Mesagne, 31/10/2004

Approvato il P.R.G.

Il Consiglio Comunale di Mesagne ha definitivamente approvato il PRG.
E’ un evento straordinario atteso da oltre 15 anni, perseguito con determinazione e tenacia per ben quattro legislature dai governi di centrosinistra che si sono alternati alla guida della città. Dalla giunta DC-PCI, ai governi Faggiano e Franco, fino all’attuale Giunta guidata dal Sindaco Mario Sconosciuto tutti hanno posto al centro del programma politico amministrativo la redazione ed approvazione del PRG attesa l’importanza che ha per una città il dotarsi di uno strumento di pianificazione generale che guidi i processi di sviluppo non solo urbanistici ma anche ed economici e sociali.
Questa consapevolezza è appartenuta invero anche alle opposizioni che si sono succedute in Consiglio in questi anni che, nonostante le diversità di posizioni espresse nel merito delle questioni, hanno mantenuto sempre un atteggiamento sobrio e responsabile. E’ un risultato che va ascritto a merito di un’ intera città che intorno al dibattito sul PRG è cresciuta maturando consapevolezza collettiva sui temi della centro abitato e del territorio.
Uno degli effetti derivati del PRG è stato senz’altro quello di aver prodotto una mutazione nella coscienza critica della società mesagnese che è passata dalla cultura del vecchio Piano di Fabbricazione, tutta incentrata sulla esclusiva necessità di dar sfogo alla esigenza individuale di costruire case su case spesso in modo assolutamente disorganico, ad una cultura di progetto in grado di coniugare l’esigenza di residenzialità con la salvaguardia del territorio, i valori sociali condivisi con le aspettative di sviluppo economico.
Questa adesione della città ad un Piano partecipato e mediato ha inciso profondamente nel compimento di alcune scelte strategiche adottate proprio nella fase delle osservazione. Fu in quella sede, infatti, che si impose la necessità di trovare forme e strumenti in grado di valorizzare il Centro Storico; fu in quella sede che si definì il suo nuovo perimetro volto ad includere quella zona “ex Ambientale” che nel secolo scorso si era strutturata fuori dalle antiche mura e che contiene in sé elementi di grande valore architettonico.
Nella fase delle osservazioni s’imposero altresì la questione strategica del reperimento e del riequilibrio degli standard urbanistici (verde pubblico, parcheggi, scuole, servizi ecc..), la necessità di garantire la residenza stagionale in zona agricola come esigenza connaturata allo stile di vita di una città intimamente legata al suo territorio rurale, la necessità infine di abrogare la circonvallazione urbana perché in inutile e dannosa competizione col progetto che la provincia aveva proposto.
Il Piano torna dall’esame di merito della Regione sostanzialmente confermato nel suo impianto generale, nel suo disegno e nei suoi contenuti strategici che, nonostante le rimodulazioni subite nel tempo sono rimasti coerenti alle linee d’indirizzo generali sanciti dalla delibera d’intenti del ’91 e dalla Relazione Preliminare al Piano approvata nel ’94.
- Ristrutturazione e risanamento dell’esistente
- Salvaguardia ambientale e tutela del patrimonio storico e culturale
- Ricognizione e riequilibrio delle urbanizzazioni primarie e secondarie
- Favorire uno sviluppo economico equilibrato compatibile con le vocazioni proprie del territorio
Il tenore delle prescrizioni imposte non stravolge dunque la natura del piano che subisce un riassestamento in funzione soprattutto della necessità di ridimensionare le aspettative di espansione certamente sovradimensionate.
Saltano la B5b e la B5c ( zona Torretta) che il PRG aveva incluso in una zona B - di Recupero Urbanistico e tornano alla originaria tipizzazione E (agricola) del vecchio PdF. Vengono riperimetrate e ritipizzate alcune zone periferiche B2 di completamento che oggi risultano accorpate in comparti omogenei di zone C di espansione così da garantire una equa ripartizione degli oneri e degli utili. Vengono rafforzate le norme di tutela e salvaguardia dei beni architettonici, monumentali ed archeologici e l’intero sistema dei vincoli.
E’ un risultato dunque che deve riempire d’orgoglio l’intera città perché è un risultato eccezionale anche perchè conseguito in condizioni difficili, dentro un regime normativo assolutamente inadeguato, certamente non al passo con i tempi e le trasformazioni sociali in atto. La legge Regionale 56/80 su cui si è imbastito tutto il percorso di formazione del Piano è una legge superata, legata ad una cultura rudemente tecnocratica, vincolistica avviluppata intorno a discutibili criteri di calcolo. Una Legge che assegna all’iter di approvazione di un PRG tempi biblici che spesso portano allo sfinimento le amministrazioni locali che finiscono per perdere la bussola e l’arte del navigare.
Non è stato così per Mesagne che ha mantenuto ferma la barra e la determinazione politica unita ad una certa dose di caparbietà che ha contraddistinto gli amministratori ed tecnici che hanno operativamente dato gambe al percorso, a loro credo vada un supplemento di ringraziamenti.
Bisogna essere fieri del risultato conseguito ma senza enfasi o trionfalismi perché avere uno strumento generale di pianificazione urbanistica certamente apre una prospettiva nuova, rimette in moto il settore dell’edilizia privata fin qui paralizzato dalle norme transitorie, risolve molti problemi cruciali ma lascia sospese altre questioni che attendono risposte dalla redazione di strumenti attuativi e di dettaglio.
Non vi è dubbio che bisogna procedere in fretta ad una complessiva rielaborazione del Piano di Recupero del Centro Storico, non c’è dubbio che vi è urgenza di uno studio tematico sulla campagna per dare risposta a quella annunciata vocazione di residenzialità negata dal CUR, non c’è dubbio che l’Amministrazione Comunale deve fare uno sforzo supplementare per favorire o guidare la redazione di Piani Particolareggiati per le zone di espansione. C’è infine necessità ed urgenza di aggiornare il sistema dei vincoli soprattutto di quelli idrogeologici dove si scontano carenze ataviche da attribuire prima di tutto alla Regione Puglia, che sui temi della pianificazione territoriale e della salvaguardia ambientale traccheggia. Paradossale è stato verificare che il del PUTT ( Piano Urbanistico Tematico Territoriale) di recente approvato dalla Regione sclude il nostro territorio da vincoli idrogeologici in netto contrasto con una situazione di fatto che vede il sistema idrografico superficiale sconvolto forse più dalla mancanza di strumenti di tutela che dalla eccezionalità delle precipitazioni atmosferiche.
C’è dunque di che rimboccarsi le maniche. Avanti dunque che la strada e segnata ed è segnata bene

COMUNICATO STAMPA AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI MESAGNE