Brindisi, 26/10/2004

La Lav fuori dall'aula al processo contro Di Bella

Questa mattina a Brindisi, al processo contro Giovanni Di Bella ed altri, imputati per una pluralità di reati fra i quali quelli di associazione per delinquere, truffa e maltrattamento di animali in relazione alla gestione di un canile, il Giudice dell’udienza preliminare di Brindisi ha deciso di non consentire alla LAV - Lega Anti Vivisezione e alla Lepa (Lega protezione animali) di proporre costituzione di parte civile.
Il giudice, dott. Licci, ha ritenuto che la mancata indicazione da parte del Pubblico Ministero delle due Associazioni animaliste nell’elenco delle persone offese, fosse ragione sufficiente per impedire loro di portare direttamente in aula le proprie ragioni.
L’avv. Ottorino Agati, che assiste LAV, ha preannunciato ricorso per Cassazione avverso il provvedimento del Giudice, in quanto non condivisibile in diritto oltre che preceduto da consolidati orientamenti di segno contrario.
La mancata costituzione di parte civile delle Associazioni animaliste in un procedimento per reati di maltrattamento di animali non può che lasciare attoniti evidenziando un palese controsenso.
Peraltro a ciò si aggiunga la gravità della mancata costituzione, ad oggi, di parte civile del Comune di Brindisi e di tutti gli altri Comuni interessati già individuati dal Pubblico Ministero come persone offese.
Le associazioni firmatarie ritengono gravissimo impedire l’esercizio dell’azione risarcitoria agli enti esponenziali che operano per la tutela degli interessi diffusi, questo perché la giurisprudenza più autorevole, ormai consolidata, riconosce loro questa facoltà esercitata sia in caso di maltrattamento di poveri animali indifesi, sia nell’interesse dei cittadini quando si è realizzata la commissione dei reati ambientali o contro la salute pubblica.

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO Legambiente, WWF, Italia Nostra, Forum Ambiente Salute e Sviluppo, Fondazione Di Giulio, Italia Nostra.