Brindisi, 26/10/2004

Forum A.S.S. su rigassificatore e polo energetico

Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici avrebbe espresso un parere positivo rispetto alla colmata dello specchio di mare antistante Capo Bianco ribadendo però che l’assenza di un progetto esecutivo non può consentire allo stato un giudizio circa la possibilità di costruire su tale area il terminale di rigassificazione.
Una situazione confusa questa che conferma la fondatezza dei timori di quanti non considerano scampato il pericolo del rigassificatore.
Ma c’ è di più e cioè che, secondo alcune notizie, la Brindisi LNG starebbe portando avanti l’iter per l’appalto dei lavori di costruzione dell’impianto.
Se così stanno le cose le parole non bastano e tutti coloro che a livello politico ed istituzionale hanno espresso contrarietà all’opera devono alzare la guardia ed in primo luogo impedire con atti amministrativi ed incisive iniziative politiche l’avvio dei lavori.
Nelle ultime settimane si è tentato di spostare l’attenzione del’opinione pubblica verso l’insostenibile crescita della movimentazione e della combustione di carbone nelle centrali termoelettriche.
Una questione serissima questa che non può considerarsi conclusa con le vicende di qualche giorno addietro e che chiama in causa le responsabilità per l’inadeguatezza dei controlli dalle associazioni ambientaliste ripetutamente denunciata.
Controlli che in tutte le fasi devono essere condotti dall’ARPA e che devono riguardare sia la qualità dei combustibili e sia anche la qualità e la quantità delle emissioni e sull’esito dei quali bisogna che l’opinione pubblica sia resa edotta periodicamente e sistematicamente e non a fronte di gravi emergenze e specifici interpelli.
C’è poi da considerare che l’incagliamento di una mega carboniera nelle secche di Punta Cavallo ha messo in rilievo l’enorme quantità di carbone movimentata e i pericoli connessi al traffico marittimo del combustibile.
Per evitare che si finga di cambiare qualcosa perché tutto rimanga come prima, il Forum Ambiente Salute e Sviluppo chiede agli amministratori comunali e provinciali ed alle Forze Politiche di esprimersi chiaramente e con atti formali in merito alle seguenti richieste riguardanti il polo energetico.
- la revisione e la possibile revoca delle convenzioni con ENEL ed Edipower del 2002, per ripristinare gli obiettivi della convenzione del 1996 e cioè la chiusura della centrale Brindisi Nord, il funzionamento di tre gruppi della Centrale Brindisi Sud (con quota crescente di metano a partire da 1,2 miliardi di metri cubi annui).
E ciò contestualmente al drastico ridimensionamento del carbone (a partire da iniziali 2 milioni di tonnellate annue), al rispetto dei livelli di emissione massiche in un anno fissate con il “lodo Ronchi” e con la Convenzione ENEL 1996 ( la SO2 dovrebbe non superare nell’intero polo energetico 13 mila tonnellate mentre nel 2002 ha superato in realtà le 24,5 mila tonnellate), alla piena tutela dei posti di lavoro della centrale di Costa Morena così come previsto nella stessa convenzione e nell’accordo di programma del 1996.
- L’utilizzo del metano stabilendo un tetto alla potenza in esercizio anche per la centrale a ciclo combinato di Enipower ( un gruppo alimentato a gas ed uno a vapore) combustibile questo da far giungere nelle quantità di non meno di 2 miliardi di metri cubi annui attraverso la bretella Bernalda - Brindisi ed il gasdotto dalla Grecia (che può fornire non meno di 8-10 miliardi di metri cubi annui).
- “Il secco no” al rigassificatore ovunque localizzato perché una eventuale collocazione a Cerano sarebbe folle economicamente, devastante per il territorio ed ugualmente pericolosa per le popolazioni.
- La convocazione dell’assemblea pubblica proposta dal Forum per confrontarsi su un nuovo modello di sviluppo dell’economia centrato su piccole e medie imprese, turismo, agricoltura, commercio e cooperazione internazionale.
Si rende quindi necessaria una costante mobilitazione della opinione pubblica che potrebbe esprimersi in una seconda manifestazione popolare .

COMUNICATO STAMPA FORUM AMBIENTE SALUTE E SVILUPPO

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