell'aeroporto indispensabile per l'Alenia desse un altro duro colpo alle prospettive e al ruolo delle infrastrutture e dell'aeroporto di Brindisi.
C'è da augurarsi che ciò non accada.
L'aeroporto di Brindisi e le sue infrastrutture (soprattutto la lunghezza e la disposizione delle piste), le aree vicine, già destinate dal piano regolatore della città a zona industriale aeronautica, sarebbe stato il sito ideale per l'ALENIA.
Non vorrei, perciò, che la scelta di potenziare l'aeroporto di Grottaglie contribuisse anche a declassare l'aeroporto di Brindisi in quanto tale.
Occorrerebbero maggiori certezze in questa direzione anche da parte della Regione.
Infatti, la decisione di Alenia e della stessa Regione fa correre a Brindisi questo rischio.
Per questo è opportuno non illudersi e impegnarsi per consolidare e valorizzare il settore aeronautico pugliese e quello brindisino, così come storicamente configuratosi.
Qualche preoccupazione a Brindisi, allora, è lecito averla, anche di fronte alle scelte che in questi giorni ha maturato l'ex FIAT Avio che, per mancanza di commesse, sta mettendo in C.I.G. i propri 820 dipendenti e anche alla luce della notizia di un possibile smantellamento delle Officine Aeronavali.
Chi oggi ha scoperto il ruolo strategico del settore aeronautico deve farsi carico di quanto vi sta avvenendo nel territorio brindisino con risolutezza e impegno.
La crisi dello stabilimento ex FIAT AVIO S.p.A., ora di proprietà della AVIO S.p.A., società appartenente per il 70% al gruppo finanziario Carlyle e per il 30% a FINMECCANICA. Le responsabilità ricadono unicamente sulla infelice scelta che fece il Governo nazionale di permettere la cancellazione dal mercato del marchio FIAT AVIO, da sempre temuto e rispettato dai più grossi concorrenti e colossi mondiali.
Come Democratici di Sinistra allora avanzammo precise proposte sul tipo di assetto societario da realizzare, per evitare ciò che è accaduto e sta accadendo.
Siamo stati facili profeti.
La soluzione migliore è fare in modo che sia FINMECCANICA a detenere la maggioranza del pacchetto azionario, così come lo è ormai per tutti i Grandi Gruppi aerospaziali italiani, in modo da permettere la continuità e la organicità industriale.
Sarebbe, quindi, il caso di riprendere tale ipotesi coinvolgendo i ministeri delle attività produttive e della difesa.
FINMECCANICA potrebbe far diventare così il sito ex FIAT di Brindisi uno stabilimento dedicato anche alle revisioni civili oltre che militari. Altrimenti la presente crisi congiunturale per la quale è chiesta la C.I.G. diventerà crisi strutturale con il rischio di dimezzare definitivamente l'attuale organico.
La paventata chiusura di OFFICINE AERONAVALI VENEZIA. Non è consentito a nessun soggetto, né tanto meno a Finmeccanica, portare via da Brindisi quelle attività produttive che, a suo tempo, furono scorporate dallo stabilimento brindisino di AGUSTA, nella logica della organizzazione della specializzazione o centri di eccellenza che dir si voglia.
Risulta che per il sito di Brindisi, Officine Aeronavali Venezia ha da tempo individuato programmi di sviluppo produttivo dello stabilimento nella manutenzione e trasformazione di velivoli militari, prevedendo una qualificazione delle lavorazioni e un aumento del personale dipendente (tanto che la Lockeed Martin ne sta certificando le caratteristiche).
Nella logica delle specializzazioni distrettuali, Brindisi non può permettersi il lusso di essere espropriata della sua storia e bene farebbero tutti ad impedire un simile disegno che non può essere assolutamente giustificato in nessun modo.
Per essere ancora più chiaro bisogna costringere Finmeccanica ad aprire un discorso serio sulle prospettive del settore aeronautico brindisino.
Infine le quattro proposte di contratto di programma presentate alla Regione dai consorzi di Pmi aeronautiche: IMA, Skytech, Gisette e dalla stessa Avio S.p.A..
Sarebbe il caso che la Regione Puglia, che entro l'anno deve assegnare i fondi strutturali della misura 4.18 del POR 2000 - 2006, pena la restituzione degli stessi all'Unione Europea, decida al più presto possibile nel pieno rispetto dei criteri di valutazione imposti dalle direttive europee.
Risulta, però, che alcune di queste proposte siano state già scartate in sede di valutazione tecnica preliminare.
Cosa resterà di questo per Brindisi?
La sola Avio S.p.A. che mette in cassa integrazione gli attuali dipendenti e, contestualmente, chiede soldi per ben 40 mln. di euro per sole 20 unità di nuova occupazione?
Auspichiamo che, pertanto, si possano trovare adeguate soluzioni per consolidare e valorizzare il settore aeronautico brindisino.
Tali soluzioni dovranno scaturire dai tavoli di confronto aperti con il Governo e con le Imprese, ma anche dalle decisioni che assumerà il Governo regionale proprio sui contratti di programma legati alla misura 4.18 del POR Puglia 2000 - 2006.
Le istituzioni locali devono vigilare e saper imporre le ragioni del nostro territorio in un settore strategico quale quello aeronautico. Questo per evitare che un buon affare per la Puglia diventi un cattivo affare per Brindisi.

COMUNICATO STAMPA VICEPRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE PUGLIESE